Una performance per il migrante Domenico Modugno. Driton Selmani a Polignano a Mare

La performance si è conclusa con il sequestro da parte dei carabinieri del paese in provincia di Bari del salvagente che l’artista kosovaro aveva messo sul monumento al famoso musicista

Il tema dei migranti è tra i più caldi del momento. Non sono bastati i canotti di Ai Weiwei a Vienna, al Belvedere, o a Firenze sulla facciata di Palazzo Pitti. In tutta Europa è un fiorire di iniziative simili, che raccontano la fuga disperata, l’odissea di uomini e donne in fuga dalla guerra e in cerca di una vita migliore. Un segno in tal senso viene anche da Polignano a Mare, in questi mesi una vera e propria culla di eventi e progetti per l’arte contemporanea con la nascita di nuove gallerie, come Like a Little Disaster e Vento Blu, le aperture più recenti e addirittura performance nello spazio pubblico, come quella che andiamo a raccontare in questo caso. E che nasce intorno all’assunto che Domenico Modugno, il personaggio pubblico più importante della cittadina pugliese, insieme a Pino Pascali, cui è dedicata l’omonima fondazione, è il “migrante” o uno dei “migranti” più famoso al mondo (ricordate, ad esempio, la sua versione di Amara Terra Mia, struggente canzone che dà voce alla malinconia dell’emigrato?)

LA PERFORMANCE E I TURISTI
Ed è così che, sotto la cura di Roberto Lacarbonara, l’artista kosovaro Driton Selmani, classe 1987, originario di Prishtina, ha ricoperto, in un blitz diurno, la statua dedicata al famoso musicista pugliese, che abbraccia con un ampio gesto il mare adriatico in cui hanno viaggiato e viaggiano molti migranti, con un salvagente. Il gesto ha generato non poche reazioni, anche alcune irritate dei turisti che si sono ritrovati a non poter fotografare la statua “nature”. Tra approvazione e indignazione, il salvagente è stato sequestrato dai carabinieri della città di Polignano a Mare. L’artista è in Italia per la mostra personale nello spazio Exchiesetta, una piece unique gallery in una chiesetta sconsacrata che si affaccia su una delle terrazze più belle del paese. Alcuni coltelli di fabbricazione artigianale, legati ad un filo teso al di sotto di grandi palloni neri fluttuanti nello spazio, suggeriscono nell’opera Country on my back l’ambiguità ancora non risolta degli attuali modelli di convivenza civile, politica e religiosa. Naturalmente non senza richiamare alle problematiche del Paese di origine dell’artista, ancora attraversato da drammi politici e sociali. Tutte le foto nella nostra fotogallery.

Santa Nastro

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Santa Nastro

Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è vicedirettore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione…

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