Prendereste sul serio qualcuno che vi dicesse che una mano è oscena perché è nuda, non coperta da indumenti? Peraltro qualcuno che è giovane, molto aperto sul piano internazionale, attentissimo all’attualità, al progresso del pensiero? Se dite di no, che non lo prendereste sul serio, fate molto male: perché proprio questo è successo a Facebook, il gigante incontrastato dei social network, una delle aziende più brillanti e galoppanti, anche finanziariamente, al mondo. Già celebre per aver a più riprese censurato L’origine du monde di Gustave Courbet, l’opera conservata al Musée d’Orsay di Parigi che immortala quasi anatomicamente una vagina in primissimo piano.
BIGOTTISMO AMERICANO
Un’opera d’arte, tutti replicano: quindi ridicolo censurarla, si tratta di una lettura mediata dalla creatività dell’artista, sarebbe come censurare i Bronzi di Riace. Ma se non altro, qui il soggetto è indiscutibilmente di natura sessuale: e questo può spiegare le reazioni scomposte di alcuni naviganti, che si incontrano con il noto bigottismo americano insinuatosi anche dentro al social network. Ma come motivare la censura applicata a un semplice disegno di una mano, nella fattispecie quella di Erasmo, disegnata da Hans Holbein il Giovane nel 16mo secolo? Negli head quarters di Facebook, dopo aver riammesso l’immagine, impossibile da catalogare come offensiva o fastidiosa, motivano l’esclusione non con un’opzione umana, ma con un vizio dell’algoritmo, con un eccesso di fiducia negli automatismi. Ma come non notare l’ennesima prova di perversione del mondo virtualizzato?
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati