Nelle Marche dei graffiti. Dal ventennale di Juice al tour in bici di Pop Up!
Quando il cielo non era ancora solo BLU, le Marche dei graffiti già scendevano in strada. Con skate e bombolette, di ritorno da gite scolastiche e viaggi all’estero o ispirati dai film, i writer della regione hanno iniziato fin dagli Anni Ottanta a lasciare le proprie firme sui muri di provincia.
È del 1996 l’evento che segna la storia dell’hip hop marchigiano ma anche italiano: nel penultimo finesettimana di luglio, infatti, si festeggia il ventennale di Juice, la prima jam session di pittura murale che si è svolta in Ancona, una pietra miliare per tutti quelli che a metà Anni Novanta hanno l’età – non sempre il permesso – di uscire tardi la notte.
Quasi nessuna traccia è rimasta dei primissimi pezzi degli Anni Ottanta: cancellati dal tempo o da vernice più fresca, nessuno considerava le tag delle opere d’arte, neppure coloro che le tracciavano, perché il fenomeno era piuttosto antropologico-sociale che artistico; ma quelli che avevano una buona mano iniziavano già a disegnare figure in muri altrimenti incomprensibili a chi non faceva parte di questi gruppi. Per molti writer della seconda generazione, quelli che iniziano a sentire l’importanza di questa forma espressiva e a associarla all’arte, soprattutto nelle forme e negli stili, Juice segna quindi l’evento fondante.
Vent’anni fa Juice portò Dare a dipingere in Italia per la prima volta; fino a domenica 24 luglio propone di nuovo nomi che hanno fatto la storia del writing: Damage, Enko, Lego, Wany, Won, Fanta e tanti altri, tutti artisti che riconfermano con la loro presenza la precoce visionarietà dell’evento. Si potranno vedere veri e propri reperti storici del writing: le foto dei pezzi mai viste in giro, i filmati e le interviste esclusive a Dare, Mode2, Can2, Rostro, Poseidon, Musa, gli sketch di Dare dedicati al Juice, le dediche di Rakim, tutti gli speciali, il pezzo inedito realizzato da Eron per Aelle Jam, e molto molto altro.
“Grazie alla manifestazione ho avuto per la prima volta la possibilità di comprendere quanto era complessa e competitiva la scena nazionale, con ammirazione e stupore per i grandi nomi presenti all’appello, ho capito subito che dovevo applicarmi per imparare dai più esperti e avere l’istinto per realizzare uno stile personalizzato alle esigenze del mio ego. Successivamente tante cose si sono evolute, tante altre si sono abbassate di livello. Mi piace sottolineare che il fenomeno cosiddetto della street art è un percorso successivo che è nato esclusivamente grazie all’esistenza del fenomeno graffiti-writing. Questo fattore è stato fondamentale per me e tanti miei colleghi”, testimonia Giorgio Bartocci, affermato artista che oggi vive a Milano, dopo aver dipinto opere e curato eventi nelle Marche, come il decennale Smoking Minds svoltosi a Jesi dal 1999.
Il passaggio successivo verso la diffusione della street art nelle Marche lo segna, infatti, alla fine del 2008, un altro festival: Pop Up! Arte Contemporanea nello Spazio Urbano. E già nel titolo si capisce che è l’inizio di un dialogo con la città: da atti vandalici, i segni sui muri iniziano a diventare nell’immaginario delle persone espressioni artistiche che hanno la capacità di influenzare mode e stili di vita contemporanei, di innestare un rapporto con il sociale, con il territorio, con la storia, ricostruendo uno scambio con i cittadini che abitano e vivono quei luoghi.
MAC – Manifestazioni Artistiche Contemporanee, l’associazione organizzatrice dell’evento, ripercorre tutti quei momenti che in quattro festival hanno portato artisti nazionali e internazionali a interagire con architetture e luoghi non convenzionalmente destinati alle arti, dai paesaggi industriali a quelli rurali dell’entroterra, con un tour in bicicletta.
La visita – che si svolge oggi 23 luglio – non può non partire dai silos dei due più conosciuti esponenti a livello internazionale di questo linguaggio artistico: il marchigiano Blu ed Ericailcane che hanno cambiato la percezione del porto del capoluogo anconetano. Dalle tracce lasciate da Sten Lex, Roa, Gio Pistone, Camilla Falsini, James Kalinda e Andreco con le loro opere sempre nella zona portuale, si prosegue con il murales di Ozmo, M-City e Run nel cuore della città, alla rotatoria dipinta da Dem, 108, Zosen, William Vecchietti, Allegra Corbo, Blast, Yuri Romagnoli, Maurizio Senatore in zona industriale, fino alla più recente opera di Nicola Alessandrini in un locale del centro. Il tour termina all’antico ingresso della città, Porta Pia, che contiene il prezioso ciclo pittorico ROVINA di Ericailcane, un’opera contemporanea protetta dalla Soprintendenza ai Beni Paesaggistici e Architettonici delle Marche; ma troppo lungo per percorrerlo tutto in bici sarebbe il percorso ancora della street art nelle Marche. Tramite il festival Pop Up! che ha disseminato lungo i paesaggi della Vallesina le opere di tantissimi artisti internazionali, questo linguaggio si diffonde anche all’interno della regione, ed oggi diversi altri festival, spesso diretti da affermati esponenti della corrente – come il RipArte Wall Passion (2011-2012) a Fabriano, Ratatà di Macerata o l’iniziativa Vedo a colori di Civitanova – continuano a produrre opere notevoli in quello che sta diventando un diffuso museo di pittura contemporanea a cielo aperto.
Annalisa Filonzi
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