Rossella Biscotti vince il Premio Quadriennale 16, Adelita Husni-Bey il Premio Illy Under 35. E si raccontano ad Artribune
Ci siamo fatti raccontare direttamente dalle artiste le opere con le quali hanno vinto i premi assegnati nella rassegna in corso a Roma a Palazzo delle Esposizioni
“Un ottimo risultato, se confrontato con la presenza di sole tre donne nella prima edizione della manifestazione”. Il commento a caldo di Franco Bernabè, Presidente della Fondazione La Quadriennale, sintetizza il dato più eclatante – anche se meno pregnante – della notizia di oggi: sono entrambe donne le vincitrici dei due prestigiosi riconoscimenti della sedicesima Quadriennale d’arte di Roma: Rossella Biscotti (Molfetta, 1978) per il Premio Quadriennale 16, dotato di 20mila euro, e Adelita Husni-Bey (Milano, 1985) per il Premio illy Under 35, da 15mila euro. Due menzioni speciali sono poi state attribuite dalla giuria alle opere di Alek O e Quayola.
IL VIAGGIO
Rossella Biscotti viene selezionata con l’opera Il viaggio, creata appositamente per la Quadriennale, composta dalla fotografia di una carta nautica che racconta un viaggio dalla costa libica a quella siciliana, alludendo all’attualissimo problema delle migrazioni, e da un testo che riporta uno stralcio di leggi che raccontano il viaggio e l’affondamento di un blocco di marmo vinto dall’artista alla Biennale di Carrara del 2010, simbolico omaggio alle vittime del traffico di migranti. L’artista continua così con al propria poetica di rivelazione delle stratificazioni della storia attraverso la manipolazione di archivi di dati inerti. “I miti di cui ho scelto di parlare sono le storie dei migranti e l’inquinamento”, dice Biscotti, “due temi che mi sembrano fondamentali nell’affrontare la complessità del contemporaneo. La stessa complessità che ho trovato nella linea espositiva della Quadriennale, un’esibizione diversificata, una mostra nella mostra, che nella rappresentazione dell’arte contemporanea in Italia a mio parere è riuscita”.
AGENCY – GIOCHI DI POTERE
Adelita Husni-Bey vince con Agency – Giochi di potere (2014), un videoreportage su un workshop svolto in un liceo di Roma, durante cui alcuni studenti hanno impersonato cinque categorie professionali a confronto durante un’ipotetica campagna elettorale, trovandosi ad indagare le relazioni di potere che caratterizzano un contesto simile. Un altro lavoro da parte dell’artista che riflette sulle forme di rappresentazione di modelli politici ed economici delle ideologie di massa, sviluppato attraverso la consueta forma del workshop scelta dall’artista per la sua possibilità di confronto e socialità. “La pluralità delle opere presenti all’esposizione ha raccontato come in Italia c’è finalmente una nuova attenzione a quella produzione non più legata alla transavanguardia. Ho apprezzato la nuova spinta di credibilità data dalla Fondazione ai giovani, curatori e artisti. Certo, l’attenzione è stata riversata molto sui progetti curatoriali, con una leggera sofferenza da parte degli artisti, ma la proposta è stata in toto molto interessante” ha commentato con Artribune.
– Elena Gasparri
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