Quale futuro per il Castello di Sammezzano?
L'edificio toscano, uno dei principali monumenti italiani dell'eclettismo orientalista della fine del XIX secolo, non è ancora fruibile al pubblico. Ne abbiamo parlato con l'associazione Save Sammezzano, che da anni lotta affinché questo edificio unico possa essere finalmente restaurato e visitabile
I castelli nel XIX secolo avevano smesso di essere luoghi pensati per incutere timore e rispetto, meri bastioni difensivi che presiedevano alla sorveglianza di territori e regioni. Nell’Ottocento i castelli diventarono luoghi di una memoria immaginata, di una nostalgia di atmosfere medievali cavalleresche che forse avevano pochi legami con la realtà storica, ma che risultavano irresistibili per l’ambiziosa borghesia trionfante. E talvolta i castelli potevano rappresentare mondi lontani, esotici, utopie eclettiche che vennero successivamente raccolte sotto l’ombrello di “architettura orientalista”. Uno degli esempi più chiari in Italia di castello neomoresco e orientalista è quello di Sammezzano, nei pressi di Leccio a Reggello, a poca distanza da Firenze. Questo curioso edificio costituisce, insieme a quella deliziosa follia che è la Rocchetta Mattei vicino a Bologna, l’esempio più insigne di un’epoca in cui l’eclettismo osava l’impensabile. Il committente fu Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, che iniziò i suoi lavori di restauro nel 1853, proprio l’anno ‒ ironia della sorte ‒ in cui l’ammiraglio statunitense Matthew C. Perry prendeva a cannonate la città di Edo (attuale Tokyo) in Giappone, aprendo i porti del Sol Levante al libero scambio con i mercati occidentali e dando il via alla moda, anzi la frenesia del japonisme in Occidente.
LA STORIA DEL CASTELLO DI SAMMEZZANO
Il marchese Ximenes d’Aragona lavorò sul castello, in origine un’antica fattoria risalente al 1605, per quarantacinque lunghi anni, fino alla sua morte, avvenuta nel 1897. I lavori si conclusero nel 1889, l’anno di inaugurazione della Tour Eiffel di Parigi per l’Esposizione Universale, altra data fondamentale per storia dell’architettura moderna. Il mondo stava davvero cambiando, e in questo scenario in rapida evoluzione il Castello di Sammezzano rappresentava un quieto compendio di tutta la storia esotica e lontana, una reazione nostalgica. Qui si trovano ambienti dall’atmosfera magica come l’iridata Sala dei Pavoni, l’atrio delle Colonne, la cappella, l’Ottagono degli Specchi, la Sala dei Gigli, la Sala degli Amanti, la Sala Bizantina, l’Ottagono Dorato, la Sala delle Stelle o la superba Sala Bianca.
Ambienti onirici che fin dal nome ispirano suggestioni infinite. In un mondo che correva a perdifiato tra le braccia della modernità, Sammezzano rappresenta un ultimo, sublime, quasi patetico tentativo di continuare a sognare anche quando ormai il freddo mattino è ormai sopraggiunto.
IL CASTELLO DI SAMMEZZANO OGGI
Oggi Sammezzano è un monumento che rappresenta in maniera cristallina l’atmosfera di quegli anni straordinariamente complessi a cavallo tra modernità e tradizione, tra razionalità ed eclettismo. Tuttavia questo monumento, nel suo genere uno dei più importanti d’Italia, non è ancora completamente accessibile al pubblico, essendo proprietà della società italo-inglese Sammezzano Castle S.r.l., e attende ancora un quanto mai auspicabile restauro complessivo per mettere al sicuro la sua incredibile ricchezza estetica e artistica. Il castello è risultato al primo posto nella classifica del FAI I luoghi del Cuore del 2016 con oltre 50mila voti, il bene è stato inoltre inserito nella Lista Rossa dei Beni Culturali in Pericolo da Italia Nostra ONLUS e fa parte dei sette luoghi culturali più in pericolo d’Europa promossa da Europa Nostra.
Dopo svariate aste andate a vuoto, la proprietà (dichiarata fallita nel 2017 e in seguito uscita dal fallimento nel 2019), nonostante le dichiarazioni incoraggianti, ancora non ha chiare le idee su come valorizzare la struttura. Sarebbe auspicabile che la proprietà privata che attualmente detiene il bene si chiedesse in maniera pragmatica quali sarebbero gli eccellenti ritorni di immagine nei termini di Responsabilità Sociale d’Impresa (i famosi valori intangible di cui tanto parla l’economia attuale e che hanno risvolti ben concreti) qualora decidesse di investire congrue cifre per la riqualificazione e la pubblica fruizione del bene. Attualmente infatti il castello è visitabile solo in talune occasioni come le Giornate di Primavera FAI. La società civile si è già costituita nell’associazione Save Sammezzano, che abbiamo intervistato sperando di contribuire a tenere alta l’attenzione pubblica sul dibattito che riguarda il patrimonio di rilevanza nazionale costituito dal Castello di Sammezzano. A rispondere alle nostre domande è il portavoce del Movimento Civico Save Sammezzano, Francesco Esposito.
PAROLA A SAVE SAMMEZZANO
Qual è la storia della vostra associazione? Quando è nata? Come avete deciso di costituirvi?
Save Sammezzano è qualcosa di un po’ più “complicato” di una mera associazione. Save Sammezzano è infatti il nome della campagna di sensibilizzazione nata per sensibilizzare persone e istituzioni in merito all’importanza artistica, architettonica, botanica e storica di Sammezzano, e alla necessità di tutelarlo e renderlo pubblicamente fruibile. Contestualmente alla campagna di sensibilizzazione è nato poi l’omonimo movimento civico a cui aderiscono migliaia di persone in tutt’Italia.
Quali sono a vostro avviso gli interventi da compiere per salvaguardare il Castello di Sammezzano?
Intraprendere un concreto e adeguato piano di recupero del bene, avviando tutti i lavori necessari per il restauro totale, del castello in primis e di tutto il resto della tenuta in seconda istanza.
Qual è lo stato attuale del complesso?
Il complesso è in stato di semi-abbandono e disuso da circa trent’anni. Pertanto tutta l’aerea è in stato di degrado più o meno avanzato.
Eseguite delle visite in accordo con la società proprietaria per controllare lo stato di degrado del bene?
No, in quanto siamo in forte contrapposizione con la proprietà. Pertanto non c’è alcun ambito di collaborazione con la stessa, da noi ritenuta la principale responsabile della situazione di Sammezzano.
IL FUTURO DEL CASTELLO DI SAMMEZZANO
Cosa rappresenta per voi il castello di Sammezzano?
Un unicum a livello internazionale, una meraviglia per gli occhi e per l’anima che meriterebbe di tornare al massimo splendore per essere goduta da chiunque.
Come vedete il futuro del Castello?
Attualmente il suo futuro lo vediamo molto grigio poiché alle tante promesse fatte in passato dalla proprietà riguardo alla volontà di recuperarlo non è mai seguito nulla di concreto, ed è pertanto ovvio pensare che lo stato conservativo dell’area continuerà a rimanere il solito, o addirittura ad aggravarsi.
Avete proposte per il suo utilizzo o la sua gestione futura?
Il nostro sogno è che l’area di Sammezzano diventi un polo multifunzionale a carattere prevalentemente museale-ricreativo. In alcuni giorni il piano monumentale del castello potrebbe essere adibito a museo aperto a tutti, dietro pagamento di un adeguato biglietto ovviamente, mentre in altri giorni potrebbe essere usato come location per cerimonie (come già avveniva in passato) e set per iniziative a carattere promozionale (sfilate, spot pubblicitari, ecc.). Gli altri piani del castello invece potrebbero essere usati come spazi per la realizzazione di mostre private, convegni, presentazione di libri e moltissimo altro ancora.
Le altre costruzioni sparse nell’area potrebbero invece essere adibite a strutture turistico-ricettive. Il parco diventerebbe invece un luogo di svago e relax con picnic area, palestra all’aperto, percorso botanico, ecc.
Quali sono le iniziative che avete in cantiere per continuare a promuovere e divulgare il patrimonio del Castello di Sammezzano? Avete in mente qualche progetto per sensibilizzare l’opinione pubblica?
Attualmente non ci sono nuove iniziative in cantiere poiché, come soggetto rappresentante della società civile, abbiamo fatto tutto ciò che era possibile fare. Le iniziative che abbiamo intrapreso sono state difatti davvero tantissime, e consultando il sito i lettori potranno verificare autonomamente la mole di attività di sensibilizzazione che abbiamo realizzato in tutti questi anni. Siamo molto orgogliosi di affermare che, in tutt’Italia, nessun altro soggetto civico è mai riuscito a ottenere un tale livello di sensibilizzazione a favore di un solo, singolo, monumento di proprietà privata. Save Sammezzano è infatti diventata la più importante campagna di sensibilizzazione con oggetto un sito culturale privato che sia mai stata intrapresa nel nostro Paese.
Sareste favorevoli all’acquisto da parte del Ministero della Cultura se il nuovo Ministro Gennaro Sangiuliano decidesse di iniziare trattative con la società Sammezzano Castle S.r.l.?
Assolutamente sì, tant’è che in primavera abbiamo anche promosso una proposta di legge di Vittorio Sgarbi a favore dell’acquisto di Sammezzano da parte dello stato.
Thomas Villa
http://www.savesammezzano.com/
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati