“Io sono un’opera d’arte”. Da Salvador Dalì fino alla body artist Orlan, non si contano gli artisti che – in diverse formulazioni – hanno espresso questo pensiero, nella loro vita e nella loro opera. Da tempo, però, il sistema dell’arte e tutto il côte economico-finanziario che gli ronza attorno hanno sdoganato un altro concetto: opera d’arte sono anche gli spazi che l’artista ha vissuto, muri che hanno visto sorgere nuove ispirazioni, stringere nuove alleanze creative, evocare forme e tendenze che avrebbero cambiato i gusti. Ora sul mercato arrivano due occasioni pronte per nuovi ricchi in cerca di sensazioni forti: visto che per entrambe – una sul fronte londinese, l’altra newyorkese – occorre mettere sul piatto qualcosa come 10 milioni di dollari.
UN ATTICO A MAYFAIR
Una è l’attico di Mayfair – Londra – appartenuto all’iconico stilista Alexander McQueen, scomparso nel 2010 e definitivamente consacrato all’Olimpo delle arti dalla grande mostra tributatagli lo scorso anno dal Victoria and Albert Museum, visitata da 500mila persone. Che ora arriva sul mercato dopo una ristrutturazione di 16 mesi e una revisione dell’interior design di Paul Davies, che ha conservato la parete nella sala da pranzo con la galleria di ritratti di grandi dimensioni di McQueen, e i riferimenti ai motivi del cranio incorporati negli specchi a parete. L’altra chance vede invece come scenario l’Upper East Side di Manhattan, dove sul mercato è finito – stando all’Observer, in realtà, sarebbe già stato venduto per 9.98 milioni di dollari – il primo studio newyorkese di Andy Warhol, che da qui mosse verso la leggendaria Factory nel Village. Si tratta di una ex caserma dei pompieri di oltre 500 mq, dove Warhol negli anni ‘60 creò fra l’altro la sua famosa serie Death and Disaster. Un edificio malmesso e fatiscente, che però oltre all’ascendente artistico vanta una posizione unica, a pochi blocks di distanza dal Guggenheim NY.
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