MAN di Nuoro. Le mostre della stagione 2016/2017, tra attualità della pittura e internazionalizzazione
Con il MAN prosegue il nostro ciclo di news sui programmi dei musei d'arte contemporanea per la stagione autunno-inverno 2016/2017. Ne abbiamo parlato con il direttore Lorenzo Giusti
La nuova stagione espositiva del MAN – Museo d’Arte Provincia di Nuoro, che dallo scorso mese di agosto ha in carico la gestione del riaperto Museo Ciusa, altro polo culturale importantissimo per la città, si apre il 21 ottobre (per protrarsi fino al 5 febbraio) con Soggettivo-Primordiale, una riscoperta dei movimenti dell’espressionismo tedesco attraverso una selezione di oltre cento opere provenienti dalla collezione dall’Osthaus Museum di Hagen, dedicato al grande collezionista Karl Ernst Osthaus, uno dei padri sostenitori dell’avanguardia artistica e architettonica europea. Parallelamente ci sarà l’inaugurazione di una mostra personale di Alessandro Pessoli, artista italiano tra i più noti in ambito internazionale, che avrà come fulcro la sua produzione di disegni animati: quello dell’animazione è un filone a cui il museo si dedica da qualche anno con importanti risultati. Abbiamo parlato con il direttore del museo, Lorenzo Giusti, di aspettative e progettualità della stagione che va a cominciare. Partendo da un riflessione su quella precedente.
C’è qualcosa nella programmazione dello scorso anno che ha deluso le sue aspettative o al contrario l’ha invece sorpresa?
I risultati del 2016 sono stati fino ad oggi in linea con le aspettative, ma un vero e proprio bilancio lo potremo fare soltanto alla fine dell’anno, dopo l’apertura delle nuove mostre. La mostra di Roman Signer – prima personale dell’artista in Italia – è stato un importante traguardo, così come il volume – con dvd allegato – che abbiamo prodotto per l’occasione e che può essere considerato una vera e propria estensione del progetto espositivo. Una piacevole sorpresa c’è stata con la mostra Living Room di Michel Blazy, che nonostante le dimensioni contenute ha avuto un grande ritorno di pubblico e di stampa. Anche la mostra di Garry Winogrand, prima retrospettiva in Italia, ha avuto un notevole riscontro ed è stata visitata – insieme a quella di Petra Feriancovà – da un pubblico soprattutto internazionale durante il periodo estivo. Nel 2016 abbiamo avuto anche la coda della mostra dedicata a Paul Klee e l’animismo, quella di Zanele Muholi e Lindeka Qampi, il progetto di Ettore Favini in collaborazione con il Museo di Villa Croce e la seconda parte del progetto La costante resistenziale sull’arte in Sardegna dagli anni Sessanta a oggi.
Su quale aspetto crede che il suo museo debba migliorarsi?
Ogni anno cerchiamo di colmare alcune lacune e di fare qualche passo in avanti. Due anni fa abbiamo lavorato sul potenziamento della comunicazione in rete e attraverso i social, ed ora stiamo procedendo a velocità piuttosto spedita. L’anno scorso abbiamo lavorato sulla strutturazione di un public program puntando sulla collaborazione con le università del territorio e in particolare con il DECA Master, un master di primo livello sul diritto e l’economia della cultura e dell’arte. Questa stagione ci vedrà impegnati su aspetti più legati alla governance: la riforma degli enti locali impone una riscrittura della forma giuridica del museo, fino a oggi Istituzione della Provincia di Nuoro, per cui proveremo a non farci trovare impreparati al momento dell’attuazione degli indirizzi regionali. Un altro aspetto che ci preme è trovare una sede per la collezione storica del museo, una parte della quale è attualmente esposta al Museo Ciusa. Dobbiamo trovare una soluzione finale per una condizione da troppo tempo instabile.
Qual è l’identità della programmazione di quest’anno: su cosa puntate?
Attraversamenti temporali, nuovi linguaggi (quest’anno con un’attenzione particolare alla possibile attualità della pittura) e internazionalizzazione. Anche nel 2017 punteremo sul “mix” che ha contraddistinto l’attività del museo negli ultimi anni, con un importante progetto d’arte contemporanea affiancato da un’attività più dinamica e sperimentale negli spazi della Project Room, una nuova grande mostra dedicata alle avanguardie storiche, un progetto fotografico inedito per l’Italia e uno dedicato alla Sardegna.
A quanto ammonta il budget dedicato alla programmazione delle mostre di quest’anno? Con quale variazione rispetto agli anni precedenti?
Sarebbe bello e utile potere conoscere adesso l’entità del budget del 2017, ma le Istituzioni pubbliche devono fare i conti con i bilanci degli enti che le sostengono, la cui approvazione non arriva mai prima di gennaio-febbraio (se non talvolta anche più avanti). Stiamo lavorando affinché la disponibilità per le attività non subisca variazioni rispetto all’anno in corso dialogando con i partner storici del museo (Regione e Fondazione di Sardegna) ma anche con fondazioni ed enti, sia pubblici, sia privati, extraterritoriali.
In che proporzione le vostre mostre sono interamente prodotte dal museo, coprodotte con altre istituzioni o acquisite da soggetti esterni?
A grandi linee possiamo dire che il MAN produce in piena autonomia il 50-60% delle proprie mostre, un altro 25% sono progetti pensati e coprodotti con altre istituzioni italiane o straniere. Soltanto in minima parte presentiamo mostre nate a partire da nuclei itineranti, che sempre in ogni caso rielaboriamo e sviluppiamo in base alle esigenze del museo.
– Claudia Giraud
MAN – Museo d’Arte della provincia di Nuoro
Nuoro, via Sebastiano Satta 27
http://www.museoman.it/
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati