Weekend a Macerata. Cosa fare e vedere in città e nei dintorni

Se siete a Macerata per visitare la mostra su Carlo Crivelli a Palazzo Buonaccorsi, ecco qualche consiglio per scoprire la città, le sue attrazioni e le tappe da non perdere

L’appellativo di Città della Cultura Macerata l’ha conquistato in tempi non sospetti, sede di un’antichissima università, e pure, dalla seconda metà del Cinquecento, dell’Accademia dei Catenati, sodalizio impegnato a favorire la rinascita culturale dell’Italia Centrale, tutt’ora attivo. Lambita dalle principali rotte turistiche, eppure defilata, la cittadina dell’entroterra marchigiano è in realtà fulcro di un territorio compreso tra mare e monti, punteggiato da borghi storici, rocche, aree naturalistiche da scoprire, santuari e abbazie che rivelano antichi tracciati di pellegrinaggio disegnati lungo l’Appennino. La mostra su Carlo Crivelli (Venezia, 1430/35 – Ascoli Piceno, 1495), pittore veneto che nelle Marche trascorse buona parte della sua vita, aiuta a prendere consapevolezza della ricchezza culturale di Macerata e della sua provincia, proponendo un itinerario diffuso tra otto Comuni marchigiani, che trova però il suo centro in Palazzo Buonaccorsi. Ci muoviamo allora alla scoperta della città e dei suoi luoghi d’attrazione.

Livia Montagnoli

L’ITINERARIO NEL CENTRO DI MACERATA

Racchiusa tra mura quattro-cinquecentesche – di cui resta l’accesso storico da Porta San Giuliano ‒, Macerata vanta una fondazione romana (poco distante dal centro, presso la frazione Villa Potenza, si visita il sito archeologico di Helvia Recina) e un grande fervore culturale, politico ed economico tra il periodo comunale e l’epoca rinascimentale (nel 1290 nasce qui l’embrione – lo Studium legum – di una delle prime università del mondo, nel 1320 la città diventa sede vescovile). Ma è nel XVIII secolo che si definisce il volto architettonico del centro storico – caratterizzato da un diffuso utilizzo di mattoni in cotto – con molteplici interventi di rilievo, che vedono anche la presenza di Luigi Vanvitelli in città. Ne resta traccia nella Basilica di Santa Maria della Misericordia, la più piccola chiesa progettata dall’architetto napoletano, in luogo di una preesistente basilica quattrocentesca. Settecentesco è anche il Teatro Lauro Rossi, mentre data al 1829 l’edificio più iconico della città (lo stile è quello neoclassico, ispirato al classicismo del Palladio), lo Sferisterio, con la facciata in laterizio che cela l’imponenza dell’arena interna con la scenografica sequenza di arcate scandite da 56 colonne, nata per ospitare il gioco del pallone a bracciale, poi ricovero per i cavalli delle truppe durante la Prima Guerra Mondiale, e dal 1921 sede di spettacoli e festival di musica lirica. Tornando indietro nel tempo, in direzione piazza della Libertà, al periodo rinascimentale risale, oltre alla Loggia dei Mercanti, il completamento della Torre civica, detta anche Torre dei tempi, con l’orologio astronomico cinquecentesco che ogni giorno, allo scoccare delle 12 e delle 18, offre lo spettacolo del carosello dei Magi. Dall’alto si gode di un panorama che unisce le due anime del territorio, tra terra – i Monti Sibillini – e mare, l’Adriatico poco distante. Quattrocentesco è invece il duomo intitolato a San Giuliano, danneggiato dall’ultimo terremoto. E tra gli edifici religiosi si segnala la Chiesa delle Vergini fuori Porta Picena, realizzata alla metà del Cinquecento su modello bramantesco: all’interno, nella cappella Ferri, una Natività di Tintoretto e bottega.

L'orologio astronomico della Torre Civica, Macerata

L’orologio astronomico della Torre Civica, Macerata

I MUSEI CIVICI DI PALAZZO BUONACCORSI

Il settecentesco palazzo appartenuto alla famiglia Buonaccorsi è sede dei Musei Civici e riunisce, oltre alla Pinacoteca cittadina, la collezione del Museo delle Carrozze e, nel Museo del ‘900, la locale produzione futurista e le opere del premio di pittura contemporanea Scipione (tre edizioni tra gli Anni Cinquanta e Sessanta). All’interno si apprezza ancora il cortile progettato da Ludovico Gregorini, mentre resta solo traccia documentaria del giardino all’italiana che doveva rafforzare il lustro dell’ingresso al palazzo. Tra sale di gusto barocco e rococò, spiccano gli affreschi sulla volta della Galleria dell’Eneide, con scene mitologiche e allegoriche; il nome dello spazio si deve però alle tele con il ciclo di Enea, incastonate da stucchi dorati lungo le pareti. Quest’ambiente, insieme alle sale del primo piano, ospita la Pinacoteca istituita dopo l’Unità d’Italia, con opere di Carlo Crivelli (come la Madonna con bambino, recentemente restaurata, al centro della mostra sul pittore veneziano, d’adozione marchigiana, visitabile fino al 12 febbraio 2023), Giovanbattista Salvi, Carlo Dolci, Carlo Maratta, Alessandro Turchi l’Orbetto e numerosi altri, ma anche dipinti d’arte fiamminga.

Galleria dell'Eneide, Palazzo Buonaccorsi, Macerata

Galleria dell’Eneide, Palazzo Buonaccorsi, Macerata

IL NOVECENTO ITALIANO A PALAZZO RICCI

Di fondazione settecentesca, Palazzo Ricci si riconosce per il bugnato che movimenta parte della facciata scandita, ai piani superiori, da lesene binate. All’interno, i piani sono collegati da uno scalone monumentale di stampo vanvitelliano (l’architetto lavora in città, e non manca di fare proseliti) e le stanze decorate secondo il gusto dell’epoca. Oggi, però, l’edificio ospita il museo del Novecento italiano promosso dalla Fondazione Carima. La raccolta spazia tra pittura e scultura seguendo le diverse tendenze artistiche che si affermano in Italia nell’arco del XX secolo, con particolare attenzione per gli artisti di area marchigiana, e un importante corpus di opere futuriste (tra cui si segnala il lavoro del maceratese Ivo Pannaggi), oltre al nucleo di pitture e disegni di Scipione, principale esponente della Scuola Romana, ma originario della cittadina marchigiana.

https://palazzoricci.it/

Palazzo Ricci, Macerata

Palazzo Ricci, Macerata

LE CASE IN TERRA CRUDA DELL’ECOMUSEO VILLA FICANA

Museo e centro di ricerca insieme, il quartiere Villa Ficana è quel che resta di un borgo ottocentesco alla prima periferia della città, sopravvissuto alla cementificazione degli Anni Settanta, interamente costituito da case in terra cruda e paglia, dunque di notevole interesse per lo studio della tecnologia dell’edilizia in terra cruda e dell’architettura vernacolare. Solo nel 2016 l’area è stata riconosciuta Ecomuseo (nel circuito dei Musei Civici), con l’obiettivo di tutelare e valorizzare la memoria collettiva e le tradizioni locali. La tecnica costruttiva alla base dei cosiddetti “atterrati”, tipica della zona, fu abbandonata nel secondo dopoguerra, e questo aumenta il valore del nucleo abitato di Villa Ficana, rifondato negli Anni Sessanta dell’Ottocento sulle preesistenze di un centro contadino di origini medievali. Oggi il museo racconta questa storia proponendo laboratori didattici e visite guidate, e raccogliendo documenti e testimonianze d’epoca.

https://www.ecomuseoficana.it/

Ecomuseo Villa Ficana, Macerata

Ecomuseo Villa Ficana, Macerata

LA BIBLIOTECA MOZZI BORGETTI, TRA VOLUMI RARI E DECORAZIONI SETTECENTESCHE

Negli spazi seicenteschi che un tempo ospitavano un collegio di Gesuiti – passati di mano dopo la soppressione dell’Ordine, e concessi da papa Clemente XIV al Comune di Macerata – la Biblioteca Mozzi Borgetti conserva 400mila volumi tra cui rari manoscritti e incunaboli, raccolte musicali, teatrali e fotografiche di grande valore storico, carte geografiche, statuti e fondi giuridici, oltre all’archivio della locale Accademia dei Catenati. La preziosità della collezione si deve alle origini del primo nucleo della biblioteca (che data alla fine del Cinquecento), appartenuta ai Gesuiti e confluita, a partire dal 1787, nella Biblioteca Mozziana, regolarmente aperta a studiosi e cittadini. La libreria Borgetti sarà accorpata alla biblioteca nella seconda metà dell’Ottocento, a costituire una delle più importanti e prestigiose biblioteche delle Marche. Il percorso di visita, gestito dai Musei Civici, consente di apprezzare anche la ricchezza della decorazione degli ambienti, dalle grottesche che fondono stilemi pompeiani e raffaelleschi nella Galleria degli Specchi affrescata da Domenico Marzapani e Domenico Cervini, alle quadrature di gusto settecentesco, opera di Vincenzo Martini. D’epoca sono anche le scaffalature, create da Domenico Antonio Pianesi. L’ultimo piano dell’edificio ospita inoltre la Specola dei mondi d’Oriente, con un percorso museale che illustra l’impegno di geografi, cartografi, storici, matematici e astronomi locali per creare un ponte con le culture orientali, nel luogo un tempo deputato alle osservazioni astronomiche.

https://www.comune.macerata.it/cosa-vedere-a-macerata/la-biblioteca-mozzi-borgetti/

Biblioteca Mozzi Borgetti, Macerata. Ph. Andrea Petinari

Biblioteca Mozzi Borgetti, Macerata. Ph. Andrea Petinari

IL MUSEO LA TELA

Uscendo da Porta San Giuliano si incontra l’ex falegnameria trasformata, a partire dal 1986, in un laboratorio di tessitura che omaggia una tradizione radicata nell’entroterra marchigiano.
Il progetto ha sposato, sin dall’inizio, una finalità didattica e divulgativa, e il museo La Tela ne è il risultato apprezzabile tra strumenti della memoria, documenti storici, telai e un giardino dove crescono le piante da cui si ricavano fibre tessili e pigmenti per la colorazione naturale dei tessuti. La struttura promuove anche laboratori didattici e corsi professionali di tessitura.

http://www.latela.net/

Museo della Tessitura, Macerata

Museo della Tessitura, Macerata

CORRIDONIA E IL MODELLO DI PIAZZA RAZIONALISTA

Non distante da Macerata, Corridonia è un centro a vocazione agricola che riserva qualche sorpresa a chi sceglie di visitarla. Per il suo passato – il tracciato medievale del nucleo storico e l’abbazia di San Claudio al Chienti, originale esempio di architettura romanica, con la facciata chiusa tra due torri cilindriche, sorta sulle rovine della città romana di Pausolae –, ma soprattutto per l’intervento in stile razionalista che negli Anni Trenta ha trasformato l’assetto dell’attuale piazza Filippo Corridoni (in onore dell’eroe locale, sindacalista e combattente, morto in guerra nel 1915, da cui la città ha mutuato il nome moderno), facendone un esempio iconico di spazio metafisico (all’inaugurazione, nel ’36, Benito Mussolini in persona officiò la cerimonia). Giuseppe Marrani e Pirro Francalancia progettarono lo spazio ridisegnando il nuovo municipio, l’edificio delle poste e una fontana-acquedotto; al centro fu collocata la statua di Corridoni, realizzata da Oddo Aliventi.

http://turismo.comune.corridonia.mc.it/

Piazza Filippo Corridoni, Corridonia

Piazza Filippo Corridoni, Corridonia

DOVE MANGIARE A MACERATA E DINTORNI

È storia recente il trasferimento di chef Michele Biagiola da Montecosaro a Macerata, concretizzato con il trasloco del ristorante Signore te ne ringrazi in città, la scorsa primavera. Biagiola è da anni portavoce del territorio regionale in cucina, pur senza rinunciare all’impronta autoriale che sostiene l’idea di un’osteria moderna, tra un piatto di spaghetti del pastore e una papera cotta nel coccio.
La tradizione locale più verace è invece protagonista sulla tavola della Trattoria Da Rosa, passaggio obbligato per assaggiare la sontuosa specialità cittadina: i vincisgrassi.
E alla tradizione del territorio riconduciamo anche la versione maceratese di un classico del cibo di strada regionale, la crescia realizzata con farina, acqua, uova e strutto, farcita a piacere. A Civitanova Marche, la cresceria B.a.c. ne propone un’ottima versione (anche in variante vegetariana, sostituendo allo strutto una crema di olio di girasole e burro di cacao), con ripieni di stagione e birre artigianali per accompagnare lo spuntino.

https://signoreteneringrazi.it/

Spaghetti del pastore, Signore te ne ringrazi, Macerata. Ph. Leonardo Rinaldesi

Spaghetti del pastore, Signore te ne ringrazi, Macerata. Ph. Leonardo Rinaldesi

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati