È l’illustratrice italiana del momento, quella che ha dato un’impronta inconfondibile alle copertine dei libri di Henry Miller rieditati da Feltrinelli (l’ultima cover è dedicata alle Riflessioni sulla morte di Mishima), esportando le sue figure dalle forme morbide e ultracolorate fin oltreoceano, grazie alle sue collaborazioni col New York Times e il New Yorker. Stiamo parlando di Olimpia Zagnoli, classe 1984, emiliana d’origine ma milanese d’adozione che, per realizzare la mostra La Grande Estate presso lo spazio polifunzionale Mutty a Castiglione delle Stiviere, ha adottato tecniche differenti, dimostrando ancora una volta la versatilità del proprio talento e attingendo a un ricchissimo immaginario visivo che appartiene tanto alla storia dell’arte quanto alla cultura pop. “Non mi considero esclusivamente un’illustratrice né tantomeno un’artista” risponde Olimpia alla nostra domanda a proposito di questo nuovo approccio artistico e alla sua possibile dicotomia. “Mi piace pensare di poter sperimentare ogni giorno tecniche e supporti diversi e passare dalla dimensione solitaria del lavoro editoriale (che di solito svolgo davanti al computer nel mio studio) a quella interattiva delle mostre (visitare spazi espositivi, incontrare artigiani e stampatori, lavorare gomito a gomito con curatori e galleristi)”.
UNA RESIDENZA D’ARTISTA
Oppure confrontarsi con un pubblico di appassionati del genere, in un progetto di residenza e workshop, come è successo lo scorso agosto nella sede estiva Mutty Temporary Bookstore a Castagneto Carducci, sulle colline toscane. Olimpia, nota per misurarsi solitamente con temi di attualità e costume che mettono al centro la figura umana, soprattutto femminile, questa volta si è messa in ascolto delle morbide colline, della luce abbagliante e del canto delle cicale della campagna toscana, dando vita a percorsi del tutto inaspettati, ma inequivocabili del suo saper raccontare una storia con pochi segni incisivi e distintivi, realizzando una serie di opere digitali dedicate esclusivamente al paesaggio. In esposizione accanto agli schizzi preparatori, che rappresentano un elemento fondamentale per comprendere il suo processo artistico: “dal punto di vista progettuale, una mostra mi eccita perché mi dà l’occasione di sviluppare un progetto libero, mi stimola a tirare fuori l’idea abbozzata sull’angolo di un quaderno e darle una forma – continua Olimpia -. Inoltre mi piace esplorare l’interazione tra il mio lavoro e lo spazio, mi piace costruire una sorta di casa immaginaria tra le mura della galleria”.
TRA HENRY MOORE E LA GIOCONDA
Con un approccio sicuramente diverso da quello utilizzato in previsione di un lavoro per un prodotto editoriale, ma che ha anche i suoi lati negativi: “Quello che non mi interessa dell’arte è la sua dimensione più competitiva, quella delle fiere e del collezionismo. Vado alle fiere e le trovo divertenti, ma non credo vorrei far parte di quel mondo. Mi accontenterei di un Picasso sul camino e un Henry Moore in giardino. L’illustrazione in questo senso è più accessibile. È popolare e ha un prezzo che viene solitamente stabilito all’inizio del lavoro. È trasparente e non ha bisogno di spiegazioni. Un’ illustrazione può essere stampata su una maglietta o su un piatto senza risultare patetica, come una teiera con sopra la Gioconda”.
– Claudia Giraud
23 settembre-15 ottobre
Olimpia Zagnoli
La Grande Estate
Mutty
Castiglione Delle Stiviere, Viale Maifreni 54
http://www.mutty.it/
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