Grandiosa gatta da pelare per il neo assessore alla cultura di Roma Luca Bergamo a pochissime ore dal suo insediamento ufficiale (benché sia stato indicato fin da metà giugno, prima del turno di ballottaggio). Cosa è successo? È successo un pasticcio per quanto riguarda il Macro, e per quanto riguarda tutti i 7 musei del Comune di Roma che si occupano di arte moderna e contemporanea (dunque anche Palazzo Braschi, il Museo di Roma in Trastevere, la Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Via Crispi e altri più piccoli). “I problemi di Roma non attendono i tempi istituzionali“, ha detto profeticamente il sindaco Virginia Raggi durante il suo discorso di insediamento di fronte all’Assemblea Capitolina. Ed è proprio così. Infatti la scadenza dei contratti non attende gli insediamenti dei nuovi assessori, e fra questi c’è anche il contratto di Federica Pirani, dirigente ai musei d’arte moderna e contemporanea nominata da Marino dopo un concorso pubblico.
CONTRATTO SCADUTO IL 30 GIUGNO
Federica Pirani è una funzionaria della Sovrintendenza della città di Roma, ma quando ci fu il concorso indetto dall’ex sindaco si mise in aspettativa dal suo ruolo per partecipare come esterna. E vinse. Il suo contratto scadeva con la decadenza del sindaco, e così lei decadde una volta destituito Marino. Il commissario Tronca tuttavia la prorogò per il tempo del suo mandato e il contratto della Pirani si aggiornò al 30 giugno 2016. Il 30 giugno il direttore del personale, la dottoressa Laura Benente, doveva chiedere al sindaco – all’epoca già in carica – se prorogare ulteriormente o meno, in realtà è stato semplicemente preso atto della scadenza e il contratto è stato fatto decadere senza farne parola con nessuno: né, a quanto pare, con il sindaco, né senz’altro con l’assessore, anche perché non era in carica ed è stato ufficialmente nominato solo il 7 luglio. La Benente, intendiamoci, non ha fatto nulla di anomalo, anzi forse ha applicato la norma in maniera fin troppo zelante. Le conseguenze però sono state quelle che sono state.
E AL CENTRO DI ROMA TORNANO AMBULANTI E GLADIATORI
Ora il Macro e gli altri musei si trovano privi di direttore. Il nuovo assessore non ha il potere di richiamare chi è appena decaduto, e deve così porre subito rimedio in maniera rapida. Come? Con un nuovo concorso? Con una nomina? In che tempi? Intanto le scadenze, la programmazione culturale, le nuove mostre, i nuovi progetti (ad esempio la riapertura del nuovo Palazzo Braschi) brancoleranno un po’ nel buio. Non è la prima grana provocata dalla scarsa attenzione alle scadenze di fine-inizio mandato: proprio il 30 giugno 2016 è scaduta l’ordinanza, promulgata dal commissario Tronca, che teneva risciò e gladiatori lontani dai monumenti dell’area archeologica centrale. Da una settimana, dunque, l’arrivo a Roma del nuovo sindaco è stato salutato dal ritorno ai piedi del Colosseo e del Vittoriano del suq di finti antichi romani e di adescatori di turisti. Francesco Prosperetti, soprintendente archeologico, ha implorato (e lo stesso ha fatto la presidente del Primo Municipio) Virginia Raggi a metterci una pezza promulgando una nuova ordinanza. Risposte, per ora, zero.
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