È ZAPRUDER filmmakersgroup, con l’opera Zeus Machine, un parallelepipedo dorato sopraelevato, che si staglia come un oggetto misterioso negli spazi del museo, ad aggiudicarsi a Roma il Premio Maxxi. Il vincitore dell’ottava edizione si impone così sugli altri tre finalisti, Riccardo Arena con Everlasting Sea, Ludovica Carbotta con un nuovo capitolo del progetto Monowe (the city museum), Adelita Husni-Bey con La Luna in Folle.
IN GIURIA ANCHE IL REGISTA MATTEO GARRONE
L’opera del vincitore entrerà a far parte della collezione permanente del Maxxi e a lui verrà dedicata una pubblicazione bilingue, con interviste, saggi e una sezione antologica dei più importanti testi critici pubblicati sul suo lavoro. A decretarne il nome una giuria internazionale composta da Hanru Hou, direttore artistico Maxxi, Matteo Garrone, regista, Helena Kontova, giornalista e critica d’arte, Anna Mattirolo, per il Ministero dei Beni Culturali, Francesco Manacorda, Direttore Tate Liverpool e Adelina von Fürstenberg, curatore e direttore e Fondatore di Art for The World. In occasione del 15mo anniversario del premio, la mostra si arricchisce poi di una sezione documentaria dedicata alle sette precedenti edizioni: esposti materiali di archivio, fotografie, video dei 35 artisti che, dal 2001 al 2014, vi hanno preso parte.
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