Né architettonicamente un centro commerciale, né commercialmente un outlet. A una ventina di minuti da Porta Venezia, a Milano, Lo Scalo di Locate Triulzi è una nuova piazza di vendita estesa, en plein air, per soli brand d’alta gamma. Tra negozi monomarca d’alta moda, di accessori di lusso, ristoranti fast food e raw food, ma con due aree che lo distinguono rispetto ad altri luoghi di vendita al dettaglio per famiglie. Il primo punto di forza è il distretto dedicato al design. Aziende come Cappellini, Moroso, ma anche B&B e Vitra hanno creato, nell’arco di alcune centinaia di metri quadri, un accorpamento di flagship store in grado di proporre ambienti, arredi, oggetti e soluzioni d’interni d’alta gamma. Nello spazio Vitra, ad esempio, è stata proposta una sezione dedicata alla Home Collection, un collage di classici come la Lounge Chair e le Plastic Side Chair di Charles & Ray Eames o il tavolo Guéridon di Jean Prouvé, presentati insieme a prodotti contemporanei come il nuovissimo Soft Modular Sofa di Jasper Morrison.
A CURA DI BRUNA ROCCASALVA
Il secondo asset innovativo, a qualche blocco di distanza, tra pareti lucidissime color ciliegia e alte vetrine, è una sorta di quartiere, non colonizzato da alcuna azienda: Lo Scalo Arte. Proprio a poca distanza da Karl Lagerfeld e Fratelli Rossetti, Alice Ronchi e Santo Tolone (attraverso interventi espositivi a rotazione semestrale), sotto la curatela di Bruna Roccasalva, hanno potuto lavorare all’interno di due spazi, due unità immobiliari spurie e non interamente penetrabili dall’esterno. Mantenendo l’integrità della vetrina, Tolone con Le Vie d’Acqua realizza un’installazione che si sviluppa lungo la superficie perimetrale dello spazio espositivo a ridosso delle vetrate, che assumono così una doppia valenza. In questo modo l’artista ripensa la natura architettonica dell’edificio utilizzandolo come grande vetrina e, allo stesso tempo, come un enorme acquario al cui interno fluttuano forme e colori. L’ambiente espositivo si articola in diverse sale allestite con dipinti, fotografie, sculture e wall drawings, che però è possibile osservare solo dall’esterno attraverso le grandi vetrate, proprio come in un acquario. Completano l’allestimento delle tende che, muovendosi meccanicamente lungo le pareti, stabiliscono il tempo della percezione dell’opera: a ogni loro spostamento un’opera scompare mentre un’altra si mostra, in uno spettacolo sempre parziale di ambienti appena intravisti, di spazi o oggetti intuiti.
ATMOSFERE DEI FILM DI JACQUES TATI
Mentre in continuo scambio tra interno ed esterno, Alice Ronchi lavora sul concetto dell’accoglienza, sviluppandola tramite un’installazione che declina in modi differenti il gesto del “saluto”: un mix tra interventi scultorei, performance e video. Sopra l’ingresso dello spazio colloca l’insegna luminosa “Greetings”, che offre la chiave di lettura dell’azione che accade all’interno: un performer che pulisce i vetri. Il gesto ripetitivo della sua mano, ondeggiando, assume le movenze di una coreografia poetica e si trasforma in un gesto di saluto, che accoglie il visitatore. La performance “Greetings” rappresenta il concetto di arte di Alice Ronchi, ossia la capacità di vedere la bellezza e la meraviglia anche nella semplicità di un gesto quotidiano, come pulire un vetro. Questo atto diventa anche lo spunto per costruire quello che l’artista definisce il “padiglione adibito ai saluti”, un luogo pensato per accogliere e intrattenere. Varcando la soglia, si entra in un ambiente raccolto dove, attraverso un foro, è possibile prendere visione di un video, ispirato alle atmosfere dei film di Jacques Tati. Il video si sofferma su alcuni particolari come il movimento della mano, il lento oscillare del corpo e su atteggiamenti eleganti che si possono assumere nell’atto di pulire una vetrina.
– Ginevra Bria
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