Il 26 febbraio, a Rovigo, inaugura una delle mostre più attese del 2022. Di più, la monografica su Vasilij Kandinsky rappresenta l’ennesimo tassello di una politica culturale illuminata che la città sta portando avanti da qualche tempo per dare lustro ai suoi palazzi e al sistema turistico locale. L’esposizione di Palazzo Roverella ripercorre l’intera carriera dell’artista russo, presente con ottanta opere che tracciano l’approdo all’astrattismo senza tralasciare le altre tappe importanti del suo pensiero artistico. Capoluogo veneto del Polesine, Rovigo è un’ottima base di partenza per esplorare una terra affascinante stretta tra il Po e l’Adige, che per la sua peculiare conformazione naturale, a tratti ostile, ha vissuto alterne vicende, e invece sa svelarsi a chi la perlustri senza fretta in tutto il suo potenziale fatto di emergenze storiche, comunità operose, curiosità da scoprire tra le pieghe di piccoli borghi circondati dalle campagne e dall’acqua. Ma è la stessa Rovigo, con la sua storia e un presente orientato alla valorizzazione della dimensione culturale della città, a costituire oggetto di grande interesse per il visitatore. Nel 2020, l’antica Rhodigium ha celebrato 1100 anni dalla sua fondazione (riconducibile a una bolla papale di Giovanni X) con il progetto Rovigo 920: un modo intelligente per raccontare le forme della città, il suo patrimonio, i simboli che oggi testimoniano passaggi epocali, tra quel che resta del castrum medievale, la Rotonda di ispirazione palladiana, bei palazzi borghesi del XIX secolo, il Teatro Sociale al centro di una ramificata rete di teatri di grande valore artistico. Non resta traccia, invece, dei molteplici ponti ad arco che attraversavano il canale navigabile dell’Adigetto, fulcro in un passato lontano di un fiorente commercio che non fa che confermare la profondità del legame di Rovigo con l’acqua. Muoviamoci ora alla scoperta della città e dei suoi dintorni.
L’ITINERARIO A ROVIGO. COSA FARE E VEDERE
Il castello vescovile, con le sue torri, rappresenta il reperto urbanistico più antico della città e della sua dimensione medievale. Ma è in piazza Vittorio Emanuele II, salotto cittadino, che si specchia il prestigio rinascimentale di Rovigo, con le facciate di Palazzo Roverella e Palazzo Roncale, entrambi soggetti a diversi rimaneggiamenti nei secoli a seguire, e al centro, solo nell’ultimo decennio, di campagne di restauro che gli hanno restituito centralità nella vita culturale cittadina. La prima delle due tappe, oltre a ospitare un ambizioso programma di mostra, è anche sede della Pinacoteca che conserva capolavori dell’arte veneta datati tra il XV e il XVII secolo. Il tour prosegue alla volta del tempio di Santa Maria del Soccorso, ribattezzato La Rotonda: la sobrietà delle linee architettoniche tradisce la vicinanza di chi la progettò (alla metà del Cinquecento, mentre il campanile è settecentesco) con il Palladio. All’interno, il monumentale edificio ottagonale è riccamente decorato con teleri e sculture barocca, in una sorta di horror vacui. L’imminente sistemazione dei giardini di piazza XX settembre, in programma per il 2022, renderà giustizia all’edificio simbolo della città, che spesso è teatro di concerti per organo. Recente è anche il recupero di Palazzo Angeli, oggi sede della Facoltà di Giurisprudenza dell’università di Ferrara, affrescato alla fine del Settecento da Giovan Battista Canal. Tra gli edifici più curiosi, merita attenzione anche la Pescheria Nuova, frutto di un ammodernamento ottocentesco del vecchio mercato ittico: il restauro ne ha valorizzato l’impianto neogotico e le decorazioni in stile Liberty, e ora qui non si vende più pesce, mentre la grande sala centrale è sede di mostre, convegni e concerti.
www.palazzoroverella.com/
www.tempiolarotonda.it/
www.palazzoangeli.it/
IL TEATRO SOCIALE DI ROVIGO
Il palco del Teatro Sociale, completato nel 1819 su progetto dell’architetto Sante Baseggio (tra i più apprezzati partecipanti al concorso per la realizzazione della Fenice di Venezia), ha visto debuttare grandi protagonisti dell’opera e della lirica. Uno su tutti: Francesco Tamagni, che qui nel 1874 portò in scena l’Africana di Meyerbeer. Distrutto da un incendio all’inizio del Novecento, il teatro fu ricostruito nel giro di pochi anni, in stile Liberty, pur preservando la facciata neoclassica. Oggi la stagione teatrale è ricca di appuntamenti e sposa la fervente attività dell’articolato circuito dei teatri storici del Polesine (sei quelli ancora attivi sul territorio, mentre è in fase di restauro il Teatro Cotogni di Castelmassa).
ALLA SCOPERTA DEL DELTA DEL PO
Il tour non può che iniziare in città, nell’ex monastero di San Bartolomeo, tra le sale del Museo dei Grandi Fiumi, che illustrano le conoscenze archeologiche, storiche e ambientali sul territorio di Rovigo e del Polesine per oltre 3.500 anni, dall’Età del Bronzo al Rinascimento, e oltre, con ricostruzioni, strumenti interattivi, reperti e carte geografiche. Poi, meglio se in bici, si esce alla volta del Parco del Delta del Po, tutelato come Patrimonio della Biosfera dall’Unesco, e condiviso tra il Veneto e l’Emilia Romagna. La combinazione delle scoperte possibili è sempre diversa, in base a interessi personali e momenti dell’anno. Vale una sosta il Septem Maria Museum (i “sette mari” di Plinio) di Adria, che ripercorre la storia dell’uomo in relazione all’acqua; o il Museo della bonifica di Ca’ Vendramin, a Taglio di Po. Ma anche il Giardino Botanico di Porto Caleri (Rosolina) con la sua vegetazione delle sabbie, o la dune fossili di San Basilio e Grillara, ad Ariano nel Polesine.
A BADIA POLESINE PER LA COLLEZIONE BALZAN
Costruita nel X secolo, l’Abbazia della Vangadizza (oggi si visitano il chiostro duecentesco, il campanile e la cappella) dà il nome alla località che lega le sue origini all’operosità dei monaci benedettini. Al centro di un fiorente mercato agricolo, Badia deve la sua fama anche al Teatro Balzan, realizzato all’inizio dell’Ottocento. Ma custodisce anche un’importante collezione di arte a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Il merito è di Eugenio Balzan, giornalista e intellettuale vissuto nella prima metà del Novecento, emigrato in Svizzera durante il fascismo e appassionato collezionista d’arte. Le opere – una cinquantina di quadri, che spaziano da Domenico Morelli a Filippo Palizzi a Giuseppe De Nittis – sono visibili ogni fine settimana, proprio in alcune delle sale del Teatro.
IL MUSEO STORICO DELLA GIOSTRA A BERGANTINA
Annoverabile tra le curiosità che rendono unico un viaggio dedicato a comprendere meglio chi abita il territorio, e ne ha fatto storia e fortuna, il museo della giostra di Bergantina racconta l’economia di un distretto della provincia italiana che dalla metà del Novecento ha saputo imporsi come mercato di riferimento per la costruzione di giostre spedite in tutto il mondo. Artigianato e tecnologie all’avanguardia rinnovano qui una specializzazione che affonda le radici negli Anni Trenta. Il compito del museo è quello di mostrare l’evoluzione del settore nel corso dei secoli, passando dai tornei medievali ai passatempi della società aristocratica, fino all’invenzione della giostra meccanica.
UNA GITA A LENDINARA
A soli 18 chilometri da Rovigo, Lendinara ha un passato culturale tanto vivace da esserle valso l’appellativo di Atene del Polesine. La visita può iniziare dalla scoperta del centro medievale, per proseguire alla volta del giardino storico di Ca’ Dolfin Marchiori, parco romantico che circonda un cinquecentesco palazzo in stile veneziano, tra sentieri, grotte e il laghetto con l’isola della poesia. Non manca un teatro di grande valore artistico, il Liberty Ballarin. Completano il tour il Museo del Risorgimento in Polesine e la monumentale facciata di Palazzo Malmignati, affacciato sull’Adigetto.
IL MUVIG: UN MUSEO VIRTUALE PER BENVENUTO TISI
Nella casa natale del pittore quattrocentesco, che con il nome di Garofalo è passato alla storia, si è voluto “inventare” un museo virtuale che ha il merito di restituire l’artista alla sua terra (siamo in una frazione di Canaro, a mezz’ora d’automobile da Rovigo). L’antico edificio restaurato propone oggi un percorso che tocca l’intero corpus di opere del Tisi, qui esposte in versione digitale. Operazione avviata nel 2008, decisamente meritevole.
DOVE MANGIARE A ROVIGO E DINTORNI
L’indirizzo di riferimento per scoprire la tradizione culinaria rodigina è la Tavernetta Dante 1936, terra e mare in un locale tramandato da tre generazioni, fondato sul luogo di un’antica fiaschetteria. Non mancano mai bigoli in salsa, pasta e fagioli e baccalà con polenta.
Si sconfina in provincia di Ferrara – ma sono sufficienti 45 minuti d’automobile per raggiungere uno dei luoghi simbolo della cultura gastronomica del Delta del Po – per sedere alla tavola della Capanna di Eraclio, insegna storica di Codigoro, terra di anguille e moleche. La chef Maria Grazia Soncini ha raccolto con grazia (si perdoni il gioco di parole) e tenacia una tradizione di famiglia fatta di superba ospitalità e grande cucina di prodotto, tecnica, territorio.
Ancora fuori città, direzione Lusia, la Trattoria Al Ponte si incarica di raccontare a tavola il Polesine da molti decenni. Il pasto è sontuoso, tra paste fresche ripiene, risotti, carni cotte alla brace.
A Santa Giulia di Porto Tolle si incontra l’Osteria Arcadia, soprannome della padrona di casa Adele Bertaggia. La gestione familiare valorizza l’economia locale proponendo i migliori prodotti del territorio, di mare e terra: capelunghe, schile fritte, sarde in saor, soppressa veneta, fasoi in tecia, insalata di Lusia, le pregiate ostriche rosa locali. Per una sosta più rilassata si può soggiornare in una delle camere del b&b annesso, approfittando per una gita sul caratteristico barchino a fondo piatto o una passeggiata in bici.
www.tavernettadanterovigo.it
www.trattoriaalponte.it
www.osteria-arcadia.com
– Livia Montagnoli
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