Jeff Koons licenzia 14 dipendenti del suo studio. Il motivo? La possibile iscrizione ad un sindacato

Jeff Koons licenzia 14 dipendenti. La giustificazione ufficiale è un esubero, ma si vocifera che l'artista non abbia gradito la loro volontà di iscriversi ad un sindacato che tutela i lavoratori delle arti e dello spettacolo. E intanto anche il MET avvia la sua spending review...

Tirannico Jeff Koons? La notizia è impazzata su molti blog e siti americani, raccontando un caso di contesa nel campo del lavoro che vedrebbe niente meno che protagonista lo studio dell’artista statunitense Jeff Koons.
La fonte anonima raccolta dalla stampa americana sostiene che un gruppo di turnisti di notte del famoso studio sarebbe stato licenziato, insieme ad un turnista di giorno simpatizzante dei primi, per aver tentato di costituirsi in forma sindacale. Il gruppo avrebbe preso contatti con 829 United Scenic Artists, associazione professionale di designer, artisti, artigiani con oltre 4300 membri in tutti gli Stati Uniti, nato con lo scopo di tutelare condizioni e salari per l’industria delle entertainment e delle arti, con il preciso scopo di gestire le formalità legate alla negoziazione tra società e dipendenti. Nel frattempo Koons avrebbe elargito un aumento ai suoi collaboratori, i più maliziosi dicono per sedare questo istinto sindacale, anche se non c’è alcuna certezza né prova al riguardo.

Jeff Koons, Cracked Egg 1 (magenta)

Jeff Koons, Cracked Egg 1 (magenta)

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La decisione di procedere con un licenziamento è stata successiva e giustificata come esubero, scegliendo i dipendenti che sarebbero stati assunti dopo il 1 giugno 2015. Secondo quanto riporta il sito Art Fag City (il primo a dare la notizia, mentre è in corso la controversia) in un articolo firmato da Paddy Johnson e Rhett Jones, se venisse dimostrato il legame tra il procedimento sindacale e il licenziamento si figurerebbe una gravissima violazione del del National Labour Relations Act che tutela negli US i diritti dei lavoratori.
Aria di licenziamenti anche al Metropolitan di New York che già ad aprile aveva annunciato un deficit di 10 milioni di dollari e la volontà del presidente Daniel H. Weiss e del direttore Thomas P. Campbell, di mettere in atto un piano di ristrutturazione finanziaria per i prossimi 24 mesi, con tagli, prepensionamenti e licenziamenti.
La notizia è ritornata a luglio con un ulteriore aggravio della situazione che vedrebbe 100 licenziamenti in più rispetto a quelli già previsti in primavera. I settori più colpiti? Quello curatoriale, con un taglio del 5 % e quello amministrativo (marketing, risorse umane e web) con sforbiciate tra il 15 e il 20 %, riporta il NY Times.

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Redazione

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