Previsto dalla normativa vigente per i venti nuovi musei autonomi statali italiani – insieme allo Statuto e al Bilancio – il Piano Strategico è uno strumento di programmazione fondamentale per l’organizzazione e il funzionamento della macchina museale. E il Museo Archeologico di Napoli (in città semplicemente Il Museo) è una delle primissime istituzioni ad averlo presentato alla città in una dettagliatissima pubblicazione di 91 pagine, edita da Electa (che ne gestisce il bookshop), definendo le linee guida, gli obiettivi e le strategie per i prossimi quattro anni, fino allo scadere in pratica del mandato del suo Direttore, Paolo Giulierini, nominato nell’ottobre 2015 e in carica fino alla fine di settembre 2019.
IERI, OGGI E DOMANI
Elaborato dallo stesso Giulierini con il coinvolgimento dello staff interno e con la collaborazione del professor Ludovico Solima, Docente di Management delle imprese culturali presso la Seconda Università di Napoli, il Piano Strategico 2016-2019 dà conto del MANN di oggi (storia, identità, missione, risorse umane, strutturali, artistiche ecc., governance e regolamentazione interna) dei Valori del Museo, sui quali si sta lavorando e per i quali si lavorerà (accessibilità – fisica, economica, cognitiva, ecc – osservazione, ascolto, connessione, trasparenza, sostenibilità) e del MANN del futuro (vision, obiettivi strategici – edificio e collezioni, servizi, audience e development, comunicazione e soluzioni digitali). Il tutto indicando tempi e risorse finanziarie, riconducibili a un “bilancio solido – come dichiarato dal Direttore a Napolipost – formato da entrate pubbliche, dalla maggiore bigliettazione e dal gettito che proviene dalla disseminazione delle mostre nel mondo”.
UN INVESTIMENTO DI 35 MILIONI DI EURO
Ne parlavamo proprio qui dei 20 milioni stanziati con fondi CIPE, che il MANN utilizzerà realizzando opere strutturali, per incrementare del 15% gli spazi espositivi delle collezioni permanenti (tra cui la riapertura di tre sezioni: Egizia, Culti orientali ed Epigrafica) e migliorare i servizi al pubblico, dotandosi di un auditorium e di un nuovo ristorante. Ulteriori stanziamenti, pari a circa 15 milioni di euro, sono invece riconducibili al Programma Operativo Nazionale (PON) “Cultura e Sviluppo”, cofinanziato dai fondi europei (FESR) e vanno ad aggiungersi ai precedenti, per un investimento complessivo di 35 milioni di euro.
LE MOSTRE: DALL’ARCHEOLOGIA AL CONTEMPORANEO
Il capitolo espositivo del MANN prevede raffinate mostre archeologiche, che esaltino o affrontino aspetti storici particolari del patrimonio esposto e della cultura napoletana correlata, quali ad esempio Mito e Natura e La reale stamperia borbonica nel 2016, Pompei e la Grecia nel 2017, Pompei e gli Etruschi nel 2018; l’esposizione periodica dei depositi; vere mostre-evento, che analizzino il classico da parte di grandi artisti dell’era moderna e contemporanea (Picasso nel 2018, Canova nel 2019; i vedutisti russi nella seconda parte del 2019); l’arte contemporanea in dialogo con l’antico (come I Super Eroi di Adrian Tranquilli e Pontifex Maximus di Alexiei Morosov nel 2016, o La Vita e la Maschera: da Pulcinella al Clown di Kokocinski nel 2017); infine, il format Il museo ospite: con i grandi musei mondiali si andrà ad attivare un protocollo e con le nuove realtà autonome, saranno realizzate una serie di mostre di nicchia che ospiteranno una sola opera-capolavoro a rotazione di un Istituto.
– Claudia Giraud
http://cir.campania.beniculturali.it/museoarcheologiconazionale
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