Invest in Tuscany
La Toscana è sempre stata meta prediletta del turismo internazionale. Colpiscono, però, alcuni recenti fenomeni che vedono grandi attori stranieri scendere in campo, investendo svariati milioni di euro per riqualificare casali, castelli e rilanciare perfino interi borghi.
Fra gli investimenti immobiliari degli ultimi anni in Toscana spiccano alcune operazioni di matrice marcatamente turistica. Un esempio è l’investimento condotto dalla compagnia tedesca TUI nel Comune di Montaione, volto all’acquisto e alla riqualificazione del complesso di Castelfalfi. Il progetto prevede di intervenire su 18 casali, 11 ville di lusso, il borgo e il suo castello, realizzando un ristorante, tre alberghi e 41 appartamenti. A caratterizzare l’operazione è la volontà di procedere in stretto dialogo con il territorio: il colosso tedesco è infatti sceso a patti con l’amministrazione locale, la quale ha dettato regole precise per controllare gli effetti sul paesaggio, le opportunità d’impiego per la forza lavoro locale, la formazione per le risorse umane del territorio e i rapporti fra le strutture ricettive realizzate e gli istituti scolastici. La cittadinanza al completo segue l’evolversi del progetto, che per il momento prosegue efficacemente sulle linee stabilite, riqualificando in parte un territorio morente.
Se da un lato fenomeni di questo genere possono essere interpretati come l’ennesimo tentativo di colonizzazione da parte dei grandi attori esteri, non possiamo negare l’impatto positivo esercitato su borghi e territori morenti e sul mercato del lavoro colpito dalla crisi. Appare chiaro, però, come queste operazioni meritino un’attenzione particolare da parte dell’amministrazione pubblica. È necessario, infatti, che vengano condotte sulla base della tutela della cultura e dell’ambiente locale, nell’interesse della comunità e del mercato del lavoro e secondo un’ottica di rispetto dell’autenticità dei luoghi e dell’ambiente umano.
Quello che rattrista è la prolungata assenza degli attori italiani dallo scenario. Gli italiani sono pochissimi, sia dal lato dell’offerta che da quello della domanda: nel caso di Castelfalfi rappresentano solo il 5% della clientela e sul versante delle compravendite immobiliari sono in continuo calo. La presenza dello straniero sui mercati non dev’essere per forza demonizzata, ma è importante assicurarsi che la sua presenza e l’iniezione di capitali si coniughi sinergicamente con il territorio, il sistema produttivo locale e le relative esigenze.
Stefano Monti
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #15
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