Quando si parla di Parma, non si può fare a meno di pensare alla sua arte culinaria, e più precisamente al suo famosissimo prosciutto e al celebre Parmigiano, senza dimenticare l’industria conserviera o quella della pasta secca. Insomma, una food valley. Ma, oltre alla buona tavola, Parma è conosciuta a livello internazionale per il suo ricchissimo patrimonio artistico-culturale, tanto che nelle sue diverse chiese e nei numerosi musei sono custodite opere d’arte che portano la firma del Parmigianino, del Correggio e di Antelami. Ma quali sono le chiese più belle e i musei più importanti da vedere a Parma? Ecco la nostra guida.
‒ Valentina Muzi
LA GALLERIA NAZIONALE DI PARMA
Non appena arrivati in città, uno dei musei da vedere a Parma è la Galleria Nazionale all’interno del Complesso Monumentale della Pilotta, nel quale sono compresi anche la Biblioteca Palatina, il Teatro Farnese, il Museo Archeologico e Bodoniano. Intorno alla fine del Seicento e gli inizi del Settecento diverse opere d’arte, oggetti rari, dipinti e monete di proprietà dei Farnese vennero trasferiti da Roma a Parma e vennero esposti nel Palazzo della Pilotta. Successivamente, Carlo di Borbone – ultimo discendente della casata ‒ si trasferì a Napoli nel 1734 e portò con sé gran parte della celebre collezione, fatta eccezione per La guarigione del nato cieco di El Greco e il Ritratto di Paolo III Farnese di Sebastiano del Piombo. Per il nuovo duca di Parma, Filippo di Borbone – fratello di Carlo ‒ non fu semplice rimediare a questa ingente perdita, ma, sulla spinta del nuovo fermento culturale illuminista, la costituzione dell’Accademia di Belle Arti nel 1752 e un susseguirsi di acquisti, commissioni e donazioni contribuirono alla costituzione di una nuova Galleria ducale. A oggi la collezione conta innumerevoli capolavori della storia dell’arte, dove spiccano nomi altisonanti come Agostino Carracci, Agnolo Gaddi, Leonardo da Vinci e la sua celeberrima Scapiliata, Correggio, Antonio Canaletto e Canova.
Piazza della Pilotta 3
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LA BIBLIOTECA PALATINA
Una volta entrati nel Complesso Monumentale della Pilotta a Parma non si può non visitare la Biblioteca Palatina. Questa nacque nell’agosto del 1761, quando il neo duca di Parma, Filippo di Borbone, decise di istituire una biblioteca accessibile al pubblico, perseguendo l’ambizioso progetto del suo primo ministro Guillaume du Tillot. Non potendo godere di un archivio preesistente – a causa del trasferimento di Carlo di Borbone a Napoli ‒, il duca si adoperò affinché la Biblioteca si arricchisse di manoscritti, libri a stampa e disegni. Oggi è ancora possibile vedere il risultato di questa lungimirante impresa nel Fondo parmense che costituisce l’insieme iniziale della raccolta della biblioteca, in cui è possibile trovare anche il Siglo de oro, cioè la raccolta di opere scritte da Lope de Vega, e Comedias de diferentes autores. Per non parlare poi dei manoscritti palatini, ebraici e in volgare, a cui si aggiunge la Collezione De Rossi, provenienti dalla Biblioteca dell’omonimo abate, gli incunaboli in cui troviamo l’unico esemplare dell’Alfabeto stampato da Damiano da Moyle nel 1480, per poi concludere con carteggi, disegni, stampe, una sezione musicale e l’archivio Buzzi.
Piazza della Pilotta 3
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IL MUSEO ARCHEOLOGICO E IL MUSEO BODONIANO
Per completare il percorso nel Complesso Monumentale di Parma non si può perdere il Museo Archeologico e il Museo Bodoniano. Il primo è da annoverarsi tra i musei da vedere a Parma perché è il più antico d’Italia. Fu istituito nel 1760 per ospitare tutti i preziosi reperti rinvenuti durante gli scavi della città romana di Veleia, arricchito poi nel corso dei secoli con l’acquisizione di materiali egizi, etruschi e romani ma soprattutto dalle ricerche archeologiche avute nel ducato. Per ciò che concerne il Museo Bodoniano, parliamo del più antico museo della stampa in Italia, inaugurato nel 1963 per l’anniversario dei 150 anni della morte di Giambattista Bodoni, il tipografo di origini piemontesi che rese il ducato di Parma la capitale mondiale della stampa dalla seconda metà del Settecento.
Piazza della Pilotta 5
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TEATRO FARNESE
Varcato il grande portale di legno sormontato da una corona ducale, si entra nel Teatro Farnese, uno dei migliori esempi di teatro secentesco. A volerlo, alla fine del Cinquecento, fu Ranuccio I Farnese per festeggiare in grande stile il passaggio di Cosimo II de’ Medici nel suo ducato, mentre viaggiava alla volta di Milano. Per la grande impresa lavorarono lo stimato architetto ferrarese Giovan Battista Aleotti, assieme ai suoi collaboratori Giovan Battista Magnani e Pier Francesco Battistelli. Contribuirono anche maestranze specializzate, quali lo stuccatore ferrarese Luca Reti, il pittore cremonese Giovan Battista Trotti detto il Malosso, il bolognese Lionello Spada, i parmigiani Sisto Badalocchio, Antonio Bertoja e Pierluigi Bernabei. Sebbene la trasferta del Granduca di Toscana sfumò, il teatro fu ultimato e inaugurato nel 1628 per celebrare le nozze tra Margherita de’ Medici e il duca Odoardo, mettendo in scena uno spettacolo allegorico-mitologico.
Piazza della Pilotta 15
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DUOMO DI PARMA
Lasciando la Pilotta, in soli cinque minuti, si arriva davanti al monumentale Duomo di Parma. Ovviamente, la Cattedrale di Santa Maria Assunta è tra le chiese da vedere a Parma per la sua storia secolare e per i capolavori custoditi al suo interno. Le sue origini, infatti, affondano nel 1074, quando il vescovo – Conte Guibodo ‒ la fece costruire a seguito di un rovinoso incendio che distrusse la precedente basilica paleocristiana. La commistione tra la scultura romanica e la pittura rinascimentale rende il Duomo di Parma un luogo unico, all’interno del quale è possibile ammirare numerose opere d’arte, come gli affreschi del Correggio che arricchiscono tutta la cupola interna e il fittissimo ciclo pittorico di Lattanzio Gambara, che racconta la vita di Cristo e gli episodi del Vecchio Testamento su entrambe le sponde della navata centrale. Assieme a loro troviamo anche Gerolamo Mazzola Bedoli e la celebre Deposizione in altorilievo di Benedetto Antelami.
Piazza del Duomo
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BATTISTERO DI PARMA
Una volta arrivati a Piazza del Duomo non si può non visitare il Battistero di Parma, progettato da Benedetto Antelami e costruito tra il 1196 e il 1216, sancendo il passaggio dal romanico al primo gotico a Parma. La struttura ottagonale dell’edificio, rivestito dal pregiato marmo rosa di Verona, è incorniciata da una serie di porte contraddistinte da opere e significati precisi. Infatti, sulla porta nord è visibile la Vergine in trono con un fiore e il Bambino benedicente che, a suo tempo, accoglieva solennemente il vescovo. A questo portale seguono quello del Redentore e del Battista, entrambi adornati da preziose rappresentazioni in bassorilievo. Ad arricchire il battistero sono anche le settantacinque formelle firmate da Antelami che corrono per tutto il basamento. Infine, entrando e volgendo lo sguardo verso la cupola, si noteranno una serie di affreschi che decorano ogni singolo spicchio traendo ispirazione dai modelli bizantini.
Piazza del Duomo
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MUSEO DIOCESANO BENEDETTO ANTELAMI
All’interno del Palazzo Vescovile, situato in Piazza del Duomo, ha sede il Museo Diocesano “Benedetto Antelami” di Parma. Tra le opere esposte è possibile ammirare le prime testimonianze di culto cristiano in città, partendo dall’epoca romana per poi raggiungere il Medioevo. Si possono contemplare i diversi cambiamenti subiti dalla Cattedrale dopo il rovinoso incendio del 902, nonché la costruzione del Battistero e del Vescovado. Insomma, un museo diocesano che diverge dalla sua categoria museale perché intende essere un vero e proprio legame che unisce l’antica comunità cittadina e il Medioevo, puntando l’attenzione sul percorso di fede portato avanti dai Parmenses.
Piazza del Duomo
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PINACOTECA STUARD
Annibale Carracci, Mattia Preti, Frans Denys, Ilario Spolverini e Amedeo Bocchi sono solo alcuni dei numerosi artisti che albergano nelle sale di uno dei musei più importanti da vedere a Parma, la Pinacoteca Stuard. La collezione è il risultato della visionaria intuizione avuta dal suo creatore, Giuseppe Stuard, amministratore della Congregazione di San Filippo Neri.
Oggi il museo si compone di diverse sale che danno vita a un percorso espositivo ampio e variegato, passando per la prima sala che si apre sul Sacello di San Paolo – prima struttura architettonica devozionale intorno alla quale nacque l’omonimo monastero –, per poi seguire per il patrimonio archeologico pre-medievale e medievale e, successivamente, per una serie di dipinti a sfondo religioso. Spicca anche un disegno di un levriero a opera del Parmigianino, diventato simbolo della pinacoteca stessa.
Borgo del Parmigianino 2
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MUSEO TOSCANINI
Se si passa per Parma non si può perdere il Museo e la Casa Natale di Arturo Toscanini, uno dei maggiori interpreti della musica nostrana. A sessant’anni dalla sua scomparsa, il nome del direttore d’orchestra riecheggia ancora colpendo l’immaginazione del pubblico. Riconosciuto per la sua profonda sensibilità e per il suo approccio moderno ‒ sia in veste di direttore che nel rapporto coi mezzi di comunicazione del tempo – il museo intende rendere omaggio a un personaggio diventato una pietra miliare del panorama musicale nel luogo più intimo e riservato, ovvero la casa dove ha sempre vissuto. Il pubblico è accolto in un’atmosfera calda e familiare dove, fra pareti e mobili, si celebrano la vita nonché i successi del grande artista italiano tra locandine, pubblicazioni, abiti e ritratti.
Borgo Rodolfo Tanzi 13
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MONASTERO DI SAN GIOVANNI EVANGELISTA
Pochissimi sono i passi che dividono il Duomo dal monastero benedettino di Parma, intitolato a San Giovanni Evangelista. Il grande edificio comprende il Chiostro e la Biblioteca di San Giovanni ed è da annoverare tra le chiese più belle da vedere a Parma non solo per la sua storia, che affonda le radici nel X secolo, ma per le maestranze che hanno reso questo complesso religioso un’opera d’arte a tutto tondo nel Cinquecento. Stiamo parlando di nomi altisonanti, come il Parmigianino, di cui si trovano alcune tracce di affreschi realizzati in giovane età. Il Correggio padroneggia, con il suo Transito dell’Evangelista Giovanni, l’interno della cupola e la lunetta con San Giovanni e l’aquila, mentre lo scultore modenese Antonio Begarelli anima il transetto con quattro opere, tra cui spicca la Madonna con Bambino e San Giovannino.
Piazza San Giovanni
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BASILICA DI SANTA MARIA DELLA STECCATA
Realizzato tra il 1521 e il 1539, il santuario intitolato a Santa Maria della Steccata è una delle chiese da vedere a Parma. La basilica si erge nel punto in cui, nel 1392, era sito un oratorio costruito per ospitare un affresco di San Giovanni Battista, successivamente divenne la dimora di una Confraternita dedicata alla Vergine Annunciata dedita alle doti per povere ragazze nubili senza protezione. Dato il nuovo “indirizzo” devozionale, verso la fine del XIV secolo sulla facciata dell’oratorio venne dipinta una Madonna allattante, diventando presto oggetto di particolare attenzione da parte di numerosi pellegrini, il cui afflusso era regolarizzato da uno “steccato” che delimitava l’area d’interesse. Da qui il titolo, la “Madonna della Steccata”. Nel 1521 si decise di costruire un santuario per proteggere la preziosa immagine votiva dove operarono i professionisti dell’epoca. Ovvero? Ad esempio la cupola, opera di Antonio da Sangallo realizzata tra il 1526 e il 1527. Non possiamo non citare gli affreschi del Parmigianino che poi vennero proseguiti da Michelangelo Anselmi, il quale realizzò la decorazione del catino absidale orientale su disegno di Giulio Romano; infine la cupola interna vede la maestria di Bernardino Gatti per la sua Assunzione di Maria.
Str. Giuseppe Garibaldi 5
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APE – ARTI PERFORMANCE EVENTI
Tra i musei più importanti da vedere a Parma non si può non parlare dell’APE Museo, l’innovativo centro culturale e museale ideato e realizzato dalla Fondazione Monteparma.
Con l’intento di valorizzare e promuovere il mondo dell’arte e della cultura in tutte le sue forme, la Fondazione ha deciso di acquisire e rinnovare gli ambienti di un prestigioso palazzo da tempo non aperto al pubblico, per restituire all’intera comunità e città un nuovo polo d’arte. Mostre, concerti, performance teatrali e convegni: sono questi gli appuntamenti che il museo offre allo spettatore, regalandogli un ventaglio di opzioni che possa soddisfare qualsiasi interesse, proprio come si evince dal titolo APE, acronimo di “Arti”, “Performance” ed “Eventi”. Infine, l’APE custodisce una vasta collezione di opere di Amedeo Bocchi, di cui la Fondazione Monteparma si impegna da anni nella valorizzazione e nella divulgazione attraverso mostre ad hoc.
Str. Luigi Carlo Farini 32
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CHIESA DI SAN VITALE
Percorrendo la Strada della Repubblica si giunge di fronte all’imponente Chiesa di San Vitale di Parma. Il progetto, disegnato da Luca Reti e Felice Pasciuti, chiamati dalla duchessa Margherita Medici Farnese, è di stampo barocco con una sola navata, cinque cappelle e un’ampia zona absidale. La facciata è divisa verticalmente da delle paraste e alleggerite da nicchie animate da statue di santi realizzate da Pietro Sbravati. Al suo interno le cappelle sono arricchite da una serie di opere d’arte degne di merito, come il dipinto di San Giovanni Battista di Donnino Pozzi, la tela del pittore meneghino Carlo Francesco Nuvolone che raffigura San Giuseppe e il Bambino, il celebre quadro con San Francesco di Paola e re Luigi XI dipinto da Gaetano Callani, nonché l’altare del santuario realizzato da Andrea e Domenico Della Meschina e decorazione dell’abside affidate all’abate Giuseppe Peroni con la sua Apoteosi di San Vitale.
Str. Della Repubblica 3
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MUSEO D’ARTE CINESE ED ETNOGRAFICO
Una delle chicche da vedere a Parma è il Museo d’arte cinese ed etnografico, un contenitore artistico e documentario straordinario, risultato di un lungo e tortuoso percorso di affermazione. La sua storia ha inizio nel 1901, quando a volerlo fu il vescovo di Parma, Guido M. Conforti – fondatore dei Saveriani ‒, a cui il senatore Fedele Lampertico regalò pregevoli reperti a conclusione dell’Esposizione Universale di Torino del 1898. Per molto tempo i Saveriani operarono esclusivamente in Cina, ed era proprio ai missionari che il Vescovo si rivolgeva chiedendo loro di inviare periodicamente oggetti significativi di arte e di uso quotidiano a Parma. Così facendo, si costituì una cospicua collezione d’arte che, però, si concluse nel 1947, quando la presa di potere da parte del comunismo pose fine alla missione saveriana nell’Estremo Oriente. Negli Anni Sessanta, invece, l’arrivo di materiali provenienti dall’Asia, dall’Africa e dall’America Latina arricchì non solo la collezione ma il museo, diventando fulcro di testimonianze degli usi e costumi di altre realtà.
Viale San Martino 8
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MUSEO BOSSI BOCCHI
Negli ampi spazi di Palazzo Bossi Bocchi sono ospitate le opere della Collezione d’Arte di Fondazione Cariparma. Le tele del secentesco Felice Boselli, le tavole di Cristoforo Caselli – detto il Temperello ‒ e due grandi ritratti di Ranuccio I Farnese e Margherita Aldobrandini, assieme ai dipinti di Giovanni Paolo Panini, di Giovanni Maria delle Piane – detto il Molinaretto ‒ e di molti altri artisti testimoniano le maestranze artistiche parmigiane dal XVII fino al XX secolo. Ad arricchire la raccolta troviamo anche le preziose ceramiche e porcellane italiane del XV e del XVI secolo, nonché arredi, collezioni iconografiche, stampe e disegni. Infine, la recente donazione di Renato Bruson a favore della Fondazione Cariparma annette settanta opere pittoriche nostrane che oscillano tra il XIX e il XX secolo, fra cui spiccano i nomi di Fattori, Lega, Signorini, Boldini e molti altri.
Str. Ponte Caprazucca 4
https://www.fondazionecrp.it/attivita-culturali/
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