Le mostre dell’estate 2022 in Liguria

Da La Spezia a Genova, fino ai Giardini Hanbury di Ventimiglia. Guida alle mostre da vedere questa estate in Liguria, tra omaggi a grandi artisti scomparsi e riflessioni sul mondo che cambia

È Genova a guidare la programmazione culturale dell’estate ligure, con la Biennale di Arte Contemporanea che riunisce a Palazzo Ducale quaranta artisti tra Italia e Svezia. La più nota sede museale cittadina ospita anche la retrospettiva su Tina Modotti, di cui si indagano l’opera e la vita, e l’omaggio a Vittorio Gassman, nel centenario della sua nascita. Anche a La Spezia si concentrano interessanti progetti curatoriali, tra la Fondazione Carispezia (con la proroga della personale di Jacopo Benassi) e il CAMeC, che ripercorre la storia della Galleria Il Gabbiano e dedica una retrospettiva “trasformista” a Giacomo Verde. C’è spazio anche per una visita ai Giardini Hanbury, che ospitano la personale di Arianna Carossa, e per scoprire il legame di Francesco Casorati – figlio di Felice – con il borgo di Cervo e il mare della Liguria.

– Livia Montagnoli

LE MATRICI DI JACOPO BENASSI A LA SPEZIA

È stata prorogata fino all’11 settembre la personale di Jacopo Benassi (La Spezia, 1970) presso gli spazi espositivi della Fondazione Carispezia, diventati per l’occasione studio di sperimentazione espressiva nei mesi che hanno preceduto l’inaugurazione della mostra. Il percorso, a cura di Antonio Grulli, si impernia sul rapporto dell’artista con la città dov’è nato e si è formato: Matrice è infatti un riferimento diretto a origini e fonti della ricerca creativa di Benassi (fino alla fine di agosto protagonista anche a Reggio Emilia, con il progetto Junk B, nelle teche di Spazio Neutro), a partire da La Spezia, oggetto di esplorazione privilegiato. C’è però vivido anche il riferimento a Sergio Fregoso, fotografo spezzino riconosciuto dall’autore come matrice “di sguardi”; e l’omaggio alla madre dell’artista, scomparsa nei giorni di preparazione della mostra. La matrice per eccellenza, però, è la natura, che si appropria di uno spazio in cui grande assente è la presenza umana, sebbene molteplici e intense siano le tracce di umanità. Ci si muove in un contenitore che raccoglie immagini ed esperienze riconducibili ai punti di riferimento di Benassi, qui alle prese non solo con la fotografia, ma anche con la pittura (nella copia dei lavori del pittore spezzino Agostino Fossati). L’ingresso alla mostra è gratuito.

https://www.fondazionecarispezia.it/

Jacopo Benassi. Matrice. Exhibition view at Fondazione Carispezia, La Spezia 2022. Photo Francesco Capitani

Jacopo Benassi. Matrice. Exhibition view at Fondazione Carispezia, La Spezia 2022. Photo Francesco Capitani

I CINQUANT’ANNI DELLA GALLERIA IL GABBIANO AL CAMEC

Oltre cinquant’anni di ricerca artistica transitata negli spazi della storica galleria Il Gabbiano, che a La Spezia è stata attiva dal 1968 al 2018, ospitando oltre cinquecento mostre e portando in città i protagonisti dell’arte italiana e internazionale, con approfondimenti dedicati alla Poesia visiva, a Fluxus, all’Arte concettuale, alla Body Art. A questa storia è dedicata la mostra del CAMeC (fino al 25 settembre), a cura di Mario Commone: un percorso in 150 opere, oltre all’installazione corale nella project room, per illustrare una modalità curatoriale frequentemente utilizzata dalla galleria, sovente promotrice di collettive e mostre tematiche poi sviluppate in collane editoriali. Il tema scelto per il progetto che omaggia la galleria è la bandiera, nell’interpretazione di cinquanta artiste e artisti.

Il Centro per l’Arte Moderna e Contemporanea ospita anche la retrospettiva sull’artista multimediale Giacomo Verde (1956-2020), videoartivista (in riferimento all’impegno politico), per sua stessa definizione, e primo net artist italiano. Trasformista è l’allestimento: Liberare arte da artisti è una mostra che alterna nel corso dei mesi di esposizione proiezioni, oggetti, video creazioni e installazioni storiche dell’artista, accanto a performance e omaggi realizzati da colleghi e artisti che interpretano e utilizzano l’universo tecno-poetico di Verde. Forte la componente interattiva del progetto, che invita il pubblico ad azionare monitor e installazioni, sfogliare i libri e i disegni in mostra, navigare con il proprio smartphone tra opere di net art, con l’opportunità di aggiungere foto e commenti. Nel mese di ottobre inaugurerà la terza sezione della mostra, Effimero, concentrata sul teatro di strada e sugli spettacoli più iconici di Verde.

http://camec.museilaspezia.it/

Giacomo Verde, Diario dei malanni

Giacomo Verde, Diario dei malanni

MANLIO ARGENTI A SARZANA

Manlio Argenti (La Spezia, 1919-2011) è stato pittore, scultore e musicista. Formatosi nella temperie spezzina a cavallo tra gli Anni Trenta e Quaranta, la sua lunga carriera l’ha visto avvicinarsi a linguaggi espressivi diversi, dalla figurazione all’Informale, passando per esperienze dadaiste e concettuali, con indole dichiaratamente eclettica, e predilezione per la gestualità e il fare artigianale, applicati all’urgenza creativa. Fino al 31 agosto, la Galleria Golfo dei Poeti di Sarzana gli dedica una retrospettiva che condensa principalmente le opere del decennio Sessanta-Settanta, dipinti in gran parte, e sculture in legno.

Manlio Argenti, Il golfo musicale, s.d., olio su tela, cm 78,5x58,5

Manlio Argenti, Il golfo musicale, s.d., olio su tela, cm 78,5×58,5

L’INNO ALLA VITA DI ARIANNA CAROSSA NEI GIARDINI DI VILLA HANBURY

A Ventimiglia, i giardini botanici di Villa Hanbury, allungati sul promontorio della Mortola, devono la fama che li precede alla visione di Thomas Hanbury, che nella seconda metà dell’Ottocento avviò la trasformazione del parco con spiccato gusto per l’architettura paesaggistica in voga nell’Inghilterra dell’epoca, e curiosità scientifica. Alla sua morte, nel 1907, i giardini, sotto la direzione di valenti botanici, si presentavano completamente trasformati. Oggi, a tutelare la storia e il valore paesistico e botanico di Villa Hanbury ci pensa l’Università di Genova, cui lo Stato ha affidato la gestione del luogo, che fino al 3 settembre ospita la mostra di Arianna Carossa (Genova, 1973; vive a New York). Vincitrice dell’edizione 2020 della residenza artistica Atelier A di Apricale, l’artista ligure espone opere realizzate proprio per i giardini e gli spazi di Villa Hanbury nel periodo in residenza. The Phantom’s Privilege si snoda così come un percorso rituale guidato dalla visione di Carossa, che cerca il dialogo con la natura attraverso materiali disparati – la cera, la pasta, la creta – tutti soggetti all’interazione con l’ambiente che li ospita. È dunque un viaggio in fieri, che esplicita lo scorrere della vita, quello che coinvolge i visitatori del parco. Nello stesso periodo, al Castello di Apricale, si visita l’installazione sonora site specific di Marc Urselli, sound designer che da tempo collabora con Carossa.

https://www.giardinihanbury.com/

Giardini Hanbury

Giardini Hanbury

IL CIBO DI STEVE MCCURRY AL FORTE DELL’ANNUNZIATA

Un necessario e lungimirante intervento di riqualificazione, promosso dalla Marina Development Corporation (MDC) ha restituito fascino alla Marina di Ventimiglia, che dalla città vecchia si protende lungo la costa del monte fino al mare. In questo contesto, Steve McCurry (Philadelphia, 1950) arriva al Forte dell’Annunziata con i suoi scatti più significativi sul Cibo, inteso come snodo di relazioni sociali, economiche, religiose, familiari. L’esposizione, curata da Biba Giacchetti su progetto di Sudest57 e allestimento scenografico di Peter Bottazzi, raccoglie settanta fotografie sul tema. Fino al 4 settembre.

www.oltreilcibo.it

Srinagar, Kashmir, 1996 © Steve McCurry

Srinagar, Kashmir, 1996 © Steve McCurry

FRANCESCO CASORATI E IL MARE DELLA LIGURIA

All’Oratorio di Santa Caterina, nel centro di Cervo, l’Archivio Casorati cura la mostra dedicata a Francesco Casorati (Torino, 1934-2013), figlio di Felice, che a partire dagli Anni Cinquanta fece parte del gruppo di artisti torinesi ispirati dal borgo ligure, che elessero Cervo a residenza artistica e di vita (in quegli anni, il gruppo diede forma al concorso di pittura Il Pennello d’oro, nuovamente in auge dopo un periodo di oblio), attirando a propria volta amici, sodali e colleghi, da Felice Casorati a Carlo Levi, Nicola Galante e Mauro Chessa. Nella sua casa tra gli ulivi, Casorati realizzò le opere più emblematiche di una produzione orientata su soggetti che descrivono il rapporto col mare e col paesaggio ligure, dalle marine ai pesci metafisici, alle navi, come quella che ispira il titolo dell’esposizione (La grande nave è infatti anche il titolo di un’opera in mostra). “Il mare è, per un pittore, una fonte inesauribile di straordinarie emozioni, grafiche e pittoriche: qui c’è tutto ciò che un pittore può desiderare: infinite varietà di colori, di sfumature e tonalità, forme in continuo cambiamento, segni che si creano, si disfano, si confondono, in un incessante mutamento”, amava ripetere Casorati, che trascorreva molto del suo tempo in barca a vela. Altro soggetto caro al pittore sono gli animali, spesso ritratti in situazioni irreali, dalla rana rossa che annoda le imbarcazioni agli scarafaggi marini, ai cervi volanti subacquei. La mostra si visita fino al 14 agosto.

http://casorati.net/pavarolo/

Francesco Casorati, Exhibition view La Grande Nave at Cervo, 2022

Francesco Casorati, Exhibition view La Grande Nave at Cervo, 2022

L’ESTATE DEL PALAZZO DUCALE DI GENOVA. DA TINA MODOTTI A VITTORIO GASSMAN

Fotografa, attrice e attivista friulana, Tina Modotti (Udine, 1986 – Città del Messico, 1942) ha vissuto la prima metà del Novecento forte di una personalità dirompente, che l’ha resa protagonista (e agitatrice) della scena culturale dell’epoca, eletta a posteriori icona femminista per la capacità di rivendicare la sua idea di libertà e per l’impegno civile manifestato sul campo, in Messico, dove si trasferì nel 1923, consolidando un’amicizia con Frida Kahlo e i pittori muralisti (fino alla morte misteriosa su un taxi di Città del Messico, in “esilio” per le posizioni antifasciste che la costrinsero a restare lontana dall’Italia). La sua produzione, riscoperta solo negli Anni Settanta, si compone di circa trecento scatti, di cui un centinaio – stampe originali ai sali d’argento, realizzate a partire dai negativi della fotografa – esposti al Palazzo Ducale di Genova, fino al 9 ottobre. La mostra (Tina Modotti. Donne, Messico e Libertà) approda nel capoluogo ligure dopo il successo della prima tappa meneghina, al Mudec, dello scorso autunno. Un’occasione per comprendere il legame inscindibile tra la ricerca estetica e l’impegno politico e sociale nelle fotografie di una donna che fu amata a furor di popolo in Messico, per la sua modernità e la dedizione alla lotta per il riconoscimento dei diritti degli emarginati. In esposizione anche documenti e lettere dall’archivio di famiglia e video che aiutano a ripercorrere la vicenda umana e artistica della fotografa.

Fino al 18 settembre, Palazzo Ducale ospita anche la mostra celebrativa per il centenario della nascita di Vittorio Gassman (nato a Struppa, Genova), nella prima esposizione del genere dedicata all’attore e regista scomparso nel 2000, tra gli artisti cinematografici più amati del Novecento. Di Gassman si esplorano la carriera, la famiglia, le donne, i figli, le utopie, i premi, i trionfi e le criticità attraverso foto, materiali audiovisivi e testimonianze private inedite, e poi costumi, copioni, bozzetti, oggetti di scena, con prestiti dall’Archivio Storico Luce, dal Centro Sperimentale di Cinematografia, dall’Accademia Silvio D’Amico e dall’Archivio Centrale dello Stato.

Nella Sala del Munizioniere, nel frattempo, va in scena fino al 3 settembre la quinta edizione della Biennale di Arte Contemporanea, organizzata da Art Commission in collaborazione con la Fondazione Palazzo Ducale di Genova, che quest’anno istituisce un link con la Svezia. Riflettono sul tema ambientale Il Crepuscolo della Terra quaranta artisti proposti da curatori, gallerie e fondazioni di Italia e Svezia.

https://palazzoducale.genova.it/

Tina Modotti, Frida Kahlo e Diego Rivera alla sfilata del Primo Maggio 1929

Tina Modotti, Frida Kahlo e Diego Rivera alla sfilata del Primo Maggio 1929

NOWHEN NOWHERE. GIORGIO MUSINU + GIACOMO COSTA

Nato nel capoluogo ligure nel 1990, Giorgio Musinu ha scelto la fotografia come mezzo espressivo privilegiato; nel 2020 la città gli ha riconosciuto il titolo di Talento di Genova. Con lui, in mostra al Museo d’arte Contemporanea di Villa Croce c’è Giacomo Costa (Firenze, 1970), in questo caso alle prese con l’immagine digitale 3D che sembra una fotografia. Insieme, le loro opere danno vita al progetto Nowhen Nowhere. La sospensione del tempo e dello spazio, a cura di Linda Kaiser. Il mondo esplorato da entrambi gli artisti attinge a stati d’animo e riflessioni intime per evidenziare il disfacimento della realtà e lo spaesamento al cospetto degli avvenimenti distruttivi e invasivi che oggi caratterizzano il rapporto dell’uomo con il mondo che lo ospita. Fino al 28 agosto.

https://www.museidigenova.it/it/museo-darte-contemporanea-di-villa-croce

Giacomo Costa, Elemento 3, 2021

Giacomo Costa, Elemento 3, 2021

LA REALTÀ DELLE NAVI CARGO NELLE FOTO DI MASSIMILIANO CAMELLINI

Massimiliano Camellini (Venezia, 1964) porta presso gli spazi della sede genovese di LCA Studio Legale – che dal 2013 promuove con la rassegna Law is Art! l’arte al di fuori dei circuiti tradizionali – il progetto fotografico Al di là dell’acqua, frutto di un lavoro di reportage sulle navi cargo di diverse nazionalità (come quelle che animano il porto di Genova), orizzonte d’incontro di identità differenti, protrattosi per quattro anni. La mostra si visita fino al 30 settembre.

https://www.lcalex.it/

Massimiliano Camellini, Windows, Hanjin Yantian, 02-05-2014, Genova, Terminal Sech, Courtesy of Bag Gallery, Parma

Massimiliano Camellini, Windows, Hanjin Yantian, 02-05-2014, Genova, Terminal Sech, Courtesy of Bag Gallery, Parma

ARTE E ROBOTICA MARINA DIALOGANO AL MUSEO DEL MARE

È il Museo del Mare il contesto più giusto per ospitare il progetto MareMoto 4.0 di Alessandro Zannier (Treviso, 1971), artista e musicista (aka Ottodix) già protagonista all’ultima Biennale di Venezia, nel Padiglione del Camerun. A Genova (dove in contemporanea partecipa alla Biennale di Palazzo Ducale con l’animazione 3D Toxic Aurora), Zannier presenta un lavoro concettuale frutto di un’elaborazione artistica dei big data ambientali forniti dal Cnr e da altri istituti di ricerca. Dall’incontro con la robotica marina, Zannier ha derivato opere pittoriche e digitali, oltre a installazioni sonore, che riflettono sul concetto di iperconnessione globale e sulla facilità di propagazione dei danni ambientali nel mondo contemporaneo. In esposizione anche droni e robot marini forniti dal Cnr di Genova. Il progetto si propone così di evidenziare le potenzialità dell’incontro crossmediale tra arte, scienza e divulgazione.

https://galatamuseodelmare.it/

Alessandro Zannier, MareMoto 4.0

Alessandro Zannier, MareMoto 4.0

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