Michele De Lucchi, Bjarke Ingels, Snøhetta e lo studio MVRDV in un contest di architettura per disegnare la nuova sede della San Pellegrino
Le quattro archistar chiamate in Val Brembana, dove ha sede lo storico marchio di acque minerali, tra le eccellenze italiane più note nel mondo. Il progetto vincente verrà annunciato a fine settembre
Un poker d’assi dell’architettura internazionale si dà battaglia in Val Brembana, per rifare il look alla casa di uno tra i marchi italiani del comparto alimentare più noti e apprezzati al mondo. Trattasi del brand San Pellegrino, stella della galassia Nestlé che conta nel Belpaese quasi duemila dipendenti e un giro d’affari da 900 milioni di euro l’anno; un colosso nel settore delle acque minerali e dei soft-drink (suoi anche i brand Levissima, Recoaro, Vera e Panna), che ha scelto di rinfrescare la propria immagine mettendo mano all’impianto produttivo di San Pellegrino Terme. In provincia di Bergamo, là dove tutto cominciò nel lontano 1899.
I QUATTRO STUDI IN GARA
Concorso a chiamata da parte dell’azienda, che mette gli uni contro gli altri quattro protagonisti assoluti della scena dell’architettura italiana e internazionale: si va dal nostro Michele De Lucchi agli olandesi dello studio MVRDV, per arrivare al danese Bjarke Ingels con il suo studio BIG e ai norvegesi Snøhetta. Firme che non hanno bisogno di presentazione, un rooster che metterà facilmente in difficoltà la giuria – composta da alti dirigenti Nestlé e San Pellegrino insieme a critici e docenti di architettura di fama internazionale – chiamata ad eleggere il progetto vincente entro la fine del mese di settembre. Top secret i costi dell’intervento.
UNA STELLA IN VAL BREMBANA
“Sogniamo uno stabilimento che ampli la sua trasparenza e il suo rapporto con il territorio” sostengono i partner dello studio MVRDV, “una nuova stella trasparente che galleggi sopra lo stabilimento e nella vallata”. Il loro progetto parte proprio dalla stella che è simbolo dell’azienda, ricreata in pianta, con soffitti e pavimenti trasparenti e parzialmente riflettenti. Una cascata d’acqua scorre nell’intercapedine dal soffitto fino a terra, di fatto avvolgendo l’intero edificio con il suo elemento caratterizzante; gli spazi per gli uffici concentrati ai piani alti e un grande atrio comune assolve alla funzione di agorà e punto d’incontro.
Punta su un effetto spettacolare e di rottura, più organico al tessuto preesistente e al paesaggio naturale circostante, l’idea di Bjarne Ingels e del suo studio BIG, con l’architetto danese che propone “un’equivalente acquatica di una cantina di vini”. Un ambiente caldo, dominato dall’elemento ricorrente dell’arco, in un’alternanza di “volte maestose, tunnel coperti, arcate e pergolati verdi che incorniciano la storia e l’eredità del brand”, e che contempla anche un auditorium, uno spazio espositivo e un grande piazza aperta alla comunità locale.
UN LUOGO APERTO AL TERRITORIO
Facciate in vetro bianco translucido per le realizzazioni ex novo, integrate in modo organico con le preesistenze. Ma soprattutto la creazione di uno spazio che sia a servizio dell’intero territorio: con una biblioteca, un auditorium, una caffetteria, uno spazio per eventi di show cooking; e poi un teatro all’aperto, affacciato su una piscina che, riflettendo il complesso, ne amplifica la percezione. Questi i temi progettuali di Michele De Lucchi, che immagina un luogo in grado di contribuire “allo sviluppo di tutta la valle come un’importante meta turistica”.
Rispetto agli altri progetti, quello di Snøhetta prevede un intervento massiccio anche nella parte del complesso che ospita la linea produttiva, avvolta con una maglia d’acciaio che abbraccia le forme dell’attuale edificio, armonizzandole con l’ambiente circostante. Il concept dello studio scandinavo fa perno sulla creazione di un nuovo parco pubblico, sul quale i nuovi ambienti sembrano fluttuare.
https://www.sanpellegrino-corporate.it/it/
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