Le Puces du design crescono. A Parigi nuova location e direzione targata 5.5 designstudio
Il mercato delle pulci del design che riunisce due volte l’anno i migliori antiquari europei specializzati nel design della seconda metà del Novecento si rifà il look affidando la direzione artistica della sua 35esima edizione al collettivo di designer. A Parigi fino al 20 novembre, con una nuova location più spaziosa e una nuova identità visuale
Quello tra il collettivo 5.5 designstudio e le Puces du Design è un sodalizio nuovo di zecca, che poggia però su una solida base di esperienze e valori condivisi. Fu proprio Fabien Bonillo, deus ex-machina della prima mostra-mercato europea dedicata al design vintage e d’occasione, a commercializzare il primo prodotto disegnato dagli ex-allievi dell’ESAAMA di Parigi, all’epoca riuniti con il nome di 5.5 designers – il “Portecintre”, una crasi di portemanteau, appendiabiti, e cintre, gruccia, che restituiva dignità a due oggetti anonimi e di uso comune fondendoli in un terzo oggetto sorprendente – con il suo marchio La Corbeille Editions. Oggi, i quattro creativi (Vincent Baranger, Jean-Sébastien Blanc, Anthony Lebossé e Claire Renard, tutti nati negli anni Ottanta) sono chiamati a dare la loro impronta alle “puces”, inaugurando una direzione artistica triennale. L’obiettivo è quello di svecchiare la manifestazione rendendola più conviviale e trasformando un appuntamento fisso per appassionati di design a caccia di chicche, soprattutto risalenti al periodo compreso tra il 1950 e il 2000, in una festa aperta a tutti e capace di offrire attrattive che vadano oltre l’aspetto commerciale e transazionale.
DAL PRONTO SOCCORSO DEGLI OGGETTI ALLA DIREZIONE ARTISTICA DELLE “PUCES”
In attività dai primi anni Duemila, i membri di 5.5 designstudio fanno parte della nuova generazione di progettisti francesi che si è imposta all’attenzione internazionale grazie a un design al tempo stesso ludico e militante. Il progetto che li ha fatti conoscere in patria, “Réanim” (2003), proponeva una sorta di pronto soccorso per oggetti rotti o dimenticati basato azioni semplici e sistematiche, riproducibili da chiunque e replicabili su una scala industriale. Tavoli, sedie, sgabelli trovati per strada o in discarica risorgevano a nuova vita grazie alle cure di chirurghi-designer che li recuperavano applicando loro “cerotti” e fasciature fluo. In seguito, abbiamo visto i quattro alle prese con beni di lusso da smitizzare – Baccarat o Veuve Cliquot – ma anche con la ricerca su oggetti di largo consumo, da Espresso a Moulinex, o con progetti più impegnati legati alla sostenibilità e alla reinvenzione di gesti quotidiani come il distributore di latte domestico “Vache a lait” (2015). Un approccio privo di complessi che va come un guanto alle nuove Puces du design, che si vogliono più happening che museo: “Non ci vogliamo accontentare di vedere la storia dell’arredamento come qualcosa che è stato, ma vogliamo che sia una cosa viva”, afferma Jean-Sébastien Blanc, portavoce del gruppo.
UNA NUOVA SEDE E UN’IDENTITÀ GRAFICA BASATA SU RIQUADRI PASTELLO
Il primo grande cambiamento riguarda la location: la fiera si sposta da Bercy al sito, più spazioso, del Parco delle Esposizioni di Porte de Versailles, dove è già pronta una scenografia organizzata intorno a cinque “villaggi” dedicati rispettivamente al design d’epoca, ai brand iconici, alle gallerie che espongono pezzi rari, alla moda vintage e alla grafica. Tra le altre novità, una sezione dedicata dedicata agli archivi del design, dove i visitatori potranno letteralmente aprire un cassetto per ammirare, ed eventualmente acquistare, schizzi preparatori e prototipi, una selezione di giovani makers dai quali comprare “a filiera corta” e diversi spazi per celebrare il lavoro di alcune figure-chiave del passato, progettisti (come Giò Ponti, al quale è dedicata una piccola mostra monografica) o collezionisti. L’edizione targata 5.5 designstudio avrà anche una nuova identità grafica basata su riquadri declinati in colori pastello, dal verde menta al giallo pallido e al rosa quarzo. Per Blanc, questi elementi “richiamano i post-it o i foglietti colorati con i piccoli annunci di privati che campeggiavano sui muri di certe attività commerciali. Vi si trovava un po’ di tutto, e cerando bene si finiva sempre per trovare la perla rara”. Riproporre quei codici espressivi è una modo per “celebrare la ricchezza dell’offerta del design vintage in contrasto con la standardizzazione delle proposte contemporanee, spesso assai monotone”.
– Giulia Marani
Dal 17 al 20 novembre 2016
Les Puces du Design – 35esima edizione
Parco delle Esposizioni
Porte de Versailles – Parigi
www.pucesdudesign.com
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