Da Pier Paolo Pasolini a Teho Teardo, a teatro: al via a Roma Short Theatre 2016
Il direttore artistico Fabrizio Arcuri ci racconta l'unidcesima edizione di Short Theatre, un festival centrifugo che per 12 giorni mixa musica, performance e teatro con protagonisti di livello internazionale
Cinquanta compagnie, di cui sedici straniere e trentaquattro italiane, con ben centocinquanta artisti presenti e cinquantasette tra spettacoli, performance, installazioni, progetti musicali, live e dj set. Ricco il programma di Short Theatre, festival in programma a Roma dal 7 al 18 settembre, che il direttore artistico Fabrizio Arcuri ama definire “ad azione centrifuga, non centripeta”. Un concetto che chiarisce partendo dal titolo di questa undicesima edizione, Keep the village alive: “a significare l’invito ad assumersi una precisa responsabilità: mantenere vivo il villaggio, inteso come luogo in cui condividere idee e cambiare ciò che riteniamo non funzioni. Uno spazio aperto, non una riserva. In questo senso è per noi importante attraversare, a partire dal Centro di produzione culturale La Pelanda, anche altri luoghi significativi della città: Palazzo Venezia, il Teatro India, Villa Medici e la Biblioteca Vallicelliana. Analogamente il nostro Festival ambisce a stimolare l’intreccio di pubblici diversi, affinché idee e sguardi messi in campo si moltiplichino esponenzialmente”.
TRA VEGANESIMO E BANLIEU: TANTI I TEMI DI ATTUALITA’
L’apertura è affidata a LUṢ del Teatro delle Albe, per la regia di Marco Martinelli: tratto dal poemetto in lingua romagnola di Nevio Spadoni, vede la voce di Ermanna Montanari intrecciarsi con l’architettura sonora dei live electronics di Luigi Ceccarelli e del contrabbasso di Daniele Roccato. Daniele Timpano torna a Short Theatre assieme a Elvira Frosoni con Carne, incontro-scontro tra due coniugi – carnivoro lui e vegetariana lei – che “accenna alla sacralità della carne come forma inalienabile dell’esistenza”. Phantasmagorica dell’artista visiva MP5 e del musicista e compositore Teho Teardo, ispirata alle fantasmagorie di fine ‘800, è una combinazione di musica, immagini e buio profondo “che gioca sull’illusione e sulla distorsione della realtà per mettere in scena una dimensione fantastica e al contempo inquietante”.
CHIUSURA CON MARIANGELA GUALTIERI
Muta Imago presenta in prima assoluta Polices! dell’autrice francese Sonia Chiambretto: prodotto da Short Theatre lo spettacolo, sotto forma di teatro-documentario, attraversa le violenze della polizia nelle periferie della Francia, allargando lo sguardo sugli abusi nei confronti delle minoranze sociali come donne, immigrati, musulmani. Giorgina Pilozzi della compagnia Bluemotion porta in scena Caffettiera Blu della drammaturga inglese Caryl Churchill, “rivelando il genio creativo di un’autrice che sperimenta, attraverso il dispositivo teatrale, le diverse forme del linguaggio“. Anagoor incontra Pier Paolo Pasolini scegliendo L’Italiano è ladro, poema-testimonianza del clima culturale di un periodo che si apriva alla rappresentazione delle classi popolari, mentre Accademia degli Artefatti porta in scena due testi di Tim Crouch: I, Peaseblossom (Io, Fiordipisello) e I. Sarà Mariangela Gualtieri a chiudere il Festival con Bello mondo, rito sonoro con la guida di Cesare Ronconi, una partitura composta dai versi tratti da Le giovani parole con innesti di poesie da raccolte precedenti.
– Michele Pascarella
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati