Dal 3 al 5 febbraio, a Bologna, torna la fiera d’arte più antica d’Italia, nuovamente nella sua collocazione invernale. Sempre con l’ambizione di essere l’evento di riferimento per le gallerie e l’arte italiana del XX e XXI secolo, la manifestazione animerà molti spazi espositivi e culturali del capoluogo emiliano. Ma dove mangiare se siete in città? I nostri consigli.
‒ Livia Montagnoli
OLTRE
È il fulcro di un progetto di ristorazione che ha saputo intraprendere una nuova direzione nel panorama gastronomico cittadino, frutto dell’intuizione di Lorenzo Costa (figlio d’arte) e del lavoro di una giovane squadra affiatata. Ora Costa ha lasciato il progetto, ma alla guida di un’attività ormai più che solida resta Daniele Bendanti, che in cucina cavalca con grande personalità i piatti locali più pop, dalle tagliatelle al ragù alla cotoletta alla bolognese, proponendo al contempo intriganti variazioni sul tema. Si beve anche bene, attingendo da una competente carta dei vini oppure affidandosi alle proposte del cocktail bar (ma dietro al bancone non c’è più il bravo Nico Salvatori). L’atmosfera rilassata e un servizio attento fanno il resto.
https://www.oltrebologna.it/
AHIMÉ
Accanto ad Oltre, Ahimè è il risultato dell’incontro tra Lorenzo Costa e Lorenzo Vecchia (in sala ci sono Gian Marco Bucci e Gianmarco Martinelli, che amministrano una bella cantina). Un ristorante non convenzionale, amano definirlo in casa, perché costantemente in evoluzione, ma sempre legato alla disponibilità dei prodotti dell’orto (quello di Federico Orsi) e di un circuito di piccoli produttori. Il menu è dunque ristretto, centrato su proposte vegetali (senza però escludere carne e prodotti animali). Si mangia anche al banco, con vista sulla cucina, e sempre in un contesto decisamente piacevole, a pranzo e cena.
https://www.ahime.it/
OSTERIA BOTTEGA
La qualità di questa trattoria capace di stare al passo con i tempi è la cura nella gestione dell’ospitalità del cliente (in sala c’è la personalità di Daniele Minarelli), cui si unisce il rispetto per la tradizione gastronomica bolognese, qui proposta in modo lucido, senza concessioni al folclore, centrata sugli ingredienti del territorio e su preparazioni da manuale. Alla teoria di salumi seguono primi piatti come i rigatoni al torchio con le frattaglie di cortile, i tortellini, la faraona arrosto, la cotoletta alla Petroniana (ma anche un piccione in più cotture), la torta di riso.
AL CAMBIO
Cucina e servizio di sala amministrato con professionalità da Piero Pompili fanno di quest’indirizzo, un po’ defilato rispetto al centro città, una garanzia per chi è in cerca di un’ospitalità curata e di un autentico saggio del ricettario bolognese, dalla lasagna con sfoglia verde ai tortellini in doppio brodo, per arrivare a una cotoletta alla Petroniana eseguita a regola d’arte. Non fanno difetto le variazioni sul tema.
http://www.ristorantealcambio.it/
VICOLO COLOMBINA
A garantire l’autenticità dell’operazione di valorizzazione della tradizione gastronomica bolognese ci sono Massimiliano Poggi e Marco Canelli, ma oste e padrone di casa è Gianni Fruzzetti, con la sua spiccata dote per l’ospitalità e grande competenza enologica. Dalla cucina arrivano lo sformatino di patate e mortadella, la lasagnetta al ragù di cortile, l’arrosto del giorno con i suoi contorni, il galletto. La posizione è strategica, in centro città.
TRATTORIA BERTOZZI
Una trattoria tipica emiliana che dichiara il suo attaccamento alla cucina tradizionale, eseguita con fedeltà. Tra i primi tortellini, tagliatelle strette (al sugo di cipolla, “vecchia maniera”), tortelloni, tutti fatti a mano, poi brasati, cotoletta alla bolognese, zuppa inglese e gelato di crema per finire. Vini del territorio e ambiente genuino.
www.trattoriabertozzibologna.it/
SARÀ
In via Saragozza Sara Feligiotti ha raddoppiato gli sforzi (in via Belvedere prosegue l’attività del suo wine bar) con un bistrò semplice e confortevole sempre molto centrato sulla proposta enologica, ma interessante anche sotto il profilo gastronomico, tra sfizi come pane, burro e alici e pizza al tegamino, tartare di manzo con majo alla carota, burger e piatti veg.
FORNO BRISA
Con cinque sedi all’attivo (in via Galliera, via Castiglione, via San Felice, Bolognina e l’ultima arrivata in via Laura Bassi), Brisa associa al serio lavoro sulla panificazione una serie di soluzioni ideali per una pausa ristoratrice. Accanto al pane e alla pizza in teglia ci sono il caffè della torrefazione interna, i biscotti e i dolci da forno della casa, la pasticceria da colazione, il cioccolato. Impegnati in prima linea a valorizzare il lavoro agricolo, i ragazzi di Brisa garantiscono anche sulla qualità della filiera di produzione che alimenta il laboratorio di panificazione e tutte le attività del gruppo.
https://www.fornobrisa.it/
DA ZERO
La pizzeria cilentana che ha saputo già conquistare Milano, Torino e Firenze è l’ultima arrivata a completare il circuito di pizzerie di qualità che negli ultimi anni si è consolidato in città. L’insegna è garanzia di un lavoro oculato sulla selezione dei prodotti e sulla lavorazione dell’impasto, lo spazio è gradevole e moderno, il menu spazia dalla pizza fritta alle proposte ispirate dalla tradizione del Sud, ma c’è anche l’omaggio a Bologna, con la Dotta, con gli asparagi di Altedo che incontrano mozzarella di bufala e capocollo.
http://www.cominciadazero.com/
BERBERÈ
Prima di conquistare l’Italia (e Londra), il progetto dei fratelli Aloe ha mosso i primi passi proprio nell’hinterland bolognese. Oggi Berberé conta tre pizzerie in città, l’ultima inaugurata all’inizio del 2022 a Porta Saragozza. Non cambia l’approccio, fondato sulla qualità degli impasti e sull’offerta di pizze da condividere (arrivano in tavola già spicchiate), ritmata da un servizio spigliato in un ambiente informale, spesso valorizzato dal lavoro di street artist e creativi della scena cittadina.
https://www.berberepizza.it/
‘O FIORE MIO
In piazza Malpighi la pizza in teglia di O’ Fiore mio rappresenta una sosta sicura per uno spuntino durante la giornata (ma si può ordinare anche la tonda). L’insegna che fa capo a Davide Fiorentini, di base a Faenza, scommette su lunghe lievitazioni e farciture ricche, con prodotti del territorio e ingredienti stagionali.
https://ofioremio.it/
MERLINO
In via Ercolani, Merlino diventa il mago della farina grazie al lavoro di Dario Picchiotti e Francesco Tonelli (già soci da Casa Merlò, altro valido indirizzo in via de’ Gombruti), che hanno scommesso due volte sul progetto. Alla prima inaugurazione, poco prima dell’avvento della pandemia, è seguita la ripartenza recente, con le idee ancora più chiare. Merlino è pizza e pasta – quella tradizionale all’uovo, dalle tagliatelle ai tortellini con la panna – ma anche un tripudio di sfizi fritti, come il goloso Stecco Bologna, bon bon di mortadella, besciamella e fontina in panatura croccante. Il posto giusto per una pausa all’insegna del comfort food.
YUZUYA
Alla Bolognina la gastronomia che ha portato le specialità della cucina casalinga giapponese in città vanta ormai una nutrita schiera di fan (sempre meglio prenotare). Nato dall’idea di due donne giapponesi, il progetto si è evoluto a comprendere molte forme della cultura gastronomica nipponica. A cena e il sabato a pranzo si può ordinare il Gozen, un menu di piccoli assaggi che ruotano intorno alla portata principale, variante arricchita del tradizionale teishouku, vassoio che costituisce un pasto completo, qui proposto con carne, pesce o verdure. C’è spazio anche per sushi e sashimi, per pietanze a base di riso e udon.
https://www.yuzuya.it/
TRATTORIA DI VIA SERRA
Prende il nome da via Serra l’intima trattoria della Bolognina che ha mantenuto uno stretto legame con le piccole realtà della campagna bolognese che alimentano una cucina di stampo tradizionale, dove la sfoglia all’uovo si tira a mano, e tra i dessert può capitare di imbattersi nel tipico “fiordilatte” a base di latte, uova e zucchero cotti a bagnomaria. In menu, secondo disponibilità di mercato, gramigna al torchio con salsiccia e zucca violina, tosone, guancia di manzo brasata servita con giardiniera. Difficile trovare un posto all’ultimo secondo, obbligatorio prenotare.
https://www.trattoriadiviaserra.it/
EMPORIO 1920
La nuova casa di Emporio 1920 – cocktail bar di riferimento in città, e tra i migliori d’Italia – si trova in via dei Poeti, in uno spazio sempre improntato ad atmosfere retrò, che strizzano l’occhio all’epoca del proibizionismo. Al centro c’è sempre il lavoro certosino di Francesco Trimigno e della sua squadra di barman, che lavorano su infusi e bitter homemade e su twist ben congegnati. Uno spazio è dedicato alla ristorazione, con prodotti da filiera corta e un menu basato su sfizi e cucina di mercato.
https://emporio1920.it/
OSTERIA BARTOLINI
Il mare della Riviera romagnola e la sua cultura gastronomica legata ai pescatori dell’Adriatico in uno spazio privilegiato nel centro di Bologna. La premiata ditta Bartolini (all’attivo il ristorante La Buca e due osterie molto frequentate a Cesenatico e Milano Marittima) ha fondato il suo avamposto emiliano in piazza Malpighi, in un grande spazio con giardino rialzato, all’ombra di un grande platano. La cucina privilegia il pesce azzurro (sardoncini alla griglia in primis) e piatti della tradizione popolare, come la pasta con le poverazze (le vongole) o il gran fritto di paranza. Si chiude con dolci golosi diventati marchio di fabbrica riconosciuto.
https://www.osteriabartolinibologna.com/
È CUCINA
Cesare Marretti è longevo paladino della ristorazione d’autore in città. Nel quartier generale di via Leopardi il suo eclettismo gastronomico ha tutto l’agio di esprimersi in una cucina molto personale, proposta in uno spazio dall’atmosfera allegra e informale. Ottimo rapporto qualità/prezzo sulle formule degustazione.
FLOR BOLOGNA
Food and more, recita il claim di questa attività che in via Drapperie somma ristorante e cocktail bar in uno spazio giocato su ambientazioni a effetto, come il soffitto “vegetale” che avvolge il bancone. Ai fornelli c’è Simone Albertazzi, esperienze di rilievo alle spalle e un approccio originale alla cucina di mare, mentre il bar manager Alessandro Simeone concerta la drink list. Il locale è anche concept store, si acquista tutto quello che è esposto.
https://florfoodandmore.it/
MAX POGGI
Si raggiunge Trebbo per sedere alla tavola di Massimiliano Poggi (quest’anno chiamato a supervisionare l’offerta gastronomica in fiera), accolti nella “casa di campagna” dello chef, senza il rischio di restare delusi. Tra le più centrate proposte di ristorazione d’autore d’Italia, la cucina di Poggi è fondata sull’esperienza e sull’attaccamento alla propria terra, oltre che su una competenza tecnica che ispira piatti iconici come l’insalata russa della casa o i tortellini in doppio brodo. Due i menu degustazione per sperimentare oltre la carta.
https://www.mpoggi.it/
IRINA
Un’agile gita fuori porta conduce a Savigno, per intercettare la cucina di Irina Steccanella e la proposta di una trattoria che guarda alla tradizione senza nostalgia, condensando i sapori più intensi del territorio emiliano e della memoria familiare. La giardiniera di produzione propria con salumi e formaggi selezionati, crescentine e tigelle, i passatelli in brodo di gallina e i tortellini con la panna, il cotechino e il friggione bolognese. Tra i dolci, zuppa inglese e latte in piedi. E per divertirsi davvero, due menu degustazione, con ottimo rapporto qualità/prezzo.
https://irinatrattoria.it/
POSTO RISTORO
A Castenaso, un progetto al femminile guidato da Nora Tadolini, che non ha paura di osare. La premessa è evidente già prendendo confidenza con lo spazio, arredato con un approccio molto personale, pavimento blu elettrico, tavoli ben distanziati e una scenografica cantina semicircolare. La cucina si definisce “curiosa”, supera le divisioni canoniche tra antipasti, primi, secondi, e mette al centro i prodotti: le carni – come la tartare di pecora con topinambur, datteri e teriyaki o il piccione con fondo bruno alla salsa agro-piccante cinese –, il pesce, i vegetali, che ispirano anche intuizioni curiose, come il pasticciotto di verdure con miso e gelato di stagione.
https://postoristoro.it/
MAMO CUCINA
Tre giovani professionisti cui non fa difetto l’intraprendenza – due produttori vinicoli e un cuoco: Jacopo Stigliano, Mattia Donini e Gian Maria Fasano ‒ e una villa fuori città, sui Colli, immersa nel verde e arredata in stile classico. Nasce da queste premesse Mamo, progetto trainato in cucina dalla mano di un cuoco talentuosissimo, già visto al lavoro da Scarto (interessante esperienza cittadina di miscelazione e gastronomia a basso impatto, conclusasi troppo presto) e da Sentaku. A tavola ci si affida alle sue intuizioni, ogni mese legate a un tema: il menu è fisso, e a sorpresa. Il vino è l’altro fulcro di Mamo, per valorizzare la cultura dei piccoli artigiani. Apertura solo venerdì, sabato e lunedì a cena, domenica a pranzo. E in villa si può anche pernottare.
https://mamocucina.com/
I COCKTAIL A BOLOGNA
E infine qualche suggerimento per bere bene in città, requisito piuttosto indispensabile durante le art week di fiera. Con il plus, quest’anno e solo quest’anno, di godersi magari un eccellente cocktail all’aperto durante una rassegna che si svolge solitamente sotto la neve e che stavolta prende avvio in una primavera estiva. Fermo restando che da Oltre – primo ristorante consigliato in questa lista – trovate come indicato l’angolo cocktail bar di Nico Salvatori, altre tappe interessanti per una bevuta seria, etica, responsabile e sostenibile sono le seguenti: Ruggine (con due sedi, dopo il raddoppio in piazza Aldrovandi), Volare, Velluto, Fior di Sale. Uno per ogni serata di fiera.
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