Se Nuoro ha scelto di sostenere il ruolo di Atene della Sardegna (che Grazia Deledda avallava in un suo scritto precoce sulla Rivista delle Tradizioni Popolari italiane) è per via del fermento culturale che l’ha vista protagonista nel corso del Novecento. La cittadina sorta molti secoli fa nel quadrante centro-orientale dell’isola ha dato i natali a numerose personalità di spicco del panorama culturale, artistico, letterario e politico italiano, celebrate di recente dall’illustratrice nuorese Daniela Spoto, che su incarico del Distretto Culturale del Nuorese (ente che riunisce musei e luoghi della cultura della provincia) ha disegnato Nuoro, i suoi simboli e le figure più apprezzate della sua storia. Dalla millenaria cultura dell’isola restò affascinato anche Carlo Levi, in occasione dei due viaggi in Sardegna che nel 1964 portarono alla pubblicazione del libro-reportage Tutto il miele è finito, che oggi dà il titolo alla mostra sul Levi fotografo e pittore ospitata al MAN di Nuoro. Da qui si può partire per muovere alla scoperta di una città ancora esclusa dai flussi turistici che massicci affollano le coste sarde durante l’estate. Eppure il territorio nuorese, come il nucleo urbano attorno a cui si irradia, è disseminato di punti di interesse, poli museali e attrazioni naturalistiche che valgono il viaggio. Eccone una selezione, per chi si trovasse in città per visitare la mostra del MAN.
L’ITINERARIO NEL CENTRO DI NUORO
Il cuore del centro urbano è piazza Sebastiano Satta, che si mostra così come l’ha ridisegnata alla metà degli Anni Sessanta lo scultore Costantino Nivola per omaggiare la figura del poeta nuorese – vissuto tra il XIX e il XX secolo – cui è intitolata. Per commemorarlo, lo scultore di Orani scelse di dipingere di bianco le facciate delle case circostanti e collocare in tutta la piazza delle rocce di granito allo stato grezzo che ospitano alcune statuine in bronzo di Satta. Il nucleo più antico della città si preserva, invece, nei rioni di Santu Pedru (San Pietro) e Seuna, dov’è piacevole passeggiare tra i vicoli acciottolati. Tutto ciò coesiste con gli interventi più recenti sullo spazio urbano, legati principalmente alla street art, che si ammira, per esempio, in viale Sardegna, con il ciclo dedicato ad Angelo Caria e il murale intitolato Il giorno del Giudizio di UndiciSei Squad. Anche la chiesa di Santa Croce accoglie un graffito d’autore, firmato da Antonio Porcu, mentre sono in piazza Italia gli interventi di Francesco del Casino.
IL MUSEO MAN A NUORO
Inaugurato nel 1999 per conservare le opere più rappresentative dell’arte isolana del XX secolo, il MAN è oggi un centro all’avanguardia per la ricerca sul contemporaneo, cui contribuiscono molti giovani artisti emergenti sardi. Attività primaria restano le mostre temporanee dedicate ad artisti e movimenti della storia dell’arte dal XIX al XXI secolo e progetti sperimentali rivolti ai linguaggi della più stretta contemporaneità.
LA CIVILTÀ NURAGICA AL MUSEO NAZIONALE ARCHEOLOGICO DI NUORO
In un palazzo ottocentesco appartenuto a Giorgio Asproni, affacciato sull’omonima piazza, il museo custodisce reperti provenienti dal territorio della provincia storica del capoluogo (Barbagia e Ogliastra) pertinenti a un arco cronologico compreso tra il Paleolitico e il Medioevo. Particolarmente suggestiva è la ricostruzione a dimensione naturale della fonte sacra circolare del villaggio di Sa Sedda ‘e Sos Carros di Oliena, realizzata con blocchi di basalto e calcare che rappresentano teste di muflone. Interessante anche la ricostruzione di edifici di culto di epoca nuragica dedicati alla divinità delle acque.
https://musei.sardegna.beniculturali.it/musei/museo-archeologico-nazionale-g-asproni-di-nuoro/
LA CASA MUSEO DI GRAZIA DELEDDA
La casa paterna di Grazia Deledda, nel rione San Pietro, è stata musealizzata nel 1983. Qui si conservano manoscritti, foto e oggetti appartenuti all’autrice che nel 1926 fu insignita del Nobel per la letteratura. La visita che vuole ripercorrerne le tracce può passare anche dal borgo di Galtellì, dove la scrittrice ambientò il romanzo Canne al vento, pubblicato nel 1913, e considerato il suo capolavoro. Ma anche, tornando a Nuoro, presso la chiesa della Solitudine, ai piedi del Monte Ortobene, che custodisce la sua sepoltura: nello spiazzo antistante, Maria Lai ha realizzato per omaggiarla un monumento dal titolo Andando via. Nella corte interna ombreggiata da querce della casa-museo, una serie di panchine e di colonne-libreria, con libri di Grazia Deledda e di altri autori a disposizione del visitatore, invitano alla lettura e alla sosta.
LO SPAZIO ILISSO E IL MUSEO DELLA SCULTURA A NUORO
Il centro espositivo è stato inaugurato nel 2019 all’interno di un’antica villa (Casa Papandrea) nel centro della città, ristrutturata per ospitare lo Spazio Ilisso, nato dalla casa editrice omonima per condividere l’esperienza di 35 anni di ricerca, produzione editoriale e mostre d’arte (fino al 17 aprile c’è tempo per visitare la mostra su Sironi e l’eternità del mito). Della collezione permanente fanno parte ceramiche e sculture della produzione sarda novecentesca. Dalla scorsa estate, il giardino della villa ospita una nuova sezione del Museo della scultura del ‘900 sardo, che accoglie opere di Costantino Nivola, Francesco, Ciusa, Maria Lai, Eugenio Tavolara. Gavino Tilocca, Salvatore Fancello, Pinuccio Sciola.
SULLE TRACCE DI COSTANTINO NIVOLA A ORANI
Costantino, Intine, Tino. Con tutti questi nomi era conosciuto lo scultore che ha consegnato alla storia la memoria del borgo di Orani, oggi raggiunto da tutto il mondo per visitare il Museo Nivola, che espone un’ampia collezione permanente, oltre a ospitare periodicamente residenze artistiche (il museo è infatti dedicato non solo all’opera di Nivola, ma anche all’arte contemporanea, al paesaggio e alle tradizioni viventi). Il complesso sorge all’interno di un parco, che comprende anche l’antica sorgente Su Cantaru. Negli spazi museali, invece, accolgono centinaia di opere di scultura, pittura e grafica di Nivola, artista (scomparso negli Stati Uniti, nel 1988) che ebbe un ruolo di primo piano nelle ricerche del modernismo del XX secolo incentrate sul rapporto fra scultura e architettura. Dal 15 aprile al 15 luglio, il museo ospiterà la mostra Nivola e New York. Dallo showroom Olivetti alla Città incredibile.
IL MUSEO DELLE MASCHERE MEDITERRANEE A MAMOIADA
A una ventina di minuti d’auto da Nuoro, addentrandosi nel cuore della Barbagia, Mamoiada è un centro che preserva la cultura pastorale del territorio, noto in tutto il mondo per le sue maschere tradizionali, di Mamuthones e gli Issohadores (celebre è la sfilata di Carnevale), cui si riconosceva il potere di influire sulle sorti del raccolto. Il paese ospita il Museo delle maschere mediterranee, che custodisce i costumi tradizionali della regione sarda e della provincia nuorese (ma anche di diversi Paesi del Mediterraneo, per evidenziarne le affinità), spiegandone origine e significato.
https://www.museodellemaschere.it/
IL PARCO MUSEO S’ABBA FRISCA A DORGALI
Nella valle di Littu, sulla strada che conduce da Dorgali alla spiaggia di Cala Cartoe (qui nel 2002 Guy Ritchie girò il remake dell’indimenticato film di Lina Wertmüller Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto, senza incontrare lo stesso successo), Portolu Secci ha trasformato la vecchia azienda agricola di famiglia in uno dei musei etno-naturalistici più importanti d’Italia. La sorgente S’Abba Frisca alimenta numerose fontane e giochi d’acqua, la macchia mediterranea trionfa in giardino, all’interno la collezione raccoglie 4500 oggetti che raccontano la cultura barbaricina. Ben studiati anche i laboratori didattici e le dimostrazioni di arti e mestieri che spaziano dalla molitura del grano con la mola asinaria alla produzione e cottura del pane carasau.
TRA NURAGHI E VILLAGGI FANTASMA
La quantità di resti e reperti archeologici presenti sul territorio provinciale è davvero ingente. A 13 chilometri dalla città, il complesso nuragico di Noddule è un’area ricchissima di monumenti con muraglie megalitiche e un vastissimo insediamento nuragico, comprensivo di un’area sacra. Ma sono ben dodici i villaggi nuragici rinvenuti in zona, e numerose sono anche le tombe dei giganti visitabili. Anche sul Monte Ortobene, che sovrasta la città, si incontrano abitazioni preistoriche, insediamenti prenuragici e tracce della colonizzazione romana. Storia a sé fa l’area archeologica di Tiscali, villaggio preistorico celato all’interno di una dolina sulla sommità del monte Tiscali, a 500 metri di quota.
DOVE MANGIARE A NUORO E DINTORNI
Una passeggiata in città non può prescindere da una sosta presso lo storico Caffè Tettamanzi, fondato nel 1875, salotto letterario della Belle Époque, dove si ritrovavano artisti e pensatori dell’epoca. Oggi è ancora sede di mostre d’arte, ma anche un ritrovo sicuro per un caffè, un pranzo veloce o un aperitivo.
La trattoria Il Rifugio è un indirizzo altrettanto fidato per scoprire i prodotti locali e le ricette tradizionali, come i salumi della Barbagia, lo spiedino di cordedda d’agnello arrosto, i filindeu in brodo di pecora, il pane frattau nuorese con l’uovo. Ma si gusta anche il mare, dalla tipica burrida di gattuccio alle ostriche di Olbia.
È a Mamoiada che incontriamo una delle tavole contemporanee più interessanti del nuorese. Qui, da un paio d’anni, lo chef Mauro Ladu e sua moglie hanno aperto Abbamele, osteria moderna che parte dall’essenza della gastronomia territoriale per ricavarne piatti di alto artigianato, che sorprendono per intensità senza tradire la storia della cucina locale.
https://www.facebook.com/caffetettamanzi1875/
https://www.trattoriarifugio.com/
https://www.facebook.com/Abbamele-Osteria
‒ Livia Montagnoli
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