Che cosa vuol dire essere virile? Quali sono i modelli antropologici e comportamentali sottesi dal concetto di maschio? È dedicato a questo tema il festival Dopust, ospitato a Vienna presso la Galleria Michaela Stock e realizzato in collaborazione da Open days of Performance Split e PAS Performance Art Studies, che vede la partecipazione di Suchart Wannaset, Sandro Đukić & Marko Marković, Vlasta Delimar, Nina Kamenjarin, Siniša Labrović & Snježana Klarić, Frustracиja, Neli Ružić e del nostro Giovanni Morbin (Valdagno, 1956), che per l’occasione ha realizzato Weigh a moment, azione in cui ha sollevato – o pesato? – gli spettatori per “un momento”, un attimo indefinito di tempo, giocando sull’equivoco weigh/wait (le due parole si pronunciano allo stesso modo).
Vestito di tutto punto in abito scuro e cravatta in modo da non essere subito identificabile, Morbin ha indossato una cintura da sollevatore di pesi e ha interagito coi presenti con la frase che dà il titolo alla performance. Poi si è prodigato a sostenere alcuni dei presenti in maniera non differente da come i bambini misurano la propria forza sorreggendo per gioco gli amici. L’idea del maschio che ne esce è quella stereotipa dell’uomo in abito formale e della forza machista, ovviamente entrambi presi per i fondelli.
– Daniele Capra
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