Viaggio a Montefalco: arte rinascimentale e cultura vinicola
Andiamo alla scoperta di una delle più felici e dinamiche realtà dell'Umbria, dove uno dei principali produttori (ed esportatori) di Sagrantino di Montefalco è impegnato in prima linea nella difesa del patrimonio storico-artistico
Montefalco è un incantevole borgo nel cuore del cuore verde d’Italia, l’Umbria. Si tratta di uno dei “Borghi più belli d’Italia” ed è la patria del vino Sagrantino.
Ma per gli appassionati d’arte risulta affascinante perché costituisce un brillante esempio di cooperazione tra imprenditoria illuminata e tutela e promozione del patrimonio artistico locale, in particolar modo del Museo di Montefalco.
In realtà il Museo di Montefalco non avrebbe neppure bisogno di promozione, forte delle straordinarie ricchezze da offrire a chi cerca bellezza e la grande storia dell’arte. È un museo da visitare con calma e con attenzione, quasi degustandolo come un calice di Sagrantino di Montefalco.
ARTISTI E OPERE DEL MUSEO DI MONTEFALCO
Il percorso espositivo inizia con la ricca pinacoteca, dove troviamo una bella pala d’altare quattrocentesca di Antonio Aquili, detto Antoniazzo Romano, un San Vincenzo da Saragozza, Santa Illuminata e San Nicola di Tolentino proveniente dalla chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma, giunta a Montefalco nel 1907, e proseguiamo con opere della bottega di Melozzo da Forlì, il folignate Niccolò di Liberatore detto l’Alunno. All’artista locale più rinomato, l’eccellente Francesco Melanzio, nato a Montefalco nel 1460, è dedicata un’intera sala. Qui ritroviamo gli stilemi e i gentili cromatismi del Perugino e del Pinturicchio, che il pittore ha saputo reinterpretare con una notevole maestria, soprattutto nella cura quasi sartoriale con cui ha declinato gli scintillanti riflessi degli abiti dei personaggi ritratti.
Si scende poi al livello della ex chiesa di San Francesco, dove in controfacciata troviamo una splendida nicchia affrescata nel 1503 da Pietro Vannucci detto il Perugino (è documentata la sua presenza nel borgo in quell’anno), raffigurante una Natività che pare quella, sempre del Perugino, alla Galleria Nazionale dell’Umbria. In alto un Eterno in Gloria fra gli Angeli e ancora più in alto una bella Annunciazione.
Ma è nell’abside gotica che si trova il capolavoro della ex chiesa e di tutto il museo: il ciclo di affreschi dedicato alle Storie di San Francesco realizzato da Benozzo Gozzoli nel 1452, un vero e proprio tripudio di colori e sfumature altorinascimentali che testimonia la stima di cui godeva l’artista fiorentino presso la corte papale di Niccolò V. L’intervento pittorico fu infatti voluto dall’influente teologo Jacopo da Montefalco, che intendeva sottolineare la vicinanza tra la vita del più celebre santo umbro, San Francesco, e quella di Cristo. Sempre di Benozzo Gozzoli nella ex chiesa di San Francesco troviamo gli affreschi della cappella di San Girolamo, con tanto di finto polittico a trompe-l’oeil.
LE CANTINE ARNALDO CAPRAI A SOSTEGNO DELL’ARTE
Dopo la superba abbuffata di meraviglie rinascimentali, scendiamo negli ambienti ipogei, dove nella cripta è stata allestita la collezione archeologica. Qui troviamo una bella statua di Ercole in marmo, copia romana di un originale greco, realizzata probabilmente tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., verosimilmente restaurata nel corso del XVIII secolo. Ed è qui che la vicenda del Museo di Montefalco si unisce in maniera definitiva con la Montefalco attuale, che fa della produzione del suo Sagrantino esportato in tutto il mondo la sua punta di diamante.
Tra il 2002 e il 2005, durante lavori di ampliamento nei sotterranei del museo, vennero infatti rinvenute le antiche Cantine dei Frati, realizzate tra il XVIII e il XIX secolo, utilizzate dai monaci per conservare uno dei loro tesori più grandi: il vino del territorio, di cui la produzione da parte dei frati è documentata fin dallo Statuto Comunale del 1692. Oggi questi ambienti sono stati felicemente musealizzati e inseriti nel percorso espositivo, a conclusione della visita, quasi a ricordare che la storia di Montefalco è una storia viva e ancora presente.
È piacevole a questo riguardo ricordare che a partire dal 2013 le cantine di Arnaldo Caprai, autentico demiurgo del Sagrantino di Montefalco, hanno ideato l’iniziativa Caprai4love: ogni anno viene messa in commercio una edizione limitata di Sagrantino il cui introito viene utilizzato per il restauro del patrimonio storico e artistico del Museo di Montefalco.
Nel corso degli anni sono stati restaurati i ritratti di Dante, Petrarca e Giotto, realizzati da Benozzo Gozzoli nell’abside dell’ex chiesa di San Francesco, ed è stato anche finanziato l’acquisto di una lettera autografa di Benozzo Gozzoli partita da Montefalco nel 1452, all’epoca della realizzazione degli affreschi.
Nel 2021, per l’ultima edizione speciale messa in commercio, Caprai ha celebrato i settecento anni dalla morte di Dante Alighieri, con tanto di etichetta disegnata dall’artista canadese Rick Rojnic. Molto tempo è passato dal 1971, anno in cui l’imprenditore tessile Arnaldo Caprai acquistò i primi 45 ettari di terreno agricolo a Montefalco, eppure la chiave dell’impegno effuso nel recupero dei vitigni originali e nella ricerca per realizzare il miglior vino possibile è rimasta la stessa: valorizzare i tesori locali, le ricchezze nascoste di un territorio. La collaborazione tra le cantine Arnaldo Caprai e Montefalco è una sinergia vincente tra pubblico e privato che sarebbe bene replicare anche altrove.
‒ Thomas Villa
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