A due passi da Milano, storia e potenzialità del Parco del Ticino Val Grande Verbano

Il Parco del Ticino Val Grande Verbano compie vent'anni come Riserva della Biosfera Unesco. Un meraviglioso paradiso naturale a due passi da Milano. Ma perché questo titolo non viene valorizzato?

Lontano dagli stereotipi sulla Pianura Padana, scopriamo una regione che si trova a cavallo tra la Lombardia occidentale e il Piemonte orientale e che risulta uno dei paradisi della natura meglio preservati d’Europa. Un monumento alla biodiversità e alla rigogliosità della natura a pochi passi dall’area urbanizzata più grande d’Italia, quella che comprende Milano e la Lombardia occidentale e giunge fino al Novarese, nel Piemonte orientale. È una storia a lieto fine che oggi compie vent’anni: fu infatti nello svoltare del decennio, del secolo e del millennio, nel 2002, che il Parco del Ticino ottenne l’ambito titolo principale conferito dall’Unesco per la tutela del bene più prezioso e più fragile: la biodiversità e la ricchezza naturale. Senza l’abbondanza di acque apportate dal Ticino, nulla sarebbe stato possibile nella lunga storia di Milano come protagonista d’Italia e d’Europa. Le tante città della Lombardia occidentale e del Piemonte orientale sono state benedette dalla strabordante ricchezza idrica del bacino creato dal Ticino.
Il programma Man and Biosphere (l’essere umano e la biosfera) venne lanciato nel 1971, mentre la Rete Mondiale delle Riserve della Biosfera (World Natural Biosphere Reserve) nacque con la Conferenza di Siviglia del 1995. Nel 2002 il Parco del Ticino (allora la definizione del sito era quella) entrò nel ristretto novero dei luoghi considerati degni di tutela particolare e, da allora, altri 19 luoghi naturalistici italiani sono riusciti a entrare nell’ambito elenco. Nel 2012 il sito naturalistico del Ticino superò la revisione decennale e nel 2018 il sito Unesco venne ampliato ad alcune zone del Canton Ticino, in Svizzera, e nella zona del Verbano, cambiando la denominazione. Si può dire che esiste un enorme continuum di siti Riserve della Biosfera dal Lago Maggiore fino all’Adriatico, dato che anche il Parco del Delta del Po dal 2015 figura come Riserva della Biosfera e che il Centro Storico di Ferrara “Città del Rinascimento” è considerata un sito Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco fin dal 1995 (e il suo Delta del Po con la sua corona di “delizie estensi” è entrato sin dal 1999). Da menzionare a questo proposito anche il progetto di completamento dell’idrovia Locarno-Milano-Venezia, che insisterebbe sullo stesso itinerario Lago Maggiore-Ticino-Po-Adriatico.

Mappa Parco Naturale Ticino Val Grande Verbano Riserva della Biosfera

Mappa Parco Naturale Ticino Val Grande Verbano Riserva della Biosfera

BIODIVERSITÀ DALLA SVIZZERA ALL’ADRIATICO

Dalla Svizzera e dal Lago Maggiore fino all’Adriatico è tutto un percorso ritenuto dall’Unesco di inestimabile importanza per la biodiversità, la natura o il valore artistico, storico e paesaggistico. Un tempo anche Pavia, il suo centro storico e la Certosa erano nella tentative list come sito Patrimonio dell’Umanità Unesco (la candidatura risale al 2006), ma nella recente revisione di è deciso di ritirare la candidatura, si spera nell’ottica di definire meglio il fascicolo. Nel frattempo, il territorio di Pavia resta incluso interamente nel sito Riserva della Biosfera del Ticino Val Grande Verbano.
Quello di Pavia e del suo centro storico sarebbe l’ultimo tassello di un grande progetto di un parco naturale e culturale continuo lungo la bellezza di 460 chilometri circa dal cuore delle Alpi alle coste adriatiche. La chiave della futura candidatura alla World Heritage List per Pavia è, a nostro avviso, il denominatore comune di matrice viscontea e sforzesca. Partendo da questo punto sarebbe auspicabile anche inserire il sistema artificiale dei Naviglio Grande che dal Ticino trae le sue acque, nonché le cave di marmo di Candoglia, consentendo quindi di leggere le ragioni e le condizioni ambientali uniche che hanno permesso di costruire il gigantesco Duomo di Milano, un sogno reso possibile da un sistema idrico, naturalistico, produttivo e culturale privo di eguali al mondo come senza dubbio è quello del dei laghi, del Ticino e dei Navigli.

Diga del Panperduto a Somma Lombardo da Wikimedia Commons. Copyright 66colpi

Diga del Panperduto a Somma Lombardo da Wikimedia Commons. Copyright 66colpi

LE CARATTERISTICHE DEL PARCO DEL TICINO VAL GRANDE VERBANO

Ma torniamo in dettaglio sul Parco del Ticino Val Grande Verbano con qualche dato: la sua lunghezza è di ben 248 chilometri, per 332mila ettari di territorio tutelato, più di ogni parco fluviale d’Europa. Dei 3320 chilometri quadrati soggetti a tutela, ben 18mila ettari sono considerati l’area di massima tutela (core area), 51mila ettari di zona “cuscinetto” (buffer zone) e 263mila ettari come area di transizione. Sono 6235 le specie appartenenti al regno vegetale, animale o dei funghi recensite all’interno del Parco, che qui possono vivere senza avere a che fare con l’essere umano. Oltre 750 sono i chilometri di piste ciclabili e sentieri pedonali (utilizzatissimi) che attraversano la riserva e connettono i borghi che vivono delle ricchezze del fiume, e ben 100 sono i chilometri di percorsi che si snodano lungo le alzaie dei Navigli, altro elemento fondamentale dello straordinario paesaggio locale, in cui è possibile leggere una interazione feconda tra l’essere umano e la natura, una fusione pragmatica, non bucolica ma ugualmente eccezionale per chi riesce ad apprezzare la latente bellezza di questo sfuggente sito Unesco a due passi da Milano. L’alternativa non potrebbe che essere la meravigliosa Villa Clerici di Castelletto di Cuggiono che si affaccia sul Canale Villoresi a poca distanza dal corso del Ticino, un vero e proprio palazzo reale con tanto di corte d’onore e doppia torre, ma attualmente è in stato di forte degrado e in attesa di un urgente restauro. Nel 2021 è stata definitivamente acquisita dalla famiglia Mantovani dopo un lungo contenzioso legale e ci auguriamo che questo straordinario monumento venga restituito alla completa fruizione culturale della comunità.
La domanda però resta: com’è possibile che il Parco del Ticino Val Grande Verbano non sia visto come uno degli asset principali nella promozione del territorio? Com’è possibile che sia così scarsa la riconoscibilità di questo incredibile sito Unesco? Se scorriamo i nomi dei luoghi che sono inclusi nel parco, non c’è che da rimanere a bocca aperta di fronte all’elenco di meraviglie che incontriamo lungo il percorso: Stresa, Baveno, Ispra, Angera, Arona, Sesto Calende e la sua splendida Diga del Panperduto del 1884 da cui trae origine il Canale Villoresi, Golasecca e la civiltà preistorica a cui diede il nome, Galliate e il suo castello, Castelletto di Cuggiono e la più bella villa sull’acqua lombarda, la sontuosa Villa Clerici, Bernate e la sua Canonica, Robecco e le sue Ville, Magenta e la sua storia risorgimentale, Abbiategrasso e la sua abbandonata Casa del Guardiano delle Acque, Morimondo e la sua abbazia cistercense, Vigevano e la sua piazza, Pavia e il suo straordinario patrimonio. E allora come mai nel marketing territoriale non si fa riferimento a questo titolo Unesco? Perché viene così sottovalutata dalle amministrazioni, tanto che molti cittadini delle zone interessate neppure sanno che vivono letteralmente all’interno di una zona considerata di rilevanza ecologica planetaria come il programma Man and Biosphere?

Villa Clerici a Castelletto di Cuggiono sul Canale Villoresi 2 dal sito C.P. Container

Villa Clerici a Castelletto di Cuggiono sul Canale Villoresi dal sito C.P. Container

VALORIZZARE IL PARCO DEL TICINO VAL GRANDE VERBANO

Molti comuni come Vigevano, Abbiategrasso, Morimondo o Magenta trarrebbero beneficio dal proporsi al visitatore come un luogo la cui importanza è sancita dall’organismo per la cultura delle Nazioni Unite, eppure in molte pagine web istituzionali delle amministrazioni locali l’essere Riserva della Biosfera non viene neppure menzionato. A Tornavento, frazione di Lonate Pozzolo, le acque del Ticino confluiscono nel Naviglio che poi all’altezza di Abbiategrasso devia il suo corso verso Milano. Proprio ad Abbiategrasso è ospitato un edificio oggi completamente abbandonato e coperto di sterpaglie che ha contribuito in maniera determinante alla storia della metropoli lombarda: la Casa del Guardiano delle Acque, un edificio del XVI dove risiedeva il “Camparo”, cioè il guardiano del Naviglio. Da questa “autostrada d’acqua” dipendeva il capoluogo lombardo, tant’è vero che i blocchi di marmo grigio-rosa di Candoglia dalle cave sul Lago Maggiore venivano portate in centro a Milano per la costruzione della cattedrale meneghina. Quando contempliamo il Duomo dobbiamo dunque pensare che ogni blocco di cui è fatto è passato dai controlli effettuati dal “Camparo” nella Casa del Guardiano delle Acque ad Abbiategrasso. Eppure oggi l’edificio forse di maggiore rilevanza storica di Abbiategrasso resta in attesa di un futuro che, per dimenticanza o negligenza, sembra non arrivare mai. Sarebbe facile avanzare qualche ipotesi per la sua rinascita: quale luogo migliore per un Centro Visitatori interattivo e didattico sul Parco Naturale Ticino Val Grande Verbano, Riserva della Biosfera? È vero, esistono già alcuni bei centri dedicati all’educazione ambientale, come l’unico mulino funzionante lungo il corso del Ticino, il Mulino Vecchio di Bellinzago Novarese che funge da Centro Regionale per l’Educazione Ambientale, la diga del Panperduto a Sesto Calende ospita oggi il Museo delle Acque Italo-Svizzere, o ancora la bella Villa Picchetta a Cameri, sede amministrativa del Parco, ma un edificio storico a poca distanza da Milano avrebbe tutt’altra attrattiva.
Tutte le ricchezze naturalistiche e storiche che si trovano lungo il Ticino dovrebbero essere divulgate, rese patrimonio vivo e vissuto e messe in connessione con la “big picture” del percorso fluviale del bacino del Po. Ci saremmo aspettati tutt’altra attenzione per i venti anni dalla consacrazione ufficiale del valore assoluto a livello naturalistico e di biodiversità del Parco del Ticino Val Grande Verbano. Da Malpensa decollano ogni giorno frotte di aerei che trasportano gli abitanti dei popolosi comuni lambiti dal Ticino in viaggi esotici ai quattro angoli del Pianeta. Parafrasando l’antico proverbio ebraico “medico, cura te stesso”, verrebbe da dire “turista, conosci la tua terra”!

Thomas Villa

https://ente.parcoticino.it/il-parco/la-riserva-della-biosfera-valle-del-ticino/

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati