La fondazione romana di Aosta è manifesta nel cuore dell’antica Augusta, sopravvissuta al tempo con magnifici edifici, monumenti e rovine. E però il capoluogo della regione più piccola d’Italia è epicentro radiante di testimonianze ed esperienze che toccano epoche storiche diverse, fino ad arrivare ai giorni nostri, con un importante nucleo di musei e poli culturali dedicati all’arte contemporanea. Ne è esempio il Centro Saint-Bénin – negli spazi di un’ex abbazia benedettina dell’XI secolo, con la cappella del Collegio seicentesca adibita a sede di mostre d’arte moderna e contemporanea – che fino al 22 maggio ospita una grande retrospettiva dedicata al fotografo Robert Doisneau (in mostra anche l’iconico Baiser de l’Hôtel de Ville, immortalato a Parigi nel 1950). Un’occasione in più per raggiungere la città, scoprirne la storia e il presente, esplorarne i dintorni, contraddistinti dalla natura imperante di alcune tra le più celebri località montane del mondo (la città dista solo mezz’ora d’automobile dalle piste di Courmayeur, mentre più di un’ora di strada di montagna è necessaria per raggiungere Gressoney, come pure Cervinia, al confine con la Svizzera), oltre che da una fitta rete di castelli d’epoca medievale oggi diventati grande fonte d’attrazione turistica. Ecco, dunque, come procedere alla scoperta di Aosta.
AOSTA: L’ARCHITETTURA CLASSICA E IL PERIODO MEDIEVALE
La conquista romana della piana attraversata dalla Dora Baltea, cinta da imponenti catene montuose, si data al I secolo a.C.; fu allora che la città iniziò a prendere forma, intorno a un ordinato reticolo viario di origine militare. Nasceva così Augusta Praetoria. Oggi, una passeggiata in città non può prescindere dalla scoperta di questo passato glorioso, suggellato dalla costruzione di monumenti magniloquenti come l’Arco d’Augusto di epoca tardo-repubblicana, eretto lungo la strada che portava alla Porta Pretoria, anch’essa sopravvissuta a testimoniare l’antico ingresso all’abitato, scandito da due arcate parallele. Si visitano pure il criptoportico – con le sue suggestive gallerie sotterranee, che nel Medioevo furono trasformate in cantine – rimasto a documentare l’area del Foro, e quel che resta del Teatro Romano (la facciata meridionale, con i suoi 22 metri d’altezza). E ancora tratti dell’antica cinta muraria, comprese alcune torri perimetrali, e il ponte ad arco sul torrente Buthier. Meno esposta è la Villa della Consolata, solo le fondamenta di un’elegante abitazione appena fuori le mura, che recano ancora tracce di mosaici pavimentali. Un patrimonio che convive con l’assetto medievale della città. Da non perdere la Cattedrale dedicata all’Assunta e San Giovanni Battista con il ciclo di affreschi, preziosa testimonianza d’arte Ottoniana (visitate anche il Museo del Tesoro) e la Collegiata di Sant’Orso con il suo chiostro romanico e il coro ligneo quattrocentesco.
IL PARCO ARCHEOLOGICO DI SAINT MARTIN DE CORLEANS
L’importante area megalitica di Saint Martin de Corleans si trova nelle immediate vicinanze del centro cittadino. Riportata alla luce nel 1969, si estende per circa un ettaro e rivela uno dei più interessanti siti archeologici della preistoria in Europa, cioè un’area sacra utilizzata a partire dal Neolitico – e fino all’età del Bronzo – per attività legate al culto e alla sepoltura. Il percorso di visita si snoda tra passerelle che attraversano il cuore del sito archeologico, a sei metri di profondità. Il Parco riaprirà alla metà di maggio 2022.
GLI AFFRESCHI DI SANTA MARIA MADDALENA A GRESSAN
Alle porte della città, la chiesa romanica di Santa Maria Maddalena, a Gressan, custodisce un ciclo di affreschi cortesi che testimoniano l’influenza del gotico internazionale nella valle. All’essenzialità delle forme e dei materiali utilizzati fa da contraltare la ricchezza della decorazione pittorica della facciata occidentale della chiesetta, affrescata da Giacomino da Ivrea, che lavora anche all’interno, nel ciclo sulla leggenda di Santa Maria Maddalena.
CASTELLO GAMBA, MUSEO D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
È sufficiente mezz’ora di macchina per raggiungere Chatillon e Castello Gamba, arroccato su un promontorio roccioso, circondato da un grande parco che accoglie specie vegetali rare e preziose, provenienti da tutto il mondo. L’edificio, realizzato agli inizi del Novecento, ospita oggi le collezioni regionali di arte moderna e contemporanea, un patrimonio di 1200 opere fra pittura, scultura, grafica e fotografia. La visita si articola su tre piani, dall’arte ottocentesca fino al XXI secolo, passando per un corposo nucleo novecentesco, che contempla opere di Guttuso, De Pisis, Fontana, Pomodoro e molti altri.
https://www.castellogamba.vda.it/
LA GALLERIA D’ARTE A CIELO APERTO DI ETROUBLES
Sulla strada che sale verso il traforo del Gran San Bernardo, a 1270 metri di quota, si incontra dopo una ventina di minuti dalla città il paese di Etroubles, dal 2005 trasformato in un museo a cielo aperto di arte contemporanea grazie all’impegno della Fondazione Pierre Gianadda di Martigny. All’origine c’è la mostra A Etroubles avant toi sont passés, poi diventata permanente, che raccoglie 22 opere di artisti contemporanei ispirati dal luogo e dalla storia secolare del borgo. Pitture, sculture e installazioni che trovano nel viaggio – qui passavano i pellegrini che valicavano il San Bernardo, seguendo il tracciato della Via Francigena – una delle principali fonti di ispirazione.
https://luoghidelcontemporaneo.beniculturali.it/museo-all-aperto-di-etroubles
IN VISITA AL FORTE DI BARD
La visita al Forte di Bard, grandiosa roccaforte edificata nel XIX secolo, inizia con lo stupore di trovarsi al cospetto di una struttura tanto imponente, tra i migliori esempi di fortezza di sbarramento realizzata all’inizio dell’Ottocento. Tre corpi di fabbrica posti a livelli diversi, per un totale di quasi 300 ambienti, che oggi ospitano, in buona parte, diversi progetti museali, dal percorso di avvicinamento all’alpinismo per ragazzi al Museo delle frontiere al Museo delle Alpi. Si visitano anche le prigioni dell’Opera Carlo Alberto, ma lo spazio è anche sede di mostre frequenti (attualmente è in corso la 57esima edizione di Wildlife Photographer of the Year e Napoleon, riflessione di Andrea e Paolo Ventura sul mito dell’imperatore francese).
NOTE DAL CAMMINO BALTEO
Il Cammino Balteo è un percorso escursionistico ad anello di media e bassa quota, che si snoda per 350 chilometri nella valle della Dora Baltea. Attraversa 40 Comuni, passando per castelli, siti archeologici, campagne, pascoli e boschi: le 23 tappe (tutte documentate sul sito del progetto) consentono di fruirne con facilità anche ai camminatori poco allenati. Nel mese di aprile 2022 lungo alcune delle tappe si camminerà ascoltando programmi di musica classica, grazie alla prima edizione dell’iniziativa Note dal Cammino Balteo. Si chiude il 25 aprile alla Fortezza Bard con Giovanni Sollima che interpreta Vivaldi.
https://balteus.lovevda.it
www.lingottomusica.it/concerts-category/note-dal-cammino-balteo/
DOVE MANGIARE AD AOSTA E NEI DINTORNI
Tra le novità più chiacchierate in città, Quintarius e Convivium sono due facce della stessa medaglia, un progetto che ha portato ad Aosta tre chef di talento accomunati dalla passione per la cucina d’Oltralpe. Alla classicità francese è debitrice l’ispirazione di Marco Viganò, Alessandro Esposito e Jessica Gussoni, che insieme conducono due insegne in una, bistrot o fine dining per accontentare le esigenze di tutti. Affascinante lo spazio storico rimodulato da interventi oculati di design, come pure l’enciclopedica cantina; protagonista, però, resta la cucina, con proposte che attingono dal territorio, senza però trasformarlo in limite. La barra, insomma, è decisamente audace, tra un cervello fritto al curry con capesante e nero di seppia e un pithivier di anguilla affumicata e trota (ma c’è spazio anche per la più rassicurante omelette soufflè con blu d’Aosta).
In città è d’obbligo anche una pausa dolce, per scoprire la pasticceria del maestro Mauro Morandin. Specializzato in cioccolato, il pasticcere di Aosta è anche un grande cultore delle lievitazioni, che valorizza al meglio nella produzione di grandi lievitati delle feste (anche i canditi sono di produzione propria, irresistibili).
Una gita a Courmayeur può valere il viaggio anche solo per sedersi alla tavola del ristorante Petit Royal del Grand Hotel Royal. In cucina c’è il giovane Paolo Griffa, enfant prodige della scena gastronomica italiana, che conquista con un attento utilizzo delle materie prime e un approccio divertito al fine dining (alta cucina ludica, la definisce lui). Per un’esperienza colorata, fuori dagli schemi, interattiva.
http://www.mauromorandin.it/
https://paologriffa.com/
https://www.hotelroyalegolf.com
‒ Livia Montagnoli
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati