Tra le glorie del Medioevo, tra le magnifiche crocifissioni e sfondi in oro di artisti come Conrad Laib, Hans Siebenburger e Michael Pacher, a Vienna, nel palazzo estivo del Principe Eugenio di Savoia, spicca oggi una presenza contemporanea, proveniente dall’Oriente.
Il Belvedere, costruito nel XVII secolo dal famoso architetto barocco Johann Lucas von Hildebrandt e oggi sede di una collezione che spazia dall’anno mille alle avanguardie storiche, senza farsi mancare una nutrita raccolta di opere della Secessione Viennese, tra cui il famoso Bacio di Gustav Klimt, ospita un’incursione dell’arte contemporanea. Ed è questa una pratica diffusa nelle grandi architetture delle Regge: da quella di Caserta – in Italia – che ospita in permanenza la collezione Terrae Motus (esposta per la prima volta in un’altra residenze nobiliare, che era Villa Campolieto) alla reggia di Versailles, che dedica al contemporaneo una programmazione che ha già coinvolto Murakami, Koons e Eliasson, con l’installazione di opere – o progetti site specific – in perfetto contrappunto con gli spazi monumentali, concepiti come rappresentanza singolare di un’epoca.
UNA CROCIFISSIONE CONTEMPORANEA
Fino al 6 novembre, dunque, il Belvedere viennese, ospita la mostra Crucifixion dedicata all’artista cinese Yan Pei Ming, dove una “Crocifissione” imponente, come dice lo stesso titolo, campeggia dietro l’altare della magnifica cappella del Palazzo, come se fosse sempre stata lì, a ricevere l’adorazione dei potenti. Ma l’intervento, visibile solo attraverso una loggia dal terzo piano del museo, non è l’unico dell’artista cinese nato a Shangai nel 1960 e cresciuto durante la rivoluzione cinese (ma educato tra Digione e Parigi), che ha appena concluso una importante personale negli spazi romani dell’Accademia di Francia, a Villa Medici. Tra un’opera dei grandi maestri del passato e l’altra, fanno capolino delle tigri che dialogano in maniera serrata con lo stesso soggetto di Oskar Kokoshka ed un video, in cui è protagonista lo stesso artista.
-Santa Nastro
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