LA MOSTRA
Ars Excavandi, prima delle quattro grandi mostre previste per Matera Capitale europea della cultura 2019, è curata dall’architetto Pietro Laureano, promotore nel 1993 dell’inserimento dei Sassi e della Murgia materana nel patrimonio Unesco. L’esposizione, omaggio dovuto all’identità del luogo, realizzata in collaborazione con il Polo Museale della Basilicata, rilegge in chiave contemporanea le pratiche di scavo che hanno originato, nel corso dei secoli, architetture e paesaggi rupestri e indaga le più interessanti manifestazioni di arte ipogea. Aria, Fuoco, Eros, Acqua, Terra sono i cinque temi di un racconto epocale che incrocia storia, antropologia e finalità didattiche in un itinerario acceso da supporti tecnologici, immagini, video e interazioni. La civiltà rupestre, rappresentata in modo magniloquente dalla città dei Sassi e dai territori limitrofi, è esaminata nei suoi aspetti primigeni, dall’Uomo di Neanderthal all’Homo Sapiens, quindi dall’originario nomadismo fino a una stanzialità generatrice di manufatti e delle prime elaborazioni simboliche nei famosi graffiti, da Lascaux a Porto Badisco.
Città, opere idriche, utensili, arte, artigianato, tradizioni, folklore, musica, riti si snodano da Palazzo Ridola agli ipogei di Palazzo Lanfranchi, aperti per l’occasione, in “una mostra- labirinto”, suggerisce Laureano, “che rende vivo il museo principale della città anche a tutti i cittadini temporanei di Matera. Serve a conoscere il passato e a conferire a Matera l’attestato di città rupestre mondiale, dove si possono studiare e comprendere tutti gli aspetti legati al fenomeno”.
Sotto questa luce, “la civiltà dello scavo” assunta a paradigma culturale e legata, come testimonia la mostra, a un diffuso topos abitativo, chiarisce in che modo quella che un tempo fu la “vergogna nazionale” possa costituire oggi un modello per uno sviluppo sostenibile. Condizione che l’abitare in grotta aveva previsto nella sua autonoma gestione delle risorse idriche, come si evince dalla ricostruzione cinquecentesca dell’altopiano murgico e dei Sassi di Matera (oltre 20mila mq di strutture e architetture ipogee), realizzata da Enzo Viti e Teresa Lupo. Alla fine dell’itinerario espositivo, il visitatore riceve il certificato di “nomade digitale” e sceglie tra le identità Neanderthal Percettivo, Sapiens Innovatore, Sciamano Scopritore, Paleo Astronauta quella in cui meglio si riconosce.
LA RASSEGNA
Matera Alberga, uno dei tantissimi progetti di Matera 2019, è curato da Francesco Cascino e Christian Caliandro. Prevede interventi in progress di arte contemporanea in alcuni alberghi materani, realizzati con rispettosi progetti di recupero. Le installazioni, pensate per i luoghi e di carattere permanente, riflettono sul tema dell’accoglienza e della convivenza, come spiega Cascino: “Volevamo dare ai materani il senso di quello che è successo quando i Sassi sono stati costruiti, quando cioè si è radicata un’idea di comunanza e incontro, foriera di felicità e serenità per migliaia di anni”. Il progetto è stato anticipato lo scorso 22 dicembre da Alfredo Pirri, che ha lavorato nella Corte San Pietro. Già visibili anche i lavori di Filippo Riniolo, presso la Locanda di San Martino, Dario Carmentano, presso Le Dimore dell’Idris, Giuseppe Stampone, nell’Hotel del Campo e Georgina Starr, da Sextantio. Apre invece il 20 aprile Salvatore Arancio a Casa Diva. Matera Alberga si basa su un concetto alla base della vocazione abitativa dei Sassi, quella del vicinato. Del resto, “le opere”, precisa Caliandro, “sono state collocate proprio in quegli alberghi che hanno ripristinato la pratica del vicinato. Sul tema ritorneremo grazie a un ricco programma di incontri e attività, destinati a residenti e visitatori”.
IL MUSEO
Il MUSMA – Museo della Scultura Contemporanea offre una sintesi tra spazio scavato e manufatti plastici. L’idea della scultura come arte del levare, evocata a grande scala negli ambienti e negli ipogei di Palazzo Pomarici (XVI sec.), trova un’intensa testimonianza nella collezione di circa 400 opere, perlopiù concentrata sul Novecento. Molti gli autori italiani e internazionali, da Arman, Bay, Colombo, Consagra, Fioroni, Melotti, Mondino, Ontani, Staccioli, Wildt fino ai più contemporanei Arena, De Robilant, Tranquilli, che si misurano con uno spazio atipico, sperimentando, grazie a riusciti rimandi, la difficile collocazione “in grotta”. Si può completare il percorso museale con la visita alla Cripta del Peccato Originale, cenobio rupestre benedettino del periodo longobardo. Corredata di affreschi, datati tra l’VIII e il IX secolo, per mano di un artista noto come Pittore dei Fiori di Matera, la cripta dipana un ciclo pittorico di ieratico minimalismo con Maestà ed episodi della Creazione e del Peccato Originale.
MANGIARE DORMIRE
Due proposte culinarie da non mancare. La prima riguarda le impeccabili creazioni di Vitantonio Lombardo, titolare dell’omonimo ristorante, aperto recentemente. Formatosi al fianco dei migliori chef italiani, Lombardo propone squisite rivisitazioni della memoria gastronomica lucana con guizzi di genialità glocal. Tre i menù: Mat.era, che parte dalla tradizione; Mat.eria, concentrato sul territorio; e VL, ovvero i piatti con le iniziali dello chef, oggetto di felici personalizzazioni. La seconda, sempre legata al territorio, arriva dall’Osteria di San Francesco, situata nello storico Palazzo Porcari, che decostruisce con levità ingredienti stagionali, qualità e originalità in piatti confezionati con sobria eleganza.
Suggestivo il progetto dell’albergo diffuso Sextantio Le Grotte della Civita, sviluppato in 18 grotte più uno spazio comune situato in un’antica chiesa rupestre. Collocato nella parte più antica dei Sassi, la Civita, a strapiombo sul torrente Gravina, offre, oltre all’irrinunciabile scenografia, un pacchetto benessere rigenerante, fruibile nell’originale location rupestre.
‒ Marilena di Tursi
www.matera-basilicata2019.it/it/
Articolo pubblicato su Grandi Mostre #15
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