Noi dinosauri? Gli artisti aborigeni australiani si prendono una rivincita su Marina Abramovic a suon di dollari
Sotheby's Londra prepara un'asta di arte aborigena australiana, con opere che raggiungono le 200mila sterline di quotazione
Le prime reazioni all’ultima infelice uscita di Marina Abramovic – “Gli aborigeni australiani? Sono come dinosauri”, ve ne parlavamo nei giorni scorsi – sono arrivate dagli stessi canali social che avevano amplificato esponenzialmente la gaffe: ed hanno assunto la forma di immagini di dinosauri pubblicate da indigeni sarcasticamente intitolate “Autoritratto”. Ma ora la rivincita delle popolazioni offese dalle frasi contenute nel libro di memorie intitolato Walk Through Walls, di prossima uscita, si spostano su un campo più sensibile per l’incauta Marina: quello specifico dell’arte.
FRA LE PRIME ASTE DEL GENERE
La casa d’aste Sotheby’s ha infatti annunciato per il prossimo autunno a Londra una grande vendita di arte aborigena australiana, fra le prime del genere organizzate da molti anni nell’emisfero settentrionale, con opere provenienti da collezioni europee e statunitensi, oltre che dall’Australia. E l’asta, che si apre con una serie di antichi scudi e boomerang decorati dell’800, provenienti da una collezione francese e stimati fra le 20 e le 30mila sterline, sfoggia in catalogo opere che raggiungono quotazioni degne dei maggiori mercati internazionali. Su tutte le tele di Michael Nelson Jagamara, con Five Stories, opera di 1,8 metri del 1984, che parte da una stima fra 150 e 200mila pounds. Stima di 100mila sterline anche per il ciclo Tingari di Ronnie Tjampitjinpa, del 1994, esposto anche nella mostra Genesis and Genius: The Art of Papunya Tula Artists all’Art Gallery of New South Wales, nel 2000.
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