Come vorreste il Ponte sullo Stretto di Messina? Ecco i 10 più belli del mondo, da prendere ad esempio

L’ultimo annuncio di Renzi parla chiaro: riprendiamo a lavorare al progetto. Un sogno, o per molti un incubo? Ma se doveste scegliere come farlo, lo vorreste somigliante a uno di questi?

Se dobbiamo sognare, allora sogniamo”. Questa la reazione di molti davanti al rilancio del progetto per il Ponte sullo Stretto di Messina, tornato protagonista del dibattito politico con le recenti aperture del premier Matteo Renzi. Perché allora non sognare fino in fondo?, ci siamo detti noi: perché non sognare un ponte che sia fra i più belli, oltre che fra i più lunghi del mondo, che richiami attenzioni e apprezzamenti non solo per le opere ingegneristiche, ma anche per le soluzioni creative? Certo, siamo ben consapevoli che la portata dell’opera – qualora andasse stavolta in porto – sarebbe tale da non lasciare troppo spazio all’estro dell’archistar di turno: 3.300 metri di lunghezza della campata centrale, 60,4 metri di larghezza dell’impalcato, 399 metri di altezza delle torri, 1,26 metri di diametro dei cavi di sospensione, giusto per dare qualche numero. Eppure non mancano certo al mondo ponti di dimensioni anche importanti, che hanno saputo coniugare efficienza e sicurezza con armonia e sperimentalità creativa. Coinvolgendo anche importanti progettisti, da Santiago Calatrava a Wilkinson Eyre Architects: eccone una galleria, a voi la scelta…
Noi cominciamo la top ten con, alla decima posizione, l’Akashi Kaikyō Bridge di Satoshi Kashima (lo vedete qui sopra), realizzato in Giappone nel 1998. Lo abbiamo scelto perché la sua campata centrale è la più lunga al mondo (sfiora i 2 km) e perché è stato realizzato a coprire un tratto di mare segnato da correnti impetuose. Una condizione, insomma, che ricorda un po’ quella dello Stretto di Messina…

Il ponte di Øresund di Dissing + Weitling, fra Copenaghen e Malmö

Il ponte di Øresund di Dissing + Weitling, fra Copenaghen e Malmö

Al nono posto abbiamo il ponte di Øresund di Dissing + Weitling, inaugurato nel 2000 fra Copenaghen e Malmö. Anche in questo caso abbiamo a che fare con un’architettura simbolica: con i suoi quasi 16 km di lunghezza è il ponte strallato più lungo d’Europa, appoggia su un’isola artificiale realizzata appositamente per consentirne la costruzione.  Questo ponte rappresenta una fortissima immagine di unione: il suo nome è una crasi tra quelli usati in lingua danese e svedese: unisce le due nazioni, ma anche la penisola scandinava al resto del continente.

Il Sutong Yantze River Bridge, in Cina

Il Sutong Yantze River Bridge, in Cina

All’ottava posizione troviamo il Sutong Yantze River Bridge, in Cina. Inaugurato nel 2008 è stato fino al 2012 il ponte sospeso più lungo al mondo: la sua campata centrale supera infatti il chilometro di lunghezza.

Il Nescio Bridge di Wilkinson Eyre Architects ad Amsterdam

Il Nescio Bridge di Wilkinson Eyre Architects ad Amsterdam

In settima posizione troviamo gli 800 metri del Nescio Bridge di Wilkinson Eyre Architects ad Amsterdam, aperto nel 2006. Ci piace la sua linea sinuosa, quasi un serpente che si inarca e si curva sull’acqua; e ci piace sia il primo ponte totalemnte green d’Olanda: si può infatti percorrere solo a piedi e in bicicletta.

Lo Stonecutters Bridge, a Hong Kong

Lo Stonecutters Bridge, a Hong Kong

Il sesto posto ci porta a Hong Kong: ecco lo Stonecutters Bridge, inaugurato nel 2009 e realizzato, ancora una volta, da Dissing+Weitling. Parliamo anche in questo caso di un prodigio ingegneristico: si erge in una zona segnata da venti fortissimi, che hanno richiesto accorgimenti avveniristici in sede di progettazione.

Il Kurilpa Bridge di Cox Rayner Architects e Arup a Brisbane

Il Kurilpa Bridge di Cox Rayner Architects e Arup a Brisbane

In quinta posizione ecco il Kurilpa Bridge di Brisbane, Australia, inaugurato nel 2009. Si tratta di un ponte ciclopedonale, disegnato dallo studio Cox Rayner Architects con il gruppo Ove Arup: troviamo affascinante il gioco di cavi che solleva l’intera struttura, dando una sensazione di grande leggerezza.

Il Da Vinci Bridge by Vebjørn Sand a Gerusalemme, ispirato ai disegni di Leonardo

Il Da Vinci Bridge by Vebjørn Sand in Norvegia, ispirato ai disegni di Leonardo

Ai piedi del podio, in quarta posizione, il Da Vinci Bridge di Vebjørn Sand nella regione di Akershus, in Norvegia. Inaugurato nel 2001, è la riproduzione in scala di un progetto disegnato da Leonardo nel 1502 per il sultano Bayezid II. Una meraviglia “vecchia” di cinquecento anni, insomma, che non fa che dimostrare il genio totale dell’artista italiano più noto nel mondo.

Il Quarto Ponte sul Canal Grande di Santiago Calatrava, a Venezia

Il Ponte della Costituzione sul Canal Grande di Santiago Calatrava, a Venezia

Lo sappiamo: molti ora storceranno il naso. Ma per noi il Ponte della Costituzione di Santiago Calatrava sul Canal Grande di Venezia merita la medaglia di bronzo. Aperto nel 2008 è stato subito oggetto di critiche (per i costi dell’opera e le barriere architettoniche che rendono difficile l’accesso ai disabili, ma anche per la scivolosità della pavimentazione), ma siamo convinti che, difetti a parte, vada premiata la qualità estetica di un intervento che si innesta senza clamori in un paesaggio urbano così caratterizzato e “intoccabile” come quello di Venezia. Dimostrando come sia possibile portare segni di grande modernità anche in contesti storicizzati.

L'Erasmus Bridge di Ben van Berkel, a Rotterdam

L’Erasmus Bridge di Ben van Berkel, a Rotterdam

Per il secondo posto torniamo in Olanda, questa volta a Rotterdam: l’Erasmus Bridge di Ben van Berkel, ha segnato in modo indelebile fin dalla sua apertura nel 1996 il landscape della città, diventandone un vero e proprio simbolo. Viene detto “il Cigno”: un riconoscimento all’eleganza e alla grazia di una costruzione davvero iconica.

Il Verrazano-Narrows Bridge, a New York

Il Verrazano-Narrows Bridge, a New York

Saremo romantici, ma per noi il ponte più bello del mondo era e resta (lo sarà sempre?) il Verrazano-Narrows Bridge di New York, inaugurato negli Anni Sessanta. Poche costruzioni hanno la sua capacità di fissarsi nell’immaginario collettivo, di essere simbolo di un’intera città.

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Redazione

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