A Milano, dal 3 al 4 settembre si parla di interconnessione. Con una mostra ed un progetto, Baotaz, nati da un laboratorio interattivo che ha coinvolto artisti, designer, ricercatori, studiosi, ingegneri, fisici, computer scientist, architetti, poeti, studiosi di diritto, filosofi a livello internazionale. La prima tappa si è svolta a Firenze dal 22 al 26 agosto presso l’ISIA, nell’ambito de La Cura Summer School, e ha posto diverse questioni, tra le quali, si legge, “Come si relazionano gli abitanti di un pianeta interconnesso? Cosa è un ‘senso aumentato’? Come sviluppare nuove ‘sensibilità’ (estetiche, neuro-psicologiche, sociali) all’interconnessione? La vasta disponibilità di dati e informazioni che produciamo attraverso reti e tecnologie ubique sono un ‘bene comune’? Perché l’arte e la transdisciplinarietà sono sempre più al centro dei processi di innovazione?”. Il risultato di queste riflessioni ha portato al design di una tecnologia indossabile che vorrebbe porre il corpo in sintonia con il mondo, mettendo al centro il tema dell’abitare.
UN ABITO CHE “SENTE”
Non a caso l’acronimo Baotaz riguarda le persone “con un percorso di vita caratterizzato da una straordinaria sensibilità e simpatia per gli altri”. Il contesto in cui sarà possibile sperimentare il progetto è l’evento Condividi la conoscenza nell’ambito di Expogate feat. La Triennale di Milano. Non è la prima volta che la scienza collabora in maniera così intensa con l’arte contemporanea: i temi del comune sentire, in una visione sempre più tecno-olistica della vita, non sono inediti, ma fanno parte di un progetto di sviluppo evolutivo quasi costante. L’artista spagnola Maria Castellanos ha prodotto l’environment dress project, un elegante abito progettato con Alberto Valverde, formato da sensori che analizzano la variazione del rumore, la temperatura, la pressione atmosferica, la radiazione ultravioletta, la quantità di monossido di carbonio che circonda una persona nella sua vita normale.
ARTE, SCIENZA, RICERCA
Rimanendo invece nel campo della relazione tra arte e scienza, esiste addirittura anche un premio voluto da Cern e Fact – Fondazione per l’Arte e per la Tecnologia Creativa e intitolato Collide che esplora la relazione tra scienza ed arte, vinto quest’anno dal sud coreano Yunchul Kim (menzioni d’onore all’artista messicana Julieta Aranda e all’artista britannico James Bridle). A Birmingham lo scorso giugno una mostra, sostenuta dalla NASA e dal The Rocket Mavericks ha portato lo spettatore, in un percorso che sapeva più d’arte che di scienza, nel mondo dei microrganismi. Prossimo appuntamento per Baotaz il 30 settembre a Pozzilli presso il Parco Tecnologico IRCCS dell’Istituto Neuromed, in occasione de “La Notte Europea dei Ricercatori”: evento che, sulle tracce delineate dall’Europa, indagherà il tema “Science is wonder-full”.
– Santa Nastro
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