Non poteva essere altrimenti, in una occasione del genere. L’oggetto che da sempre simboleggia la Vienna Design Week ha beneficiato del dovuto risalto in occasione del party che ha santificato il decimo anniversario della manifestazione. Al pari di un totem inviolabile, è stato esposto al centro dell’ampia zona bar a forma di quadrilatero. Era magicamente sospeso in aria, al di sopra di una piramide di bottiglie di spumante, protetto da un grandioso baldacchino di gocce di cristallo. Ovviamente era bersagliato da spot di ogni colore, come il simulacro d’una arcana mitologia. In realtà il totem è una comunissima sedia da ufficio ministeriale d’antan, solitamente esposta all’ingresso di ogni luogo in cui c’è un evento doc, incarnandosi talvolta in una variante del modello statale. La sedia-totem ha una particolarità ormai storica: ogni anno subisce una laccatura di colore differente. Per il decennale, è il bianco.
POLEMICHE SUL NUOVO SKYLINE
Luogo della cerimonia, il pianoterra del lussuoso Hotel InterContinental, il cui ingresso principale è pressappoco dirimpetto alla stazione Stadtpark della metropolitana, opera esemplare di Otto Wagner. Siamo in un’area monumentale, tangente il pieno centro di Vienna, sul lato esterno del Ring. Urbanisticamente parlando, una zona privilegiata che fa gola ai magnati del grosso business immobiliare, i quali spingono da anni nel voler modificare lo skyline della zona, quando invece i comuni cittadini non ne vogliono sentir parlare. Anche l’InterContinental è sotto attacco. Da parte di chi? Del proprietario dell’immobile, naturalmente, che spinge per accostarvi una torre alta quasi un centinaio di metri. Il che farebbe saltare ogni vincolo ambientale esistente a cui invece si aggrappano i partigiani del no, tra i quali sono schierati molti architetti e urbanisti, convinti che un’opera del genere incrinerebbe pure la qualifica di patrimonio universale dell’umanità conferita dall’UNESCO alla metropoli austriaca. Scintille ad un incontro del progettista brasiliano Isay Weinfeld, vincitore del concorso internazionale per la realizzazione di cui sopra, con una schiera di architetti viennesi: si dice che il brasiliano, affermato specialista di strutture alberghiere di alto livello, abbia ricevuto critiche come non mai, tanto da rimanere di stucco.
IL SILENZIO DI DESIGNER E ARCHITETTI
Sopra questo vulcano artificialmente a riposo, la festa! Già, ma facciamo un passo indietro: chi, per il party all’InterContinental, è l’ospite invitante e chi è l’invitato? Guarda caso, l’evento è stato organizzato e offerto dal proprietario dell’hotel, e l’ospite d’onore era precisamente la Vienna Design Week, marchio ormai di prestigio in ambito culturale e mondano, nonché finanziario. Quindi, camerieri in guanti bianchi, bicchieri di cristallo, musica live. A seguire, la parola a Lilli Hollein, direttrice della Design Week, per la presentazione di una voluminosa antologia della “settimana” viennese che ne celebra la storia, e ringraziamento al generoso padrone di casa. Quasi del tutto assente il gotha viennese dell’architettura e tutt’altro che al completo quello del design. Aveva fiutato bene l’atmosfera un ragazzone dai capelli lunghi lì presente, con aria da trentottenne fuori corso, in realtà un grafico di mestiere, molto competente in materia di hi-tech. Lui andava sussurrando a chi gli stava vicino che questo decennale sarebbe stato meglio celebrarlo con lattine di birra in mano. Un’altra visione del mondo, evidentemente.
– Franco Veremondi
www.viennadesignweek.at
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