38 artiste per raccontare l’altra metà dell’avanguardia che si dedicò all’Astrattismo a partire dagli Anni Trenta del Novecento. È questo il focus della mostra Astratte, allestita negli spazi di Villa Olmo, a Como, fino al 29 maggio 2022. Occasione per visitare la città della seta, troppo spesso tralasciata per magnificare la bellezza di giardini e ville affacciati sulle acque del Lario. E invece la sua posizione strategica – al tempo dei romani e nel Medioevo per i commerci con il Nord – e il prestigio di un’economia fondata sull’industria serica fin dal XVI secolo, hanno lasciato in città tracce evidenti di un fermento artistico e culturale che si rinnova nel presente. Certo, vivere la città significa respirare il suo profondo legame con il lago, luogo letterario per eccellenza e magnifica quinta scenica per itinerari che si muovono tra storia e paesaggi lussureggianti. Qualche consiglio per organizzare un viaggio a Como e negli immediati dintorni.
L’ITINERARIO IN CENTRO CITTÀ A COMO
Dell’antica Novum Comum, fondata da Giulio Cesare, la città moderna ricalca il reticolato ordinato che si sviluppò attorno al cardo e al decumano romani (oggi rispettivamente via Cantù e via Indipendenza). Ma resta traccia del passato classico anche nel complesso termale di viale Lecco e nella Porta Pretoria (attualmente chiusa al pubblico). Passeggiando per il centro sono diversi anche i riferimenti al fiorente periodo medievale, quando Como divenne un importante centro commerciale, grazie ai rapporti con l’area germanica: in piazza Duomo si ammirano la Torre Civica e il broletto duecentesco, oltre alla cattedrale tardo-gotica (ma la cupola fu progettata da Filippo Juvarra nel Settecento); importante testimonianza sono anche la basilica di San Fedele e, poco fuori dalla zona centrale, la chiesa di Sant’Abbondio, che conserva nell’abside un notevole ciclo di affreschi trecenteschi. All’epoca risale la fama dei maestri comacini, abilissimi nella lavorazione della pietra locale, presto raggruppati in una corporazione di imprese edili itineranti, e molto richieste. Molti secoli più tardi, Como sarà anche la città del Razionalismo: il quartiere compreso tra viale Puecher e viale Sinigaglia testimonia l’importante rinnovamento architettonico in termini sia di nuovi materiali utilizzati, sia di soluzioni formali e plastiche adottate nelle costruzioni, di cui, negli Anni Trenta del Novecento, si privilegia la funzionalità. La figura di riferimento è quella dell’architetto Giuseppe Terragni che firma in città l’iconico Novocomum (edificio residenziale datato 1927, soprannominato il “transatlantico”) la Casa del Fascio (1936) e l’Asilo di Sant’Elia (1935-37), che omaggia nel nome il futurista comasco Antonio Sant’Elia. Al presente si torna al cospetto di Life Electric, monumento realizzato nel 2015 da Daniel Libeskind, qui ispirato da Alessandro Volta, inventore della pila e cittadino illustre di Como. All’opera, alta oltre 16 metri e collocata nel primo bacino del lago, si accede attraverso il lungolago Mafalda di Savoia.
COMO: RELAX LUNGO IL LAGO
Il tragitto pedonale che si dipana per un tratto della sponda occidentale del lago unisce tre delle più belle ville comasche: Villa Olmo, Villa del Grumello e Villa Sucota. L’obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta del patrimonio paesaggistico della città, mostrandone il legame indissolubile con la storia e con l’arte antica e contemporanea. Lungo il percorso ci si imbatte infatti in installazioni site specific (nel parco di Villa Sucota; non distante, nella Liberty Villa Bernasconi, è in corso la mostra Sentieri di Pace, a cura di Aldo Premoli) e vecchie testimonianze dell’opulenza delle famiglie che furono proprietarie delle magnifiche residenze affacciate sull’acqua. Si passeggia così tra limonaie, cappelle, serre e rarità botaniche. Si segnala la ripartenza di Villa Olmo come sede espositiva proprio in concomitanza con la mostra Astratte. Donne e astrazione in Italia 1930-2000, ma il lungo restauro del complesso è ancora in corso, con l’auspicio di fare della struttura – progettata in stile neoclassico da Simone Cantoni, su committenza del marchese Innocenzo Odescalchi – un polo culturale di prima grandezza.
TUTTA LA STORIA DELL’ARTE DI COMO ALLA PINACOTECA CIVICA
Inaugurata nel 1989 nel seicentesco Palazzo Volpi, la Pinacoteca conserva una collezione che dalle testimonianze medievali arriva fino al contemporaneo, documentando le relazioni artistiche sul territorio comasco, dalle committenze legate agli edifici religiosi, passando per la ritrattistica e la pittura di genere, fino ad arrivare al Novecento, con le sperimentazioni futuriste e le riflessioni razionaliste. Di grande rilievo è la raccolta di ritratti di Uomini Illustri del cinquecentesco Museum di Paolo Giovio (che sorgeva fisicamente dove oggi sta Villa Gallia, dimora seicentesca realizzata dall’abate Marco Gallio). Per l’arte del XX secolo, invece, il museo conserva oltre 180 disegni dell’architetto futurista Antonio Sant’Elia e alcune delle opere più significative degli astrattisti riuniti nel Gruppo Como. Due sale sono dedicate all’Asilo Sant’Elia, di cui si espongono gli arredi originali a misura di bambino e il materiale che documenta la genesi del progetto da parte di Giuseppe Terragni.
CITTADINI ILLUSTRI A COMO: IL TEMPIO VOLTIANO
Alessandro Volta divenne davvero celebre quando aveva già superato i cinquant’anni. Era il 1800, quando, al cospetto della Royal Society, il chimico presentava la sua pila, scoperta straordinaria che l’anno seguente avrebbe illustrato all’imperatore Napoleone in persona. L’itinerario voltiano in città si snoda tra il monumento inaugurato in suo onore nel 1838 e il Faro Voltiano di Brunate, che nel 1927 fu battezzato per celebrare il centenario della morte di Volta. Ci sono poi il Mausoleo ottocentesco di Camnago Volta e il più recente monumento firmato da Libeskind. Non si può prescindere, però, da una visita al Tempio Voltiano, che conserva il prototipo della pila di Volta: costruito in occasione del centenario del ’27 grazie all’interessamento del cotoniere Francesco Somaini, raccoglie originali e ricostruzioni degli strumenti scientifici del chimico, insieme a documenti e materiali riguardanti la sua vita. All’esterno, l’impatto è quello di una monumentale struttura neoclassica, affacciata sul lago.
COMO E LA VIA DELLA SETA
In buona parte della Lombardia, l’industria serica ha trovato terreno fertile sin dal ducato di Ludovico Sforza, che nella seconda metà del Quattrocento introdusse la coltivazione del gelso nelle campagne. La pianta, già all’epoca, era considerata nutrimento essenziale per il baco da seta. E sarà proprio Como a imporsi come centro privilegiato per una filiera che si rivelerà, secolo dopo secolo, un’attività redditizia e prestigiosa (basti pensare che nel XVIII secolo ben il 93% del territorio comasco era coltivato ai gelsi). Questa storia è protagonista al Museo Didattico della Seta, che parla attraverso macchinari, telai e tessuti, oltre a ospitare frequentemente mostre tematiche (fino al 17 aprile va in scena Muoversi!, opere d’arte tessili in movimento di Gigi Graziano). Ma è pure il Museo Studio del Tessuto della FAR, nato nel 1998 per volontà dell’imprenditore tessile Antonio Ratti, a meritare attenzione. La Fondazione sorge nel parco di Villa Sucota, a Cernobbio, e opera su più livelli: custodisce, innanzitutto più di 3300 reperti tessili singoli e una biblioteca aperta al pubblico con 7800 volumi specializzati in arte, tessile, moda e arti applicate (compresi i campionari che illustrano la storia del tessuto dal III al XX secolo). C’è poi la promozione dell’arte contemporanea, con le installazioni disseminate nel parco e le residenze artistiche favorite dal programma CSAV – Artists’ Research Laboratory, ideato da Annie Ratti nel 1995 per permettere a giovani artisti internazionali di approfondire pratiche e ricerche attraverso la sperimentazione e il dialogo con grandi figure del panorama artistico contemporaneo. Dalla metà di ottobre 2022 a gennaio 2023, inoltre, sarà Villa Olmo a ospitare la mostra di arte tessile contemporanea Miniartextil, quest’anno intitolata Rosa Alchemico.
https://www.museosetacomo.com/
https://fondazioneratti.org/
NEL RIFUGIO ANTIAEREO DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
È decisamente particolare l’allestimento del Museo Rifugi Antiarei nato il 15 giugno 2014, in concomitanza con il 150esimo anniversario della fondazione della Croce Rossa Italiana. Situato nei sotterranei della palazzina della Croce Rossa, il MuRAC introduce a un rifugio antiaereo e antigas del 1937, perfettamente conservato. E lì dentro prende forma il percorso museale che riporta alla luce documenti e testimonianze di una città sotterranea dimenticata: un’opportunità per ricostruire il dolore di una quotidianità vissuta anche in Italia durante i due conflitti mondiali.
LA NUOVA VITA DELLA TINTOSTAMPERIA VAL MULINI
Dopo anni di degrado, l’ex Tintostamperia Val Mulini, costruita nel 1947 sulle sponde del Fiume Aperto, è stata recuperata di recente, per farne un centro culturale. Qui è ospitata la rassegna Gener-azioni, “programma sperimentale di azioni temporanee di rigenerazione culturale e artistica degli spazi in trasformazione” dell’edificio di via dei Mulini. La prima edizione della manifestazione ha preso forma la scorsa estate, e ora l’evento si ripete, con un programma che si protrarrà fino al mese di luglio. Dopo l’apertura della violoncellista Irina Solinas, si visita la mostra sulla Ticosa (grande azienda tessile in attività fino all’inizio degli Anni Ottanta, poi al centro di un controverso dibattito, non risolto, sulla necessità di una bonifica), presto protagonista anche di uno spettacolo nel teatro temporaneo della Val Mulini.
https://www.facebook.com/abitare.generazioni
UNA PASSEGGIATA PANORAMICA SULLA CITTÀ DI COMO
Il Parco Regionale Spina Verde è una vasta area protetta estesa sulle colline che sovrastano il lato nord-ovest di Como. Qui, numerosi sentieri conducono, attraverso itinerari tematici, alla scoperta di 3000 anni di storia del territorio. Dalla civiltà preistorica di Golasecca (con le “camere in roccia” che si distinguono nel bosco) alla torre medievale del Baradello, fino alle trincee della Prima Guerra Mondiale, lungo la linea Cadorna, mai davvero utilizzata, e, negli Anni Sessanta palcoscenico della sfida tra guardie e “spalloni”, i contrabbandieri che trafficavano generi proibiti tra l’Italia e la vicina Svizzera. A questa circostanza si devono le decine di campanelli appesi dalla Guardia di Finanza alle reti di confine per segnalare il passaggio clandestino.
NELLA VILLA CHE AFFASCINÒ STENDHAL
Villa Carlotta venne edificata intorno al 1690 per volere del marchese Giorgio II Clerici, ma il periodo di massimo splendore fu raggiunto nell’Ottocento, quando Giambattista Sommariva, collezionista d’arte, portò nella residenza di Tremezzo diverse opere di pregio (Canova, Thorvaldsen, Hayez). Il giardino lussureggiante, che oggi costituisce un fiore all’occhiello della villa, si deve invece al granduca Giorgio di Sassonia Meiningen, grande appassionato di botanica. Il parco riapre al pubblico a partire dal 31 marzo, e già all’inizio di aprile ospiterà l’abituale festival delle camelie. Nella villa, invece, numerosi sono gli eventi e le iniziative che scandiscono i duecento anni dalla morte di Canova, cui è dedicata anche la mostra dossier sul busto di Palamede, simbolo della collezione di Villa Carlotta.
https://www.villacarlotta.it/it/
DOVE MANGIARE A COMO E DINTORNI
Il fermento culturale di cui Como oggi vuole nutristi si riverbera anche in un bel numero di tavole d’avanguardia, diventante punto di riferimento per la cucina italiana moderna.
Succede a Cernobbio, da qualche anno, con Davide Caranchini: Materia mette al bando i decorativismi per concentrarsi sulla ricerca del gusto, in modo non convenzionale, ma senza esercizi di stile.
Dritto al punto va anche un cuoco d’esperienza come Paolo Lopriore, che in tanti anni di attività ha maturato un personalissimo approccio al servizio, puntando sul coinvolgimento diretto dei commensali: ad Appiano Gentile, Il Portico è una delle esperienze gastronomiche più originali e centrate d’Italia. In assoluto.
Chi cerca la tradizione del territorio, invece, si troverà a proprio agio al Crotto Valdurino, espressione autentica dell’antica tradizione dei crotti, termine con il quale si indicano le trattorie tipiche del comasco, nate accanto a locali scavati nella roccia, utilizzati anticamente per la conservazione di salumi, vini e formaggi. La tavola è semplice, la cucina verace: gnocchi, polenta, pesce di lago (lavarello burro e salvia, missoltini alla piastra), crostate fatte in casa.
In città anche la scena della miscelazione ha trovato grande impulso negli ultimi anni: la data da segnare in agenda è quella che identifica la settimana della Como Lake Cocktail Week, nel 2022 dal 30 giugno al 4 luglio.
http://www.ristorantemateria.it/
https://www.ilporticodipaolo.it/
https://comolakecocktailweek.com/
‒ Livia Montagnoli
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