Al Colosseo in mostra i tesori di Palmira e dell’Iraq distrutti dall’Isis. Il progetto è italiano
Capolavori perduti della Mesopotamia tornano a rivivere grazie a tecnologie italiane, per un progetto che porta a Roma la replica in scala 1:1 di un patrimonio ormai perduto
Apre al pubblico il 7 ottobre una mostra che è frutto dell’eccezionale lavoro di ricostruzione in scala 1:1 di tre importantissimi manufatti distrutti o pesantemente danneggiati dalla furia iconoclasta in Medio Oriente. Rinascere dalle distruzioni. Ebla, Nimrud, Palmira è un progetto che vede l’Italia protagonista, un programma che dona nuova luce alle Civiltà del Mediterraneo e del Medio Oriente grazie alle più moderne tecnologie, messe a disposizione da tre aziende nostrane. Suggestiva location di questo importante esperimento di ricostruzione culturale sarà il Colosseo, luogo del meraviglioso, monumento più visitato in Italia, in cui rivivranno il Toro di Nimrud, la Sala dell’Archivio di Stato di Ebla e il Soffitto del Tempio di Bel a Palmira.
LO SPIRITO DI ROMA
“Questa mostra segna un passaggio importante della nostra campagna per contrastare le deliberate mutilazioni e cancellazioni del Patrimonio Culturale compiute negli ultimi anni” dichiara Francesco Rutelli, Presidente dell’Associazione Incontro di Civiltà, protagonista insieme a Sky Arte HD del progetto. “Io credo esista uno spirito di Roma, che ha permesso nel ’98 in Campidoglio l’istituzione dello Statuto di Roma per sanzionare i crimini contro l’Umanità; che vede l’Italia protagonista del contrasto del traffico illecito del Patrimonio e della proposta dei Caschi Blu della Cultura; che, oggi, lancia questa mostra del Colosseo, che io spero rappresenti un punto di svolta nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica mondiale”.
COME CARTAGINE
Impressionante l’elenco delle distruzioni, delle depredazioni alle quali non si è stati in grado porre freno alla furia iconoclasta, una distorsione delle cultura islamica mirata a distruggere i simboli, non solo della civiltà occidentale, ma anche delle basi della stessa cultura islamica. Una lotta non attribuibile ad una diversità religiosa, ma volta solo all’annientamento della cultura.
Come sottolineato da Paolo Matthiae, archeologo scopritore della civiltà di Ebla: “Una condanna a morte dell’altro per esaltare l’identità individuale. Questa grande tragedia rinnova qualcosa di molto antico. Cartagine era stata distrutta senza che ne potesse rinascere anche la natura. Questa lotta che di fatto l’Isis combatte è una lotta contro la pluralità delle culture, una distruzione della stratificazione della memoria”.
UN SUCCESSO ITALIANO
Un primo passo che rende orgogliosi gli studiosi italiani; la dimostrazione che le realtà distrutte possono essere ricostruite tenendo conto del valore della cultura quale unico fondamento della pace. Una grande iniziativa di comunicazione che afferma la possibilità ed obbligatorietà degli atti ricostruttivi rendendo al Mondo la perennità della cultura comune, tra perdite e speranze. Una resurrezione in cui l’arte prende vita in un corpo nuovo.
– Ilenia Maria Melis
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