Matteo Renzi chiama Renzo Piano: ci aiuti a ricostruire dopo il terremoto (e a prevenire)

il premier corre a Genova nello studio del grande architetto. “Subito edifici leggeri, che non allontanino le persone dai luoghi dove abitavano”. E poi l'obbligo di rendere antisismici gli edifici

Abbiamo parlato di una visione non-partisan, che possa essere condivisa da tutti a prescindere dagli orientamenti politici. E di una visione internazionale, che ispiri un disegno di lunga portata. L’emergenza come primo tassello strettamente inserito in un progetto di lungo termine”. Chi parla, dalle pagine de La Repubblica, è Renzo Piano: e l’interlocutore che evoca riferendo i contenuti del colloquio è il premier Matteo Renzi, che nell’immediatezza della tragedia ha scelto il grande architetto e senatore a vita per chiedere consigli – andando di persona nel suo studio di Genova – sulla ricostruzione dopo il terremoto che ha devastato l’Italia centrale. “Da me voleva dei consigli, una visione, un aiuto per un grande progetto. Gli ho detto: ci vuole un cantiere che impegni due generazioni. E con un respiro internazionale, contributi dal mondo intero”.

NON TENDOPOLI MA EDIFICI LEGGERI, VICINISSIMI
Non speculazioni astratte, ma soluzioni concrete: prospettate da un progettista che ha costruito edifìci in alcune delle zone più sismiche del pianeta, dalla California al Giappone: e che non si è mai chiuso nella torre d’avorio del suo studio, ma è andato a cercare sul campo le problematiche da affrontare. Basti pensare alla questione delle periferie, oggetto della creazione del gruppo G124, un pool di giovani studiosi – protagonista anche alla Biennale Architettura in corso a venezia – al cui reclutamento Piano ha fin da subito provveduto devolendo la sua indennità di senatore. I primi provvedimenti da mettere in atto dopo il sisma? “Per i sopravvissuti che hanno perso le case bisogna operare con cantieri leggeri, che non allontanino le persone dai luoghi dove abitavano. Non tendopoli ma edifici leggeri, vicinissimi, che si potranno smontare e riciclare in seguito”.

LE RISORSE CI SONO ECCOME
Gli osservatori internazionali rimproverano all’Italia mancanza di risorse, corruzione, leggi troppo complicate, cose che ostacolano anche la prevenzione antisismica? “Voglio però smentire subito almeno un luogo comune, quello sulla mancanza di risorse. No, le risorse ci sono eccome. È evidente che il Patto di Stabilità europeo consente flessibilità straordinarie per calamità atroci come questa, quando sono in ballo le vite umane, la sicurezza nazionale“. Cosa fare sul piano legislativo? “Deve entrare in modo permanente nelle leggi del paese, l’obbligo di rendere antisismici gli edifici in cui viviamo, così come è obbligatorio per un’automobile avere i freni che funzionano”.

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Redazione

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