Ideafinesettimana: Un viaggio in Puglia. Dall’ex chiesetta di Polignano al Castello di Acaya
Idea finesettimana: viaggio in Puglia tra Polignano a Mare e il Castello di Acaya. Alla scoperta di una chiesa sconsacrata che è diventata spazio espositivo e di un maniero che ospita una mostra dedicata al Mare Nostrum
Idea per il finesettimana? Per esempio in Puglia, dove per l’estate è un proliferare di iniziative. Prima tappa a Polignano a Mare, dove l’artista Giuseppe Teofilo presenta nello spazio “Exchiesetta”, una piccola cappella sconsacrata affacciata sul mare, dal 2014 adibita a galleria d’arte, i suoi “Floatings Paintings”, pitture che fluttuano appunto nello spazio, insieme a corpi scultorei che ricordano, ma senza pretese figurative, i legni delle imbarcazioni. Il suggestivo spazio ispira l’artista, nato nel 1981, che segue Rebecca Ward e Giampietro Carlesso, suoi precessori nella chiesetta di Polignano a Mare, dove è possibile visitare anche la Fondazione Pino Pascali, con la programmazione estiva e la collezione con opere dei fratelli Chapman, di Jan Fabre, Studio Azzurro, Nathalie Djurberg, tra gli altri.
SPOSTANDOSI IN SALENTO
Percorrendo un po’ di strada si arriva al Castello di Acaya, un luogo mozzafiato dove, fino al 21 agosto, l’Istituto di Culture Mediterranee in partnership con la Fondazione Pino Pascali di Polignano a mare e il Museo Castromediano di Lecce, ospita una mostra corale di tredici artisti contemporanei che provano a definire una nuova geografia visiva del Mediterraneo. Intitolata “Atlante Mediterraneo”, mette in mostra opere di Giovanni Albanese, Dario Agrimi, Lulzim Alija, Endri Dani, Miki Carone, Claudio Cusatelli, Angelo Filomeno, Raffaele Fiorella, Claudia Giannuli, Iginio Iurilli, Virginia Ryan, Massimo Ruiu e Giuseppe Teofilo. L’evento si inserisce nella programmazione del festival del cinema francese Vive le cinéma ACAYA, diretto da Brizia Minerva, Angelo Laudisa e Alessandro Valenti, che si svolgerà dal 13 al 17 luglio negli spazi del castello. “Parlare di Mediterraneo oggi” ha commentato Rosalba Branà, curatrice della mostra con Brizia Minerva e Lorenzo Madaro “vuol dire riflettere sulla nostra storia, spiegare il presente e immaginare il futuro, vuol dire parlare del mare più inquieto del pianeta, abitato dalla paura dell’altro, dall’incomprensione, dall’indifferenza”.
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