È uno degli eventi più attesi del calendario culturale italiano del 2023 la riapertura di Palazzo dei Diamanti, dopo un lungo restauro che ha rinnovato gli spazi espositivi, pronti ad accogliere la mostra sul Rinascimento a Ferrara (dal 18 febbraio). Ed è questa un’ottima opportunità per visitare la città d’arte patrimonio dell’Unesco dal 1995, che fu anche la sede di una delle più antiche università d’Europa e terreno fertile per una delle prime grandi progettazioni urbanistiche della storia moderna. Ribattezzata “città delle biciclette” per una consuetudine più che diffusa tra gli abitanti del posto, ha ispirato nel Novecento molti registi, da Luchino Visconti a Michelangelo Antonioni a Vittorio De Sica. Scoprirla significa immergersi nell’atmosfera di una corte rinascimentale, ma anche scavare nella storia di una delle comunità ebraiche più longeve d’Italia e aprire una finestra sulle sperimentazioni dell’arte contemporanea. Qualche consiglio per orientarsi.
Livia Montagnoli
L’ITINERARIO NEL CENTRO DI FERRARA
Le antiche mura di Ferrara – rinnovate tra XV e XVI secolo – circondano il centro storico per nove chilometri pressoché ininterrotti, offrendo una piacevole occasione per passeggiare nel verde e percorsi attrezzati e ciclabili. L’abitato, debitore all’ingente mole di cantieri e rinnovamenti urbanistici promossi dagli Este, che sulla città regnarono fino al 1598, si raccoglie intorno ad alcuni edifici simbolo dello splendore medievale e rinascimentale, come il Duomo di San Giorgio, costruito nel XII secolo in stile romanico, ma “contaminato” da elementi gotici (mentre il campanile, rimasto incompiuto, è figlio della progettazione rinascimentale di Leon Battista Alberti), o il Castello Estense. Come piazza Trento e Trieste, anche via delle Volte conserva il volto medievale della città, mentre percorrendo Corso Ercole I d’Este si apprezza il programma urbanistico che ispirò l’Addizione Erculea (modulata su due assi viari che si incrociano al Quadrivio degli Angeli) realizzata alla fine del XV secolo da Biagio Rossetti. Medievale è anche la conformazione del ghetto ebraico, istituito nel 1624 per volontà di papa Urbano VIII: oggi ci si muove tra i vicoli alle spalle della Cattedrale (in via Mazzini si trova la sinagoga), un tempo chiusi da cinque cancelli che confinavano la nutrita comunità ebraica ferrarese. Tra gli edifici religiosi merita una visita il Tempio di San Cristoforo alla Certosa, il cui progetto si attribuisce a Rossetti, cui si deve anche piazza Ariostea, con la sua caratteristica forma ovale dal piano ribassato, che prende il nome dalla statua di Ludovico Ariosto posta su una colonna al centro dello spazio.
IL MUSEO DEL CASTELLO ESTENSE
Legato alla committenza estense (con Niccolò II d’Este, nel 1385), il Castello divenne sede dei Cardinali Legati quando nel XVII secolo Alfonso II d’Este morì senza eredi. Un cambiamento radicale che comportò anche la dispersione delle collezioni d’arte degli Estense, trasferite al Palazzo Ducale di Modena. Dopo diversi passaggi di testimone, quando nel 1859 Ferrara fu annessa al Regno d’Italia, si provvide a incaricare un gruppo di pittori (da Francesco Saraceni a Gaetano Domenichini e Francesco Migliari) per l’esecuzione di un nuovo ciclo decorativo. Oggi il Castello ospita spazi espositivi per mostre temporanee di respiro internazionale (fino al 20 febbraio La memoria infedele, da de Chirico a Schifano, e Carlo Guarienti), ma il percorso prevede innanzitutto la visita degli spazi storici, dagli ambienti di servizio del piano terra alle sale affrescate del piano nobile.
https://www.castelloestense.it
IL MUSEO DI PALAZZO SCHIFANOIA
Il palazzo di “delizia” per “schivar la noia” fu edificato su impulso di Alberto V d’Este sul finire del XIV secolo, poi ampliato sotto il ducato di Borso d’Este. Il complesso deve la sua fama al ciclo affrescato nel Salone dei Mesi, nel 1470, per mano di Francesco del Cossa ed Ercole de’ Roberti. Musealizzato e riaperto al pubblico nel 2022 dopo un lungo restauro, Palazzo Schifanoia conserva le collezioni civiche di numismatica, codici miniati, ceramiche, sculture, proponendo un viaggio nella Ferrara che dagli sfarzi signorili del Rinascimento approda al Barocco e al Settecento, quando prese forma il primo nucleo del Museo Civico.
IL “NUOVO” PALAZZO DEI DIAMANTI
Costruito per volere di Sigismondo d’Este, fratello del duca Ercole I d’Este, a partire dal 1493, deve il nome al bugnato composto da più di 8mila blocchi di marmo piramidali che alludono all’emblema estense del diamante, ideato da Biagio Rossetti. Acquistato dal Comune nel 1832, è oggi adibito a spazio espositivo dedicato a mostre organizzate da Ferrara Arte e dalle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, mentre il primo piano del palazzo ospita le collezioni della Pinacoteca Nazionale. Dal 2021, il progetto di restauro e rinnovamento affidato allo studio Labics ha coinvolto l’edificio e i suoi giardini, nuovamente riaperti al pubblico dal 18 febbraio 2023 (con il nuovo Caffè dei Diamanti e due bookshop negli spazi dell’ex Museo del Risorgimento). Si riparte dalla mostra sul Rinascimento a Ferrara, con Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa.
https://www.palazzodiamanti.it/
IL FUTURO DI PALAZZO MASSARI E IL PAC
Non solo Palazzo dei Diamanti. Anche il cinquecentesco Palazzo Massari, che dal 1975 ha ospitato le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea ed è stato gravemente danneggiato dal sisma del 2012, sta beneficiando di un ambizioso cantiere di restauro che dovrebbe concludersi all’inizio del 2024. Le collezioni, a partire dal primo nucleo ottocentesco ereditato della Pinacoteca civica, si sono ampliate nel corso del XX secolo grazie a una serie di acquisizioni e lasciti, tra cui si segnala quello della vedova di Giovanni Boldini, che permise di istituire il primo importante corpus dell’artista, e, nella seconda metà del Novecento, furono divise dando vita al Museo dell’Ottocento, al Museo Giovanni Boldini e al Museo d’Arte Moderna e Contemporanea Filippo de Pisis. Oggi è quasi tutto pronto per ripartire con tante novità, come il Centro Videoarte, le nuove acquisizioni dovute ai progetti espositivi firmati dalla direzione Farina e la sistemazione del Fondo Michelangelo Antonioni. Nel giardino del Palazzo, nel 1976, ha preso forma il Padiglione d’Arte Contemporanea, un tempo deposito di carrozze, ora adibito all’allestimento di mostre temporanee e progetti espositivi come la Biennale Donna.
https://artemoderna.comune.fe.it/1/home
IL MUSEO NAZIONALE DELL’EBRAISMO E DELLA SHOAH
Racconta la storia degli ebrei in Italia il polo museale ferrarese, in un contesto che alla presenza ebraica è storicamente legato, tanto che le prime testimonianze risalgono ai duchi Ercole I ed Ercole II. Furono loro a emanare due editti di accoglienza per gli ebrei spagnoli e portoghesi cacciati dalle loro terre nel 1492. La nascita del ghetto di Ferrara risale invece al passaggio della città nella sfera d’influenza dello Stato della Chiesa. Oggi la storia della cultura ebraica e le vicissitudini delle diverse comunità nei secoli sono affrontate e approfondite negli spazi delle ex carceri di via Piangipane, cui sono state accostate strutture moderne simbolo dei cinque libri della Torah, il Pentateuco, su progetto dello studio Arco e Scape.
Il museo, in questa forma, ha aperto al pubblico nel 2017, e ospita anche il Giardino delle domande, un labirinto per scoprire le regole dell’alimentazione ebraica. Accanto alle mostre permanenti, il percorso di visita accoglie sovente progetti temporanei.
IL MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE
Ospitato all’interno del cinquecentesco Palazzo Costabili, il Museo Archeologico Nazionale custodisce dal 1935 il patrimonio archeologico proveniente dalla necropoli di Spina, con reperti greci ed etruschi provenienti dalle oltre 4mila tombe rinvenute nell’area delle paludi del Delta del Po. L’esposizione spazia dai gioielli alle ceramiche decorate con figure nere e rosse agli oggetti in bronzo che arricchivano i corredi funerari. Fino ad aprile è aperta la mostra che celebra i cento anni dalla scoperta di Spina e racconta il ruolo strategico dell’antica città portuale sulle rotte commerciali del Mediterraneo.
http://www.archeoferrara.beniculturali.it/
ZANZARA ARTE CONTEMPORANEA
Ha esordito all’inizio dell’autunno scorso il progetto fondato dal duo curatoriale Giulia Giliberti e Sara Ricci, galleria distribuita in due spazi della centrale via del Podestà: da una parte un tradizionale white cube, per mostre pittoriche e fotografiche, dall’altra un ambiente ricavato in antiche scuderie, pensato per progetti installativi, performativi, eventi (come la rassegna Video-Setting, che si conclude il 18 febbraio) e proiezioni. Prossime a inaugurare, nel mese di marzo, le personali di Luca Zarattini e di Denis Riva.
https://zanzaraartecontemporanea.it/
TRA I GIARDINI NASCOSTI DI FERRARA
Quelle corti rinascimentali che hanno contribuito al riconoscimento Unesco per la Ferrara delle Delizie estensi fanno della città uno scrigno di giardini nascosti, tra labirinti di siepi, alberi secolari e arboreti, cui si aggiungono l’eredità degli orti medievali nascosti da alti muri di cinta e l’infilata di spazi verdi lungo il Corso Ercole I d’Este, asse portante della grande città monumentale ideato nel Rinascimento dal duca Borso d’Este, circondato da orti, giardini, fontane, alti filari di pioppi. Il Parco Massari, con le sue piante ultra-centenarie nel centro città, è il più vasto dei giardini pubblici di Ferrara entro le mura, progettato nel 1780 dall’architetto ferrarese Luigi Bertelli per il marchese Camillo Bevilacqua; mentre solo in occasione di eventi si accede al quattrocentesco Giardino delle Duchesse, oggi annesso al Palazzo Municipale. Ed è mitica la fama del parco di Villa Hirsch, che si ritiene abbia ispirato Giorgio Bassani per l’ambientazione del Giardino dei Finzi-Contini. Ogni anno, alla fine dell’estate, la rassegna Interno Verde apre al pubblico i più curiosi e suggestivi giardini privati del centro storico, a testimoniare un capitolo longevo e ancora vivo della storia dell’urbanistica cittadina.
LA CITTÀ METAFISICA DI TRESIGALLO
Sulla strada che da Ferrara conduce alle Valli di Comacchio, Tresigallo prende forma come città utopica e ideale, esperienza urbanistica e architettonica progettata a tavolino negli Anni Trenta del secolo scorso su impulso dell’allora ministro dell’Agricoltura e Foreste Edmondo Rossoni, per perseguire un’armonia studiata fatta di simmetrie, spazi sovrapposti, giochi di pieni e vuoti. Una dimensione metafisica evocata attraverso l’architettura razionalista, con il contributo di architetti, ingegneri e artisti del tempo che mettono in pratica le teorie di scuola tedesca sulla progettazione democratica della “città nuova”. Nel 2004, il centro abitato ha ottenuto il riconoscimento di Città d’arte per il suo legame con un preciso periodo storico e la cultura dell’epoca. Unica testimonianza del periodo estense resta il Palazzo Pio, situato a un chilometro del centro abitato.
https://www.tresigallolacittametafisica.it/
DOVE MANGIARE A FERRARA E DINTORNI
Frutto dell’incontro fra tradizione emiliana e veneta, a Ferrara anche la cultura gastronomica locale è debitrice alla corte estense, e preserva sontuosi piatti della tradizione, come il pasticcio di maccheroni alla ferrarese. In città diverse botteghe custodiscono la tipicità dell’artigianato alimentare: in pieno centro, la macelleria Paltrinieri è il posto giusto per acquistare una salama da sugo, venduta con tanto di sacchetto e istruzioni per cuocerla. L’Officina integrale è invece un forno di nuovo generazione, che però non tradisce l’arte bianca tradizionale e continua a produrre la tipica “coppia” ferrarese, però a partire da farine integrali.
In tavola è la trattoria Da Noemi a celebrare le pietanze popolari, tra cappellacci di zucca, cappelletti in brodo, salamina da sugo con purè e torta di tagliatelle.
Mentre la Ferrara giovane si incontra da Apelle, cocktail bar e bistrot, che sperimenta con cognizione di causa, dietro al banco (di alto profilo la proposta di miscelazione) come in cucina.
La stessa squadra ha ideato più di recente il progetto Brododigò, trattoria di mare che strizza l’occhio al Veneto e alla tradizione lagunare (il brodo di gò è una ricetta che a Venezia conoscono bene, dal nome popolare del ghiozzo).
https://www.officinaintegrale.com/
https://www.trattoriadanoemi.it/
https://www.apellecocktailbar.it/
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