Palazzo Collicola di Spoleto. Tutte le mostre della stagione 2016/2017 confluiscono in Collicoland
Con Palazzo Collicola prosegue il nostro ciclo di news sui programmi dei musei d'arte contemporanea per la stagione autunno-inverno 2016/2017. Ne abbiamo parlato con il direttore Gianluca Marziani
Con l’avvio della nuova stagione espositiva, fissata al 5 novembre (per concludersi il 5 febbraio) ogni ala di Palazzo Collicola Arti Visive sarà, come di consueto, interessata da una diversa esposizione: il piano mostre del museo ospiterà le personali di Soichiro Shimizu, Franco Marrocco e quella di Mario Schifano dal titolo Ex Film; quello dedicato alla Collezione Carandente la personale di Vincenzo Pennacchi dal titolo La Crepa e la Donazione Beverly Pepper, il corpus di 23 opere d’arte realizzate dalla nota scultrice statunitense novantatreenne nel periodo 1963-2006, che ha deciso un anno fa di donare al Comune di Todi, dove ha una casa e uno studio dal 1972. Mentre per il progetto Satellite, saranno coinvolti il Salone d’Onore di Palazzo Collicola con la personale di Cristina Bonucci e la Casa Romana (quindi uno spazio esterno al museo già sperimentato quest’estate con le pitture di Elio Casalino) con una mostra di Francesco Irnem. Abbiamo parlato con il direttore del museo, Gianluca Marziani, di aspettative e progettualità della stagione che va a cominciare. Partendo da un riflessione su quella precedente.
C’è qualcosa nella programmazione dello scorso anno che ha deluso le sue aspettative o al contrario l’ha invece sorpresa?
Dirigere un museo con pochissimi soldi e moltissime idee ti porta ad avere minime aspettative e massime sorprese. Cerco di non sentirmi mai deluso ma di usare la vertigine del disincanto. In parallelo, faccio in modo che ogni progetto abbia qualcosa di sorprendente, unico, mai visto da altre parti.
Su quale aspetto crede che il suo museo debba migliorarsi?
Vorrei migliorare l’illuminotecnica, i servizi per il pubblico e alcuni aspetti logistici che stiamo tentando di risolvere. Per il resto diciamo che tutto si può e si deve migliorare, l’importante è essere convinti ma mai totalmente soddisfatti.
Qual è l’identità della programmazione di quest’anno: su cosa puntate?
Seguiamo il ritmo polifonico dei linguaggi contemporanei, il talento sottotraccia, le combinazioni linguistiche, i cortocircuiti tra memoria e futuro. Indaghiamo il territorio con occhio selettivo ma capillare. Usiamo diversi spazi esterni in un circuito che apre il museo alle ragioni dell’archeologia, del paesaggio umbro, delle amenità regionali. Tante mostre ma anche incontri, microfestival, workshop e altre cose che sto inserendo dentro un contenitore di contenuti chiamato COLLICOLAND.
A quanto ammonta il budget dedicato alla programmazione delle mostre di quest’anno? Con quale variazione rispetto agli anni precedenti?
Palazzo Collicola Arti Visive conta su una piccola base che ogni anno racimolo tra Comune, Regione Umbria, Fondazione Carispo e Banca Popolare di Spoleto: un tesoretto con cui pago i costi essenziali.
In che proporzione le vostre mostre sono interamente prodotte dal museo, coprodotte con altre istituzioni o acquisite da soggetti esterni?
La produzione delle mostre viene costruita in forma sartoriale, secondo un principio di fundraising dedicato che copre le singole voci del progetto. Un lavoro faticosissimo che ti costringe a tenere la tensione molto alta, trovando sempre nuove formule di finanziamento. Diciamo così: dopo un’esperienza del genere, non esiste situazione museale che mi faccia minimamente paura.
– Claudia Giraud
Palazzo Collicola Arti Visive
Spoleto, Piazza Collicola 1
www.palazzocollicola.eu
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