Italiani in trasferta. Donato Piccolo a Shanghai: residenza e mostra griffate Swatch
Una stanza ed uno studio per lavorare nell’hotel più antico dell’Asia, lo Swatch Art Peace. Incontrando personaggi come Hans Ulrich Obrist, Jeffrey Deitch, Anish Kapoor, e gli italiani Massimo Torrigiani e Davide Quadrio
“La mostra si intitola Reality Reversible, perché ho realizzato sculture che riflettono sul concetto di ‘reversibilità’, fisica e visuale: tutto quel che accade temporalmente non può essere cambiato, le azioni dell’uomo sono irreversibili perché sono state compiute. Le sculture invece giocano con fenomeni naturali quali uragani, vortici, stati elettrici: e quando sono in azione creano movimenti e trasformazioni reversibili, in quanto se il meccanismo collegato alla scultura si ferma tutto ritorna al suo stato originario”. Chi parla è Donato Piccolo, artista romano classe 1976: che racconta ad Artribune – non riuscendo a nascondere l’entusiasmo – il suo ultimo progetto espositivo presentato nientemeno che a Shanghai. “Sono stato ospite per tre mesi della Swatch Foundation, invitato dai coniugi Hajek (proprietari della Swatch) che mi hanno messo a disposizione una stanza ed uno studio per lavorare nell’hotel più antico dell’Asia, lo Swatch Art Peace. In questi mesi ho incontrato personaggi come Hans Ulrich Obrist, Jeffrey Deitch, Anish Kapoor, e gli italiani Massimo Torrigiani e Davide Quadrio, molto attivi a Shanghai”. La residenza è sfociata nella mostra a cui l’artista accennava, allestita da Alluneednow, uno spazio polifunzionale gestito dal gruppo curatoriale SMart, composto da Sandra Yin e Martha Zhang: resta visibile fino al 30 novembre, noi intanto la raccontiamo con tante immagini…
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