Roma è ancora, nonostante tutto, la capitale mondiale degli istituti culturali stranieri. Le caratteristiche della città e il suo essere culla della cultura classica, oltre che meta imprescindibile per chi intraprende studi artistico-archeologici, ne ha fatto il luogo d’elezione per gli investimenti internazionali riguardanti la cultura. Le accademie di Germania, Francia, Austria, Giappone, Polonia, Ungheria, Romania, Belgio, Stati Uniti, Brasile o Spagna (solo per citarne alcune) sono istituti di grande prestigio e rappresentano spesso la più grande istituzione culturale che la madre patria sostiene al di fuori dei propri confini.
La sempre maggior marginalità culturale della città ha messo in discussione questo sistema fino ad arrivare all’interrogazione parlamentare di qualche settimana fa, al Senato della Repubblica Francese, con cui ci si chiedeva quali fossero i veri motivi che spingevano la Francia a investire ancora su Villa Medici. Ma a fronte di queste notizie negative non mancano le note positive se è vero come è vero che un grande paese (dotato di un’economia che ben presto supererà in scioltezza sia quella francese che quella italiana) sta per inaugurare il suo istituto culturale nella nostra capitale.
LE IMMAGINI IN ANTEPRIMA
È fissato per il 26 ottobre infatti il grand opening dell’Istituto Culturale Coreano, che troverà spazio nei 2200 metri quadrati di una bellissima palazzina liberty all’inizio della Via Nomentana e dunque a pochi passi dal museo Macro. Si tratta di un grosso investimento che il Governo di Seoul sta compiendo per promuovere e diffondere il più possibile la cultura coreana a Roma e in Italia. Lo spazio, che Artribune ha potuto fotografare in anteprima, è particolarmente affascinante: il corpo principale comprende gli uffici, gli spazi espositivi, le sale per convegni e le aree di accoglienza, poi c’è un bel giardino sospeso e in un corpo leggermente distanziato una scuola di cucina attrezzata di tutto punto.
PRIMA MOSSA: UNA MOSTRA DI PARK EUN SUN
La mission della nuova istituzione che sarà diretta da Lee Soo Myoung e dotata di uno staff di sei persone? Promuovere lingua, cucina, musica ed esperienze culturali (la struttura, amministrata dall’Ambasciata Coreana in Italia, dipende dal Ministero della Cultura) di un paese che vuole affiancare uno storytelling sul suo modo di vivere alla narrazione di un boom economico che dura ormai da anni. Ma l’istituto coreano, come quasi tutti gli altri istituti culturali stranieri a Roma, sarà anche un luogo aperto dove andare a vedere mostre d’arte visiva? Assolutamente sì. Gli spazi non mancano e intanto si parte col riallestimento capitolino del padiglione Corea visto all’ultima Triennale di Milano oltre che ad una mostra, questa volta all’aperto, dello scultore Park Eun Sun (Hangul, 1965) che vive e opera a Pietrasanta.
Una bella scommessa sulla capitale italiana da parte del Governo coreano. Una scommessa da capire, mettere in rete e valorizzare.
Il sito delle ambasciate coreane in Italia
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