Nel 1140 il destino della città di Pistoia – fondata in epoca romana e poi passata di mano fino al periodo di dominazione longobarda, quando conobbe uno sviluppo significativo – sarebbe cambiato per merito di un evento religioso: in quell’anno, il vescovo Atto riuscì a portare in città una preziosa reliquia di San Giacomo. L’evento proiettò Pistoia in una dimensione europea, facendone una tappa di pellegrinaggio privilegiata, che ne determinò, sul lungo periodo, la crescita culturale ed economica. La mostra Medioevo a Pistoia. Crocevia di artisti fra Romanico e Gotico, all’Antico Palazzo dei Vescovi (c’è tempo fino alla fine di maggio per visitarla), fotografa questo momento con pregevoli testimonianze artistiche databili tra il XII e il XV secolo, in gran parte in arrivo dalle chiese della città, che hanno custodito il prezioso patrimonio. È dunque naturale estensione della mostra una visita alla scoperta di Pistoia, che ha saputo alimentare anche una vivace scena artistica contemporanea, ed è punto di partenza per interessanti escursioni sul territorio, tra la Montagna Pistoiese, esempi di archeologia industriale, giardini d’artista.
L’ITINERARIO NEL CENTRO DI PISTOIA
Si è ben conservato il medievale centro cittadino, peraltro non intaccato dal turismo massivo che affligge altre città d’arte toscane. La visita può partire dalla cattedrale intitolata a San Zeno, riconoscibile dallo stile romanico della facciata – racchiusa tra le due statue marmoree dedicate a San Jacopo, patrono cittadino, e San Zeno – e dall’alta torre campanaria (a tre ordini di logge, con cuspide aggiunta nel XVI secolo) che svetta sui tetti della città. Al suo interno si scopre un capolavoro dell’oreficeria sacra medievale, l’Altare argenteo di San Jacopo, su cui si lavorerà fino alla metà del Quattrocento, anche con l’intervento di un giovane Filippo Brunelleschi. Accanto sta il Battistero di San Giovanni in Corte, ma tra le chiese cittadine, allineate lungo l’antica Via Romea Strata, meritano un passaggio anche la Basilica della Madonna dell’Umiltà (su progetto del Vasari), il complesso monumentale di San Francesco, la chiesa di San Giovanni Fuorcivitas e la Pieve di Sant’Andrea, col pulpito di Giovanni Pisano. A documentare l’urbanistica medievale è in particolare la ben conservata via della Torre.
PISTOIA. DENTRO E SOTTO L’OSPEDALE DEL CEPPO
Fondato nel XIII secolo (e rimasto in funzione fino al 2013, dal secondo Seicento sede pure di un’importante scuola chirurgica, cui spetta la paternità del bisturi), l’antico ospedale cittadino deve il suo nome, secondo la leggenda, a un ceppo miracolosamente fiorito durante l’inverno, per intercessione della Madonna. Dall’esterno si ammira il prezioso fregio di terracotta dipinta e invetriata eseguito dalla famiglia Della Robbia agli inizi del XVI secolo, che corre per tutta la lunghezza del loggiato (altri esempi della maestria della bottega dei Della Robbia in città si apprezzano nella chiesa di San Giovanni Fuoricivitas e in cattedrale). Ma anche all’interno l’edificio rivela sorprese, come l’anfiteatro anatomico più piccolo del mondo, e nel sottosuolo, la Pistoia sotterranea, percorso ipogeo che si articola per 650 metri al di sotto dell’Ospedale, lungo l’antico letto del torrente Brana, rivelando antiche testimonianze architettoniche della città. Peraltro si tratta del più lungo percorso ipogeo in Italia accessibile a disabili e non vedenti (sottolineiamo, a tal proposito, il merito di molte istituzioni culturali cittadine nello sviluppare strategie di accessibilità all’avanguardia).
https://www.irsapt.it/it/pistoia-sotterranea/
I MUSEI DELLA FONDAZIONE PISTOIA
Il sistema Pistoia Musei si articola in quattro sedi museali, tre all’interno di storici palazzi del centro città, una nell’antica chiesa di San Salvatore. In piazza Duomo, l’Antico Palazzo dei Vescovi è dedicato all’arte antica e moderna, ma nasconde nel sottosuolo un percorso archeologico attrezzato, che illustra le stratificazioni archeologiche della città. Tra i gioielli della collezione, le tempere murali (stese a “secco”) di Giovanni Baldini, provenienti da villa La Falconiera e allestite in una stanza dedicata all’artista. L’iniziativa Museo Tattile permette a ipovedenti e non vedenti di “toccare la città”, riprodotta in scala nei suoi principali monumenti. A Palazzo Buontalenti si conserva il nucleo di opere del pittore pistoiese Giacinto Gimignani, mentre a Palazzo de’ Rossi – che mostra ricche decorazioni ottocentesche d’artista – si scopre l’arte del Novecento pistoiese. Davvero peculiare è la sede espositiva di San Salvatore: gli scavi nella chiesa – oggi sconsacrata – hanno portato alla luce preesistenze romane (in prossimità del luogo dove leggenda vuole sia stato sepolto Catilina) e altomedievali, tra cui un affresco incompleto di fine Duecento con un Compianto su Cristo morto. L’allestimento museale ha portato qui opere provenienti dai depositi del Museo Civico di Pistoia e dall’Archivio del Capitolo del Duomo.
IL MUSEO DEL NOVECENTO E DEL CONTEMPORANEO DI PALAZZO FABRONI
Dall’estate 2021, chi visita Palazzo Fabroni può contare anche sullo spazio verde progettato degli architetti Alessio Gai e Michele Fiesoli con la consulenza artistica di Federico Gori, recuperando la storia del luogo e rivisitando in pianta il gusto rinascimentale del giardino all’italiana. La collezione è invece una pregevole raccolta di arte moderna e contemporanea composta da fondi civici e acquisizioni. Tra queste, omaggi ad artisti del territorio come Mario Nigro e Agenore Fabbri, ma anche percorsi nell’Arte Povera, nella Minimal Art, nell’arte concettuale, fino alla poesia visiva. Nutrito anche il calendario di esposizioni temporanee (in corso, fino al 5 giugno, la mostra dedicata a Gualtiero Nativi, maestro dell’astrattismo italiano del secondo Novecento).
LA GALLERIA SPAZIOA
Fondata nel 2008 da Giuseppe Alleruzzo, dal 2013 la galleria può contare anche su un project space, in uno spazio adiacente a quello principale, dove vengono realizzati progetti site specific ed esposti artisti emergenti e mid-career. Se siete in città è sempre interessante scoprire le esposizioni in corso (dal 28 maggio, Esther Klas, con Several Points of beginning).
IL GIARDINO DI CINO
Il Giardino di Cino è un progetto di rigenerazione urbana che da qualche anno ha fatto di Piazzetta Sant’Atto e Vicolo dei Bacchettoni uno spazio culturale open air curato con il supporto di residenti e commercianti della zona. L’idea spetta però all’associazione culturale Spichisi, che qui organizza periodicamente incontri, residenze artistiche (con il supporto di Fondazione Caript) e laboratori rivolti alla cittadinanza. Tutto questo in uno spazio rinnovato con alberi e piante in vaso, sedute di design progettate da Ecòl (che firma anche l’intervento site specific Romanico Autarchico, realizzato nel 2019) e una delle più fotografate opere di street art cittadine, il murale di Millo, No Hesitation.
IL GIARDINO D’ARTISTA ALLA FATTORIA DI CELLE
In località Santomato a Pistoia, la Fattoria di Celle ha sede in una villa monumentale del XVII secolo che oggi ospita la Collezione Gori, raccolta privata di arte ambientale (si può visitare, su prenotazione, da maggio a settembre, con regole di accesso piuttosto rigide, per gestire l’affluenza). Sono ottanta le opere apprezzabili durante il tour nel parco, giardino all’inglese ripensato all’insegna di interventi site specific, dal Labirinto di Robert Morris a La cabane éclatée di Daniel Buren, alla Mano di Loris Cecchini. Anche l’interno della fattoria ha raccolto, a partire dalla metà degli Anni Ottanta, interventi di artisti italiani e internazionali, come pure la casa padronale, dove hanno lasciato traccia, fra gli altri, Mimmo Paladino, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto (alla Cascina Terrarossa, parte del complesso, hanno invece lavorato Anselm Kiefer, Stefano Arienti, Simone Gori).
LA MONTAGNA PISTOIESE E LA FERRIERA PAPINI A MARESCA
Dal XIV secolo, la Montagna Pistoiese divenne importante polo siderurgico, vanto del Granducato di Toscana e importante risorsa economica per il territorio, grazie al ferro in arrivo dai giacimenti dell’Isola d’Elba. Si moltiplicarono così le ferriere, di cui la struttura di Maresca, rimasta in attività fino agli Anni Ottanta, fu uno degli esempi più precoci. Oggi musealizzata (nel circuito degli Ecomusei della provincia), permette di scoprire questa storia, attraverso antichi attrezzi dei fabbri e storici macchinari idraulici e meccanici (ma qui fu brevettato anche un innovativo sistema per la produzione dell’aria compressa). Molto attiva la didattica, che permette di mettersi all’opera su lavorazioni che replicano la vita nella ferriera.
IL BORGO MUSEO DI CASTAGNO
Alle porte di Pistoia, Castagno di Piteccio è un minuscolo borgo museo, con un circuito di opere d’arte a cielo aperto cui ha dato impulso precocemente – sin dagli Anni Sessanta – il critico d’arte Tommaso Paloscia. L’operazione si concretizzò nel 1975, con l’arrivo di dodici artisti chiamati a partecipare all’annuale edizione del Premio Nazionale Castagno Pittura.
Oggi l’itinerario tocca i dodici affreschi del ’75, dedicati ai mesi dell’anno, trenta sculture realizzate tra il ’76 e il 2004 e un nuovo ciclo di opere datate 2019-21. Una mappa interattiva aiuta a orientarsi, mentre l’archivio digitale aiuta a prepararsi alla visita.
https://www.castagnodipiteccio.org/
http://www.cct.world/
http://www.cct-seecity.com/
DOVE MANGIARE A PISTOIA E DINTORNI
In centro città, la Locanda del Capitano del Popolo assicura un viaggio gastronomico nella tradizione locale, tra un peposo dell’Impruneta e una zuppa del carcerato, a base di pane raffermo e rigaglie di vitello.
Tra gli indirizzi da consigliare, sempre in posizione centrale, anche il piccolo locale della BotteGaia, che utilizza prodotti del territorio però aggiornando il ricettario tradizionale, in abbinamento con una buona selezione di vini.
Alla cultura enologica è legata la fama di Baldovino, bella cantina (accanto la stessa proprietà gestisce il wine bar Bibendum, per una sosta più veloce) e un menu moderno, fondato sull’esaltazione della materia prima, dalla seppia in zimino con le bietole al raviolo di pollo arrosto con salsa alla cacciatora e parmigiano fondente.
Diverso lo scenario all’interno del parco cittadino di Montuliveto, che una giovane associazione si sta impegnando a rilanciare, riqualificandone gli spazi e ideando nuovi servizi (come il mercato contadino del mercoledì pomeriggio). Nella serra del parco – caffetteria, cocktail bar e pizzeria – ci si accomoda per una colazione, una pausa caffè, un pranzo veloce o un aperitivo
Vale il viaggio l’accoglienza a Villa Rospigliosi (Lamporecchio), dove l’Atman avviato da Igles Corelli è oggi saldamente guidato da Marco Cahssai, chef di talento. Si sceglie fra tre menu degustazione, mentre si gode degli splendidi ambienti della villa seicentesca fatta edificare da papa Clemente IX, su progetto di Bernini.
https://www.labottegaia.it/
https://www.montuliveto.it/
https://www.atmanavillarospigliosi.it/
https://www.enotecabaldovino.it/
‒ Livia Montagnoli
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