Si è aperta da un mese, presso la Galleria Estense di Modena, la mostra Metamorfuoco che l’artista inglese Simon Starling ha concepito in dialogo con la collezione storica del museo, concentrandosi sull’opera di Tintoretto. Una scelta espositiva che segnala l’intenzione del circuito delle Gallerie Estensi, diretto da Martina Bagnoli, di aprire i musei del sistema a una fruizione che sappia mettere al centro il visitatore suggerendo nuove, e diverse, modalità di visita: “Da tempo cerchiamo di intrecciare relazioni con l’arte contemporanea, e in particolare l’intervento di Starling ci dà l’opportunità di riscoprire sotto una luce nuova ciò che abbiamo sempre intorno. È una forma di mediazione con le collezioni storiche, che certo richiede la giusta attenzione, motivo per cui stiamo intensificando il programma di visite guidate alla mostra”. Visitabile fino al 31 gennaio, la mostra invita a prendersi del tempo per scoprire la cittadina emiliana, culturalmente prodiga di stimoli da approfondire. Tanto più che proprio dalle Gallerie Estensi sembra partire un importante investimento – che avrà modo di dispiegarsi a pieno nell’arco del prossimo biennio – sul futuro culturale della città e del territorio che la circonda: “Noi continuiamo sulla via già intrapresa anni fa”, spiega la direttrice Bagnoli, “ampliando la programmazione, ma anche l’offerta per le scuole diversificata, e intervenendo sugli spazi, per garantire un’accessibilità maggiorata che incontri le aspettative di un pubblico sempre più esigente”.
Tutto questo si esplica implementando i servizi di accoglienza, curando allestimenti all’avanguardia, organizzando piccole mostre dossier (come quella in corso alla Biblioteca Estense, Tesori che ritornano in patria), catturando l’interesse di pubblici diversi. Nel salone d’onore di Palazzo dei Diamanti, a Ferrara, per esempio, si visita fino a gennaio la mostra per bambini Animali dalla A alla Z, “che vuole invitare le famiglie a scoprire il museo”. Mentre si preannunciano ambiziosi cantieri per il rinnovamento del Palazzo Ducale di Sassuolo (con l’apertura al pubblico del giardino barocco) e della stessa Galleria Estense, che acquisterà duemila metri quadrati con l’annessione dell’ex ospedale, contiguo al museo (qui troveranno spazio la collezione numismatica e i disegni, oltre a laboratori didattici per bambini e adulti, e spazi ibridi destinati a ricerca e fruizione nello stesso ambiente, per esporre a rotazione opere in arrivo dai depositi). Nel frattempo è già nutrito il novero delle visite e delle attività da programmare in città. Ci muoviamo quindi alla scoperta di Modena.
Livia Montagnoli
L’ITINERARIO NEL CENTRO DI MODENA
Si staglia verso l’alto dal cuore topografico e culturale della città, la piazza Grande di impianto medievale, il simbolo architettonico di Modena, l’iconica Ghirlandina, svettante torre civica (nata torre campanaria: 200 gradini per 89 metri di altezza; sono le balaustre in marmo intorno alla guglia, somiglianti a ghirlande, a darle il nome) che affianca l’altrettanto celebrato Duomo intitolato al patrono San Geminiano. Progettato dall’architetto Lanfranco a cavallo tra XI e XII secolo, l’edificio è un esempio ben conservato di arte romanica alla sua massima espressione (e per questo tutelato dall’Unesco dal 1997), anche per merito dell’apparato decorativo scultoreo ideato da Wiligelmo (di cui si ammirano, sopra le porte di accesso, i pregevoli Rilievi della Genesi), al lavoro con la sua bottega; mentre ai Maestri Campionesi si devono ulteriori e significativi interventi decorativi. La fabbrica del duomo fu molto laboriosa, e si protrasse per 85 anni, fino alla consacrazione dell’abside maggiore, cui seguirono per decenni altre opere di consolidamento e ampliamento. L’interno della cattedrale non tradisce le aspettative, presentando un ricco campionario di arte medievale e rinascimentale, tra sculture e affreschi (da Agostino di Duccio a Guido Mazzoni).
Per approfondire si visitano i Musei del Duomo. Si procede per strade e piazze del centro storico, tra via Emilia Centro, piazza Torre, piazza Mazzini in corrispondenza dell’antico ghetto ebraico, piazza Roma con la facciata seicentesca del Palazzo Ducale (si visita previa prenotazione), senza mancare una sortita al Mercato Albinelli, storico plateatico in stile Liberty ancora vocato a rappresentare la tradizione gastronomica del territorio emiliano, sebbene rinnovato negli ultimi anni all’insegna di una fruizione più aderente alle esigenze moderne. Nella chiesa di San Domenico, affacciata sull’omonima piazza, si scopre il gruppo scultoreo di sette statue in terracotta realizzate da Antonio Begarelli; raggiungendo piazza Pomposa, invece, accanto a una delle chiese più antiche della città, sta la casa di Ludovico Muratori, illustre storiografo che qui visse a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo.
IL PALAZZO DEI MUSEI E LA STORIA DELLA CITTÀ
Il polo del Palazzo dei Musei riunisce gli istituti culturali più importanti della città, a loro volta parte del sistema delle Gallerie Estensi, con il Palazzo dei Diamanti di Ferrara e il Palazzo Ducale di Sassuolo. È qui che si visitano le collezioni della Galleria Estense e del Museo Lapidario, ma anche la Biblioteca Estense e l’Archivio Storico, che trovano spazio nell’imponente complesso fatto costruire nella seconda metà del Settecento dal duca Francesco III d’Este, per ospitare l’Albergo dei Poveri. Già alla fine dell’Ottocento, il Comune acquistò il palazzo, destinandolo a ospitare il patrimonio archeologico, artistico, librario e numismatico della città. Nel 1894, fu trasferita al terzo piano dell’edificio la Galleria Estense, istituita nel 1854 da Francesco V d’Austria-Este. Ricca è la collezione di opere rinascimentali commissionate e riunite nel periodo di gloria della signoria ferrarese, ma spesso il museo ospita mostre temporanee che indagano altre epoche e protagonisti della storia dell’arte.
https://gallerie-estensi.beniculturali.it/
NEI SALONI DEL PALAZZO COMUNALE
Segnalato dal porticato affacciato su piazza Grande, il palazzo prese la forma attuale nel Seicento, dall’unificazione di una serie di singole costruzioni, erette l’una accanto all’altra nel Medioevo. All’interno si visitano le sale storiche, come il Camerino dei Confirmati che custodisce uno dei simboli della storia cittadina, la Secchia rapita, semplice secchio in legno che ricorda la vittoria ottenuta contro Bologna nel 1325, nella battaglia di Zappolino. Tra affreschi e dipinti sei e settecenteschi, il tour tocca anche l’Acetaia comunale, che nel 2003 è stata allestita nel sottotetto del palazzo con la collaborazione della Consorteria dell’Aceto Balsamico Tradizionale, in omaggio al più noto dei prodotti gastronomici modenesi, e alla sapienza artigianale che preserva questa produzione.
LE MOSTRE DELLA FONDAZIONE MODENA ARTI VISIVE
Nata nel 2017 per dotare la città di un centro di produzione culturale e formazione professionale, con focus sull’arte e sulla cultura visiva contemporanee e l’obiettivo di valorizzare l’interazione tra arti, scienza e tecnologia, la Fondazione gestisce la Galleria Civica di Modena, Fondazione Fotografia di Modena, Museo della Figurina. Un distretto culturale prodigo di eventi e approfondimenti, come la mostra dedicata a Luigi Ghirri nel trentesimo anniversario della sua scomparsa, allestita fino al 20 novembre a Palazzo Santa Margherita, dove si conservano ricche collezioni di fotografia, disegno e grafica. Attualmente in mostra anche Eva&Franco Mattes, pionieri della Net Art.
ANTONIO LIGABUE ALLA GALLERIA BPER BANCA
Galleria e Archivio Storico nati per condividere con il pubblico le collezioni del gruppo bancario BPER (opere che coprono un lungo arco temporale, dal Quattrocento al Novecento), il grande salone di via Scudari 9 ospita frequentemente eventi, esposizioni e presentazioni. Come la mostra dossier in corso, incentrata sulla figura di Antonio Ligabue, visitabile fino a febbraio 2023. Curata da Sandro Parmiggiani, la mostra si sviluppa a partire da quattro dipinti dell’autore presenti nella collezione della galleria per ripercorrere i suoi interessi artistici e la travagliata vicenda biografica.
https://www.lagalleriabper.it/
IL PROGETTO URBANER E LA STREET ART A MODENA
Promosso dal Comune di Modena, il progetto Urbaner raccoglie in un portale web le testimonianze delle culture urbane rintracciabili sul territorio emiliano, condividendo anche una mappa digitale per individuarle. Ne fa parte il circuito di street art modenese, che si è nutrito negli ultimi anni del passaggio di diversi artisti in città, da Ericailcane e Bastardilla a Eron, Blu, Stak, Honet, Paper Resistance, Francesco Barbieri, Herbert Baglione, Luca Zamoc (con un lavoro ispirato alla Sala dei Giganti di Giulio Romano) e molti altri. Tra le opere più impattanti, il grande murale realizzato da Eron nel cortile interno di Palazzo Santa Chiara (Ad perpetuam rei memoriam, 2017).
NEL PADIGLIONE GIALLO DEL MUSEO ENZO FERRARI
Accanto all’Officina Meccanica Alfredo Ferrari (il padre di Enzo; oggi lo spazio ospita il Museo dei Motori Ferrari), nel 2012 è nato il Museo Enzo Ferrari, che quest’anno festeggia il suo decimo anniversario con un allestimento antologico delle mostre ospitate sin qui e sei auto che hanno fatto parte dei diversi racconti espositivi nel corso del tempo. È però il padiglione espositivo progettato per abbracciare la casa dove nacque Enzo Ferrari il primo motivo per visitare il museo, concepito da Jan Kaplicky come fosse un cofano in alluminio giallo (il vero colore Ferrari) che avvolge gli edifici storici.
https://www.ferrari.com/it-IT/museums/
LA CERAMICA ARTISTICA AL MUSEO BERTOZZI &CASONI DI SASSUOLO
Ospitata negli spazi della Cavallerizza Ducale di Sassuolo, la prima mostra permanente d’arte contemporanea dedicata alla ceramica vale la gita fuori porta da Modena (insieme alle collezioni di Palazzo Ducale, nel sistema delle Gallerie Estensi). Le opere di Giampaolo Bertozzi e Stefano Dal Monte Casoni interpretano una tradizione radicata nel territorio, dimostrando come l’industria ceramica possa prestarsi a uno scopo culturale, attraverso l’espressività artistica. Aperto solo nel fine settimana, il museo espone grandi sculture che invitano a riflettere sulla condizione umana.
https://www.museobertozziecasoni.com/
DOVE MANGIARE A MODENA E DINTORNI
Per chi nutre timore reverenziale all’idea di confrontarsi con l’Osteria Francescana di Massimo Bottura, esperienza gastronomica tra le più ambite al mondo, che proprio in un vicolo di Modena (via Stella) ha sede, Franceschetta58 è la soluzione giusta. Nel bistrot dell’Osteria l’atmosfera è più rilassata, il menu meno concettuale, ma pur sempre creativo, sebbene radicato nel territorio, tra un risotto all’anguilla e un Emilia Burger (signature dish dello chef Bottura più informale).
Una confortevole pausa ristoro si può però consumare con grande soddisfazione anche tra i banchi del Mercato Albinelli, che mette a disposizione un centinaio di posti a sedere. Tra un tagliere di salumi con tigelle, gnocco fritto e un calice di vino.
Due sono invece le trattorie di tradizione su cui puntare a colpo sicuro: l’Aldina, non distante dal mercato, ed Ermes, sebbene l’omonimo oste sia scomparso la primavera scorsa. La cucina, infatti, mantiene fede alla filosofia dello storico titolare, tra quadretti in brodo con fegatini di pollo, tagliatelle al ragù e bollito misto con salsa verde. Per ogni giorno della settimana un menu.
https://franceschetta.it/
https://mercatoalbinelli.it/
https://www.trattoriaermes.it/
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