Era inizialmente prevista per il 2013, quindi entro il 2015, la consegna della nuova sede dell’Autorità Portuale di Anversa, nuovo progetto dell’archistar scomparsa a marzo scorso inaugurato postumo, così come già avvenuto con la Stazione Marittima di Salerno, nella giornata di ieri. L’intervento insiste nel quartiere Eilandje, lo stesso in cui sorge l’ormai iconico MAS – Museum aan de Stroom, la torre da cui si gode – tra le altre esperienze possibili – di una generosa vista sul fiume Scheldt. La nuova Port House, rinnova ed espande il volume originario di una stazione dei pompieri in disuso: al suo interno lavoreranno 500 dipendenti del porto, fino a questo momento dislocati in varie sedi. Al rigore della preesistenza, il progetto di Zaha Hadid Architects si inserisce con un gesto che si fissa con prepotenza nello sguardo: un’estensione in vetro con uno sviluppo longitudinale che supera i 110 metri, con un’altezza di 46 metri.
UN EDIFICIO A FORMA DI NAVE
Accostata dai progettisti alla prua di una nave, la struttura presenta una superficie contraddistinta da sfaccettature triangolari, in parte opache, in parte trasparenti, in parte riflettenti: una variazione il cui effetto visiva risulta amplificato dalla riflessione dell’acqua. Il nuovo volume “galleggiante” – saldamente ancorato al suolo da una struttura che non passa certo inosservata in calcestruzzo – trova nell’inclinazione dei pannelli il proprio elemento distintivo, di giorno e di notte. Proponendosi come un omaggio alla storia produttiva di Anversa, in particolare alla lavorazione dei diamanti, la struttura diverrà una sorta di cristallo multi sfaccettato e luminoso, candidandosi a nuovo landmark urbano. Tra i requisiti del concorso internazionale di progettazione vinto da Zaha Hadid Architects nel 2009 – a lanciarlo era stato la Flemish Government Architect nel 2007 e nella rosa dei finalisti figuravano gli studi Xaveer De Geyter Architects, Rapp+Rapp, Vier Arquitectos e, in formazione associata, A2O architecten, Atelier Kempe Thill, Marcq & Roba – era stata inserita un’esplicita richiesta: il mantenimento dell’edificio esistente nella sua completezza. Al pari di analoghe competizioni che hanno avuto come oggetto il tessuto urbano Anversa, anche questa era finalizzata al recupero del patrimonio immobiliare sottoimpiegato o in stato di abbandono in città.
– Valentina Silvestrini
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati