London Updates: ultimo flash dalla fiera Frieze. Tutti pazzi per il cesso d’artista di Julie Verhoeven
Impresa ardua usare la toilette in fiera: a presidiare i wc è infatti l’artista inglese, nei panni di una addetta delle pulizie, che coinvolge il pubblico in ironiche performance
Un bilancio della settimana e del mercato dell’arte mondiale è a questo punto doveroso. Il compito di redigere un epilogo spaventerebbe qualsiasi critico d’arte. Dunque preferiamo raccontarvi un’opera emblematica della settimana londinese e più in generale della situazione attuale del mercato dell’arte per sgravarci da questo arduo peso. L’installazione che abbiamo scelto per voi è “The Toilet Attendant… Now wash your hands” di Julie Verhoeven. Sostanzialmente, un eccentrico cesso all’interno del padiglione della quattordicesima fiera di Frieze a Londra.
L’installazione ha gettato nello scompiglio i bisognosi galleristi e collezionisti che cercavano di espletare rapidamente le loro funzioni vitali prima di passare al prossimo stand. Due tappetti, uno blu per le signore ed uno rosa per gli uomini. Dove andare? E’ indifferente, il bagno è unisex, ma non crediate che sia facile comprenderlo. Una volta entrati l’artista ci accoglie vestita da toilet attendant con un viso pitturato per emulare l’extracomunitaria che in genere assiste i visitatori offrendo carta igienica, profumi, tampax, preservativi, leccalecca e quant’altro, a seconda delle emergenze. I maschietti sono costretti a relazionarsi con assorbenti e tamponi arrossati gettati in un secchio all’entrata. Una bilancia incute timore e ci testa prima di recarci al climax dell’esperienza toilette: il WC. Chicchi di caffè rosati sono dipinti sul coperchio alludendo al genere femminile e disegni tappezzano le pareti, facendo sogghignare la visitatrice mentre cerca di concentrarsi sulla riuscita dell’operazione. Dall’altra parte i gentleman tentano di centrare le decorazioni poste all’interno degli orinatoi. Ci auspichiamo che ciò sia stato possibile per la toilet attendant che dovrà occuparsene al termine della giornata.
DA DUCHAMP A CATTELAN: QUANDO IL WC È D’AUTORE
Il bagno o più precisamente il cesso come intrigante soggetto artistico è entrato a fare parte dell’immaginario comune nel 1917, quando un coraggioso Marcel Duchamp ha sottratto ogni utilità ad un orinatoio che si è improvvisamente trovato capovolto ad essere promosso a Fountain e successivamente addirittura ad opera d’arte. Da allora numerosi artisti si sono cimentati nell’arte della toilette ed alcuni, come Piero Manzoni hanno osato mostrare ciò che defluisce all’interno di un sanitario con la felicissima intuizione “Merde d’artiste”. Fernando Botero si è poi dilettato nell’arte di dipingere le sue ingombranti figure tra WC e lavabo e Lisa Levy ha accolto nuda e seduta su un WC i visitatori durante la sua esibizione “The artist is humbly present” satirizzando sui contenuti delle performance di Marina Abramović. Per concludere, non poteva che chiudere il cerchio il nostro Maurizio Cattelan con un cesso dorato al Guggenheim che ha riattribuito al WC la sua funzione primaria, ingiustamente sottrattagli da Duchamp un secolo prima.
RICORDATE DI LAVARVI LE MANI!
Abbiamo dunque scelto la metafora dell’emisfero cesso di Julie Verhoeven a Londra per raccontarvi l’attuale mondo e mercato dell’arte: un ecosistema entropico, artefatto, che favorisce la provocazione alla qualità, altamente sessista, razzista e classista come ammonisce il volto colorato della toilet attendant nei bagni di Frieze.
Il cesso della Verhoeven è un rifugio di autenticità, intimità e satira che è accessibile a tutti e non solo a quella minoranza che può permettersi le opere esposte a Frieze. Perché in fin dei conti cos’è l’arte se non l’espressione di universali bisogni umani? E quando la natura chiama, l’arte risponde.
Mentre ci perdiamo in questo filosofeggiare, la toilet attendant ci riporta alla realtà gridandoci “wash your hands!”. Puliti e profumati usciamo dalla toilette e torniamo nel nostro teatro di gallerie, artisti e curatori in cui anche un cesso diventa arte.
– Federica Beretta
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