Nei giorni scorsi abbiamo cercato di informarvi sugli effetti del forte terremoto che il 24 agosto ha colpito Umbria, Marche, Abruzzo e Lazio, concentrandoci – come vocazione ci impone – sui danni al patrimonio culturale, ma anteponendo sempre le premessa, del resto scontata, che i primi pensieri di tutti dovevano e devono ancora essere per le vittime fra la popolazione. Ora ci troviamo a comunicare un caso nel quale per certi versi i due ambiti drammaticamente si incrociano: dopo ore, anche giorni nei quali veniva assegnata ai “dispersi”, i soccorritori hanno purtroppo estratta esanime dalle macerie del palazzo dove abitava ad Amatrice Floriana Svizzeretto, storica dell’arte e ricercatrice specializzata nel Rinascimento veneziano.
MUSEO DEDICATO AL PITTORE ARCHITTETTO E SCULTORE COLA DELL’AMATRICE
Umbra, nativa di Narni, la cinquantanovenne era ormai cittadina adottiva di Amatrice, dove – dopo gli studi in Storia dell’Arte e un lavoro al Ministero Beni Culturali – da metà del decennio scorso dirigeva il Museo civico Cola Filotesio, la cui stessa sopravvivenza è a rischio per i tragici effetti del sisma, essendo ospitato nella distrutta Chiesa di Sant’Emidio. Inaugurato nel 2002, il museo – che tuttavia parrebbe non aver subito danni paragonabili alla chiesa che lo ospita, in altri locali – si articolava in due sezioni: “una relativa alle opere di interesse storico-artistico e cultuale, provenienti dal territorio di Amatrice e le sue Ville; l’altra – in fase di allestimento – destinata ai reperti archeologici, ritrovati nel corso degli ultimi quarant’anni, in diverse località comunali quali Torrita Sommati e Saletta”, si legge nella presentazione. “Il Museo è dedicato alla ‘gloria’ artistica locale, ovvero il pittore archittetto e scultore Nicola Filotesio, detto Cola dell’Amatrice, nato nel 1480 circa e morto in Ascoli Piceno dopo il 1547, probabile allievo di Raffello”.
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