La festa della Vienna Art Week è a casa Dorotheum, che presenta le aste con tanta Italia. Ecco le immagini

Tante le opere d’arte sistemate alle pareti delle sale che andranno all’incanto la prossima settimana. Party segnato da installazioni luminose e atmosfere techno

Vienna sottozero. È cominciata così la prima notte della Art Week 2016 nella capitale austriaca. In altri termini, l’autunno caldo dell’arte si è tramutato improvvisamente in un inverno, ma altrettanto caldo negli umori del pubblico dell’arte. Un’edizione, questa, immolata alla ricerca della bellezza, stando al tema generale Seeking Beauty, di cui abbiamo già parlato. L’opening è, come ogni anno, al Palais Dorotheum, antica casa d’aste e sponsor principale della kermesse, ma la “settimana” si dispiega ovunque, tra i numerosi musei, le gallerie, gli atelier di artisti, le sale per conferenze, e non solo. È stato particolarmente breve il discorso d’apertura lavori del direttore artistico Robert Punkendorfer, giusto qualche frase per dare il benvenuto e dire poco di più ai numerosissimi ospiti della serata, i quali, da parte loro, hanno senz’altro apprezzato tale sua capacità di sintesi, visto che cominciavano a circolare vassoi di tartine e ricchi pasticcini. A coronamento del primo atto, le tante opere d’arte sistemate alle pareti delle sale che andranno all’incanto la prossima settimana seguendo un fitto calendario: martedì 22 (Arte contemporanea I) e giovedì 24 (Arte contemporanea II); mercoledì 23 (Arte moderna).

DA CASTELLANI A FONTANA
Tanti gli artisti italiani di fama, con molte opere quotate a sei cifre: Enrico Castellani, 250-350mila euro; Tano Festa, 150-200 mila; Paolo Scheggi, 160-220mila, Giuseppe Uncini, 150-200mila; sempre a sei cifre, opere di Pier Paolo Carzolari, Agostino Bonalumi, Giuseppe Capogrossi, Arnaldo Pomodoro, Gino de Dominicis. Presente, anche Lucio Fontana con un’opera piuttosto insolita, quotata 200-300mila; ma è nulla – si fa per dire – per il suo calibro visto che nel 2013, nella circostanza analoga, fece un exploit da record, a quell’epoca, con Concetto spaziale (Attesa – 68 T 77), battuta oltre il milione di euro. L’opera con la stima più alta? È una tela con vaso di fiori, di Marc Chagal, 750mila-1milione di euro; sta nella sezione dei moderni, dove troviamo anche opere di Giacomo Balla, Gerardo Dottori, Gino Severini. Atto secondo di questo opening: l’ammiccante party al pianterreno fino a notte alta. Decibel su, ibridati con un’installazione luminosa ad effetto continuo ed espanso: ottima a dare pennellate di colore e d’atmosfera techno.

Franco Veremondi

Vienna Art Week 2016

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Franco Veremondi

Franco Veremondi

Nato a Perugia, residente a Roma; da alcuni anni vive prevalentemente a Vienna. Ha studiato giurisprudenza, quindi filosofia con indirizzo estetico e ha poi conseguito un perfezionamento in Teoretica (filosofia del tempo) presso l’Università Roma Tre. È giornalista pubblicista dal…

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