Rappresenta sempre la fine di una stagione e l’inizio di un’altra, il Festival di Salisburgo, la cui edizione 2016 terminerà il 31 agosto. Quest’anno una prima notizia importante è giunta in Austria dal Capo dello Stato Sergio Mattarella, ha insignito il presidente del festival Helga Rabl-Stadler dell’onorificenza di Gran Ufficiale dell’Ordine della Stella d’Italia: medaglia presentata dall’Ambasciatore italiano a Vienna Giorgio Marrapodi, alla presenza di Riccardo Muti, al termine di un concerto dei Wiener Philharmoniker, che segna un rafforzamento dei legami con l’Italia. Altra novità, stavolta operativa, è l’entrata in servizio del nuovo sovrintendente, Markus Hinterhäuser, pianista di fama mondiale da anni direttore artistico del festival: Sven-Eric Bechtolf, drammaturgo, attore e poeta che ha guidato il festival nella veste di sovrintendente ad interim dopo la nomina di Alexandre Pereira alla Scala, ha deciso infatti di tornare alla libera professione. La nuova fase (la programmazione 2017 verrà annunciata a novembre) inizia quindi all’insegna della continuità, dosando con attenzione la varie sezioni (opera lirica, sinfonica, cameristica, prosa) e, soprattutto, mantenendo un equilibrio tra tradizione e modernità.
SOLO IL 25% DEI COSTI COPERTI DA SOVVENZIONI DELLO STATO
Il consuntivo del festival 2016 verrà presentato tra qualche settimana: per ora ci limitiamo ad alcune considerazioni estemporanee. Il bilancio di previsione ammonta a oltre 60 milioni di euro (la metà circa di una stagione scaligera, per dare un’idea). Per questa cifra, la manifestazione offre in 48 giorni, ed in otto luoghi di spettacolo, circa 450 rappresentazioni tra opere, concerti sinfonici e da camera, prosa e lieder. La programmazione è intensa: durante i fine settimana nella sale ci sono tre turni (uno la mattina alle 10-11, uno nel pomeriggio alle 15 ed uno la sera). Nonostante i prezzi elevati (per l’opera una poltrona supera i 400 euro), la richiesta dei biglietti è doppia rispetto alla disponibilità di posti. La gestione del bilancio è assicurata da retribuzioni ad incentivi per il management: se gli utili superano quanto anticipato del preventivo, il sovrintendente riceva un premio di produzione. L’aspetto più significativo è che solo il 25% dei costi sono coperti da sovvenzioni dello Stato, del Land e del Comune. Il resto proviene da sponsor, biglietteria e soprattutto vendita di spettacoli o dal vivo o tramite televisione, reti di cinematografi, dischi e DVD.
IL FESTIVAL SI APRE ALLA CINA
Numerosi accordi in tal senso sono in vigore con aziende come Audi, Rolex, Siemens, diverse banche. Ogni anno se ne aggiungono altri: il primo agosto, ad esempio, ne è stato firmato uno triennale con un’ azienda di Hong Kong, che comprende concerti dei vincitori del concorso per giovani cantanti e l’esclusiva di diffusione in Cina di opere e concerti di Salisburgo tramite i cinquanta canali nella varie lingue dell’immenso Paese. A differenza di numerosi festival estivi italiani, quindi, il contribuito pubblico è per le strutture fisse, che lavorano tutti i dodici mesi dell’anno, mentre le iniziative temporanee vengono finanziate da risorse proprie dei festival.
– Giuseppe Pennisi e Patrice Poupon
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