Ai ricchi non interessano i musei. A parlare è Flavio Briatore verso l’apertura del Twiga di Otranto
Il discusso imprenditore sbarca in Puglia e presenta il suo modello di politiche culturali. Alberghi di lusso contro le masserie e più strutture sul mare. Poca cultura, più infrastrutture e tanta movida.
“I ricchi vogliono alberghi di lusso, sul mare”. Ecco il Flavio Briatore pensiero che fa discutere in Puglia, verso l’apertura del nuovo Twiga, già esistente a Montecarlo e Monaco, prevista per l’estate 2017 in Salento. L’imprenditore, venuto a Otranto per il convegno sul turismo “Prospettive del Mezzogiorno” – presenti le istituzioni e anche Paolo Verri, direttore di candidatura di Matera 2019 – rincara la dose affermando che il ricco, che lui dice di conoscere bene, non vuole masserie e alberghetti, ma neanche musei, quanto lusso, servizi che funzionano e divertimento. L’Assessore regionale competente, Loredana Capone, ha già fatto sapere che non sarà autorizzata la costruzione di altre strutture sul mare.
CI SONO RICCHI E RICCHI
A prescindere, ci sarebbe da approfondire quali “ricchi” frequenta Briatore, anche se i trascorsi del famoso Billionaire della Costa Smeralda in Sardegna danno una buona immagine di chi sia il “cliente tipo” cui pensa l’imprenditore. Sicuramente non i Pinault, i Prada, i Trussardi e tutti gli altri influenti collezionisti che invece sembrano credere al valore dell’arte e dei musei.
Il locale di Briatore, divenuto famoso per immagini di un lusso sfrenato, come quello di un cliente russo che avrebbe speso 140.000 euro per otto bottiglie di champagne, ha chiuso nel 2012 (per poi riaprire), diventando in quel momento il simbolo di un’epoca, l’epoca Berlusconi che franava rovinosamente. Scriveva infatti Francesco Merlo su La Repubblica, uscito nel giugno dello stesso anno: “non c’è più spazio per i falsi capi di Stato, le soubrette ministre, i falsi giornalisti, le patacche storiografiche dei falsi intellettuali. Flavio Briatore chiude, da falso gran signore, il suo Billionaire, con la pagliacciata del deluso dall’ Italia, la sceneggiata della patria ingrata che non lo capisce e dà del ladro ai “poveri” ricchi come lui. Ma la verità è che il Billionaire non aveva più clienti, e dunque chiude per fallimento il covo della pacchianeria italiana”.
L’EREDITÀ DEL BILLIONAIRE
Ma non è tutto rosa e fiori, glamour, lustrini e luci del varietà: quel progetto, stando a quanto riporta il quotidiano Libero, starebbe vivendo un periodo economicamente devastante, con perdite consistenti. Cosa resterebbe alla Costa Smeralda di tutta questa esperienza? Questo è un problema che le politiche culturali pugliesi devono porsi, soprattutto per ciò che concerne l’immagine della regione al di fuori, percepita oggi come terra di accoglienza, di rilassate vacanze tra gli ulivi, che molti intellettuali ed imprenditori hanno già dimostrato di apprezzare, a scanso di ciò che dice Briatore. Chiudendo con un’ultima nota, i musei non sono solo un affare “di turismo”, ma hanno a che vedere soprattutto con l’identità di un paese, il suo futuro, con il settore pubblico (roba di tutti, non solo dei clienti del Twiga). Insomma, con la cultura. Certo, meno con la movida.
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