Si parte come di consueto da una mostra. Abbiamo scelto la retrospettiva della “fotografa di New York”, Berenice Abbott (Springfield, 1898 – Monson, 1991), della quale sono presenti, al Palazzo delle Paure a Lecco, ottanta scatti. Intitolata Topographies, l’esposizione, andata in scena nel 2017 al MAN di Nuoro, si divide in tre tranche, tutte emblematiche nel lavoro dell’artista: si parte dai Ritratti, realizzati negli Anni Venti quando era assistente di Man Ray – riconosciamo Eugène Atget, Jean Cocteau, James Joyce ‒, si prosegue con New York, la città iconica raccontata da Berenice, si conclude con la Scienza, che sviluppa un percorso sulla ricerca portato avanti dalla fotografa nell’ultimo periodo della sua vita. Di questa scrive Anne Morin, curatrice insieme a Piero Pozzi della mostra, nel testo di accompagnamento: “Negli Anni Quaranta e Cinquanta Abbott si dedicò poi alla fotografia scientifica. Nei lavori di questo periodo – che ritraggono il movimento ondulatorio della materia e della luce e le loro numerose propagazioni – notiamo la stessa aspirazione a documentare l’invisibile. Osservando l’opera di Abbott nel suo insieme in una panoramica cronologica, notiamo che assume molte forme diverse. Eppure alla base dei suoi mutevoli interessi – per il ritratto, l’architettura, la scienza – vi è un’intima coerenza alimentata da un approccio sempre originale e via via più profondo”.
IL MUSEO
Siamo a Lecco, non poteva mancare il Museo Manzoniano, luogo letterario che prende vita nella casa paterna del famoso scrittore, tra i numi tutelari della lingua italiana moderna. Grazie a memorabilia, arredi originali, un corpus di opere che raccontano la relazione tra Alessandro Manzoni e la città attraverso dipinti, documenti e stampe, e ovviamente una sala dedicata a I Promessi Sposi, è una meta da segnare in agenda. Ma non mancano ovviamente altri luoghi da visitare: nella poco distante Varese, su tutti, Villa Panza, sede della famosa collezione del Conte Panza di Biumo dedicata alla Minimal Art, con Dan Flavin fra i massimi protagonisti, e un ciclo di mostre invidiabile – l’ultima, in ordine di tempo, è intitolata a Sean Scully.
L’ARTISTA
Di Lecco era anche Tino Stefanoni, nato nel 1937 e scomparso nel 2017. Il suo lungo curriculum lo vede esordire al Palazzo del Governo di Sondrio, nel 1963, e poi destreggiarsi fra mostre personali e collettive – dalla galleria Apollinaire di Milano alla Bertesca di Genova, dall’antologica del 2013 al Palazzo Stelline di Milano alla collettiva Doppio sogno, allestita l’anno successivo al Palazzo Chiablese di Torino. Un artista che, come ha sottolineato Elena Pontiggia in una recente presentazione del suo catalogo ragionato, era interessato al fare e all’opera.
IL FESTIVAL
Nella vicina Zelbio, collocata a 800 metri d’altezza sul ramo comasco del Lario, si svolge da dodici anni Zelbio Cult ‒ Incontri d’autore su quell’altro ramo del lago di Como, citando anche qui ovviamente Alessandro Manzoni. A cura di Armando Besio, giornalista de La Repubblica, propone dibattiti, conferenze e molto altro, con protagonisti del mondo della cultura, da Stefano Zuffi, che racconta Leonardo da Vinci, all’architetto Mario Botta fino al sondaggista Nando Pagnoncelli. “Zelbio è il paese di origine della famiglia di mia madre, emigrata nell’Ottocento a Genova”, ci racconta Besio. “Ci vado da quando sono bambino ed è il mio buen retiro. L’idea del festival è nata dodici anni fa conversando con un gruppo di amici d’infanzia. Avevamo appena riaperto la biblioteca comunale, grazie a una maestra in pensione che si era offerta di gestirla gratuitamente. Abbiamo pensato di organizzare per l’estate un appuntamento culturale che affiancasse il già ricco cartellone di eventi dedicati al tempo libero. Ho accettato volentieri la proposta degli amici, forte della mia esperienza lavorativa a ‘La Repubblica Milano’ e anche dell’esperienza pluriennale di collaborazione alla Milanesiana, il festival ideato e diretto da Elisabetta Sgarbi, al quale nel mio piccolo mi sono ispirato. Il festival non ha un tema, giochiamo su contaminazioni e suggestioni di varie discipline”.
IL LUOGO
Ci spostiamo in Svizzera, dove vi suggeriamo di visitare la Galleria Allegra Ravizza, nata a Milano nel 2007 e traslocata nel 2013 nella poco distante Lugano, continuando l’attività di promozione di artisti come Bounty Killart, Shay Frisch, Davide Boriani, ma anche storici come Bruno Munari, Paolo Scirpa, Nanda Vigo. A pochi passi dalla Cortesi Gallery e dal LAC – Lugano Arte e Cultura, in quello che si può definire uno dei distretti culturali della città, può essere il punto di partenza per una “passeggiata ad arte”.
MANGIARE E DORMIRE
Per mangiare, a Lecco c’è sicuramente L’EK, nato nel 2017 per volontà di Luca Dell’Orto e Marco Locatelli, due grandi nomi della cucina italiana. Il bistrot, che presenta un menù stagionale in un ambiente informale, è un indirizzo sicuro anche per gli amanti di pizze e focacce. Per dormire The View a Lugano, design hotel con una vista mozzafiato sul lago.
‒ Santa Nastro
Articolo pubblicato su Grandi Mostre #17
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